Immagina Peter Parker

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Ed eccomi qui.
Una semplice studentessa del secondo anno che ovviamente è più spaesata di non so chi nella sua nuova scuola.
Mi sono trasferita da poco in una delle città più belle al mondo: New York.
È sempre stato il mio sogno sin da quando ero un fagottino ed ora tutto ciò si è realizzato.
Il quartiere in cui mi sono trasferita è molto cupo la sera, ma ospitale.
Finora ho visto solo un ragazzo della mia età, con cui mi ci perdo ogni tanto in uno sguardo dalla finestra della mia nuova camera.

**********

«Spero veramente che non sia la solita scuola americana presentata dai film...» pensai mentre presi l'ultimo pezzo di bacon con la forchetta.
Ero nella mensa della mia nuova scuola.
Luogo molto affollato e tavolo con i posti intorno a me vuoti.
«Sarà così per i prossimi due mesi» pensai ad alta voce.
Subito dopo mi girai per prendere la mia roba, ma vidi una strana scena.
Un ragazzo dai capelli castani, un po' basso e quasi della mia età aveva appena fatto uscire delle ragnatele dal suo polso.
Un po' insolita come cosa no?
Con esse fece rovesciare il vassoio di un ragazzo molto alto e muscoloso.
Lo squadrai meglio e mi accorsi poi che era il mio vicino di casa.
Girò la testa di scatto e mi vide, mi sorrise e ritirò poi subito dopo gli occhi sul ragazzo a cui aveva appena fatto il gesto.
Capii che si fosse cacciato in un bel guaio, ma la vera domanda era: come ha fatto?
Mi incamminai come tutti gli altri verso il corridoio per vedere come sarebbe andata a finire la storia tra i due.
Guardai in fondo e vidi degli studenti che urlavano e ridevano, mi avvicinai per vedere meglio, ma non vedevo molto bene.
Appena lo vidi dopo diversi tentativi mi si pugnalò il cuore.
Non mi piaceva vedere la gente soffrire.
T/n:«Ora basta» dissi prima piano e poi più forte ma non mi sentiva nessuno, riuscii a vedere solo a stento un sorriso da parte del ragazzo steso a terra.
Ad un certo punto cercai di avvicinarmi per tentare di fermarlo, ma niente, la gente aveva formato un muro e continuava a ridere come se fosse uno sketch di cabaret.
Mi scese una lacrima.
Il ragazzo mi guardò e ad un certo punto si alzò in piedi come se non fosse successo niente e tirò un cazzoto sul naso al bullo stendendolo a terra.
Misi una mano davanti alla bocca per lo stupore e subito dopo ci guardammo.
Lui mi sorrise e io risposi con un breve riso.
La gente aprii quello che sembrava fosse una vera e propria muraglia e fece passare il ragazzo ridotto come uno straccio.
Si avvicinò a me dicendomi:«Credo di averlo steso per bene» disse massaggiandosi le nocche e guardandomi poi dritto negli occhi cercando in qualche modo di penetrarci dentro.
Io sorrisi e dissi:«Direi proprio di si, ora però andiamo in infermeria...comunque io sono
T/n, T/n T/c»
Mi guardò di nuovo alzando lo sguardo da terra e mi rispose :«Io sono Peter...Parker»
Ci guardammo per secondi interminabili e andammo poi in infermeria.
Arrivati davanti alla porta dell'infermeria però lo bloccai e gli dissi :«Posso farti una domanda?»
Peter:«Certo»
T/n:«Prima ho visto cosa hai fatto, m-ma come? È impossibile far uscire delle ragnatele dai polsi» dissi incredula
Lui mi guardò mi sorrise e mi disse:«Ora sei a New York, vedila come un segreto da mantenere. Fallo per il tuo amichevole
Spider-Man di quartiere»
Lo guardai stupita e lo vidi poi scomparire dietro la porta dell'infermeria.

*************

Sono passati ormai due giorni dall'accaduto e non ho più visto Peter da allora.
Pensai mi volesse evitare, visto che oramai ero a conoscenza del suo segreto.

*suona campanella*
Finalmente è finita scuola per questa settimana e posso tornare a casa.
Ho molto da fare ancora con gli scatoloni a casa e ho veramente bisogno di sdraiarmi un po' su un divano.
Presi lo zaino, misi la mia giacca di pelle e mi incamminai verso il portone di scuola, ma ad un certo punto mi sentii bloccare il polso da una mano che subito dopo finì incrociata fra le mie dita.
Mi girai di scatto e vidi la persona che desideravo di più al momento.
Sorrisi e continuai a camminare.
Peter:«Dove andiamo?»
T/n:«Come scusa?» gli dissi ridendo
Peter:«Abbiamo il sabato pomeriggio libero, dove andiamo?»
Gli sorrisi ancora arrossendo e rivolgendo gli occhi a terra.
T/n:«Bhe non so, tu cosa proponi?»
Dissi facendo dondolare le nostre mani come facevamo da bambini.
Peter:«Un tour per la città più bella di tutta America e dintorni, guidato dalla persona più esperta del pianeta» disse indicando se stesso.
Dopo questa frase mi misi a ridere acconsentendo alla sua proposta, facendo cadere anche lui in una lunga risata.
[Ah quanto era bello quando rideva]

*************

Peter:«Dai però non puoi dire che il panino non fosse buono» disse facendo poi una pausa e ricominciando dicendo:«È del migliore fast food di New York»
T/n:«Bhe devo ammettere che non era male, escludendo il fatto che di carne ci fosse poco e niente» dissi poi ridendo e facendo ridere anche lui.
Peter:«Okay...forse hai ragione» disse quasi in tono di arresa.
Ci fermammo davanti al cancelletto di casa mia.
Ci guardammo per diversi istanti e poi gli chiesi:«Che c'è?» in tono incuriosito.
Notai poi solo in quel momento che eravamo sempre più vicino, finché non scoccò quel bacio tanto atteso.
Peter:«Allora ci vediamo domani?»
Annuii e poi gli sorrisi augurandogli una buonanotte.
Una delle giornate più belle della mia vita.

Fine

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