Prologo

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Okay, sappiate che questo NON è un capolavoro tipo alcune fan fiction che si trovano in giro e che pensi "cavolo, se non fosse una ff sarebbe già stata pubblicata tre volte".
Non sapevo neanche se pubblicarla ma... È il compleanno di Yurio, non farlo sarebbe quasi cattivo. Happy birthday to you... No, okay.
Parto stramegabenissimo con un avviso di cui non gliene frega niente a nessuno: questa è una "x reader" un po' particolare, dato che sarà scritta in terza persona. Spero riusciate (? La dislessia sorry) a entrare comunque nel vostro personaggio...
P.s.: ecco a voi una legenda inutile ma forse no sui termini delle "x reader": t/n tuo nome, t/c tuo cognome, c/c colore capelli, c/o colore occhi e tutte cose del genere che in realtà potete dedurre dal contesto ma tutti le scrivono quindi mi conformo con la massa e lo faccio pure io. Hahahaha omologazione. In più (scusate!) ho deciso io la vostra età, giusto per dimostrare di essere onnipotente qui *risata malvagia* scherzo obv, le ragioni mi paiono chiare...

-Mi mancherai, ma'. Ciao papi, ci vediamo dopo la fine della gara!
T/n non specificò di che gara si trattasse, dato che sapeva che per suo padre il nome non avrebbe avuto alcun significato; eppure avrebbe voluto farlo, perché si sentiva ancora orgogliosa per il suo risultato. Avrebbe gareggiato al Grand Prix come partecipante più giovane della sezione femminile! Era incredibile. T/n aveva quindici anni, età delicata, durante la quale ci si dovrebbe sentire già adulti; eppure lei sapeva di essere ancora piccola. Certo, era sempre stata diversa. La sua personalità era stata descritta innumerevoli volte come quella di "un'artista": distratta, confusionaria, con un milione di progetti programmati così nei minimi particolari da sembrare quasi fattibili. Non era una persona che si fermava alle prime apparenze: come le veniva spesso ripetuto dalle persone più grandi di lei, aveva una visione del mondo molto aperta, che le tornava utile in diversi ambiti. Con quella mentalità, chiunque si sarebbe aspettato di vederla diventare una pittrice o una scrittrice, o comunque una delle classiche attività da artista. Pochi erano a conoscenza della sua vera passione: il pattinaggio di figura. Almeno, pochi finché non aveva vinto la sua prima competizione con un inaspettato oro. Nessuno si aspettava una tale prestazione: una coreografia eccezionale, eseguita in modo impeccabile. T/n, infatti, faceva già pattinaggio da parecchi anni: le ci era voluto molto tempo prima di convincersi a partecipare a una competizione, ed era probabilmente stata la scelta migliore. Le telecamere si erano rivolte verso di lei ad una velocità impressionante, e t/n era presti diventata un'icona tra i sognatori nel campo del pattinaggio. E come avrebbe potuto essere altrimenti? Durante le sue esibizioni, cariche di sentimento, sembrava un angelo; un angelo sceso sulla Terra per dimostrare che nulla è impossibile.

-Gabriele, siamo in volo da almeno due ore -Si lamentò t/n. Era in aereo con il suo allenatore, l'unico che l'avrebbe accompagnata durante tutto il viaggio; erano diretti a Mosca, dove li avrebbe aspettati qualcuno per un allenamento speciale. Qualcuno di cui la ragazza non sapeva ancora niente; ma aveva deciso di fidarsi ciecamente del suo coach e non fare domande.- Quanto ci vuole?
-Prima di tutto siamo in volo solo da mezz'ora. -Le fece notare Gabriele, ormai abituato al carattere eccentrico della pattinatrice. Tendeva ad annoiarsi facilmente: qualsiasi attività provasse, non riusciva a farla per più di due minuti che aveva già cambiato idea. Certo, probabilmente l'avrebbe lasciata lì per un po', in sospeso, poi l'avrebbe ripresa, poi lasciata là di nuovo, finendo per fare un milione di cose quasi contemporaneamente; ma non aveva potuto fare a meno di notare come facesse così con tutto fuorché il pattinaggio artistico.- E il volo dura tre ore e un quarto.

T/n, appena scesa dall'aereo, avrebbe voluto baciare il terreno, proprio come facevano le persone nei film; e ora capiva anche il perché. Il viaggio era stato estenuante. Non si poteva alzare, né mettere in posizioni strane -da lei definite comode-, né canticchiare o provare un mezzo balletto o disegnare o allenarsi a pattinaggio. Quest'ultima le mancava particolarmente. Non che fosse passato tutto questo tempo: ma il fatto di essere obbligata a non fare alcune cose le aveva fatte sembrare improvvisamente importanti. E quelle che erano già importanti prima erano sembrate essenziali.
-Gabri, dove ci alleniamo? Dai, sto morendo dalla voglia di pattinare un po'...!
-Non vuoi prima fare un giro della città?
T/n lo guardò come se avesse appena detto un'eresia.
-Sei matto?! Su, su, portami da quella pista da pattinaggio.
Gabriele sospirò. In parte per via dell'inesistente rispetto della ragazza (certo, non era intenzionale, faceva parte della sua natura: eppure ogni volta ne tirava fuori una di nuova. Insomma, gabri da dove saltava fuori?!) e in parte per via dei suoi frequentissimi allenamenti, spesso estenuanti. Pareva che il pattinaggio fosse l'unico scopo della sua vita. E anche se Gabriele sapeva che non era così (conoscendo la ragazza e le sue innumerevoli passioni) finiva sempre per cedere, e lasciarla sprecare la maggior parte del suo giorno sulla pista ghiacciata. Okay che anche lui si allenava, si era allenato e aveva pure intenzione di continuare ad allenarsi, ma non così tanto! Quando saliva in pista, t/n era già lì da un paio d'ore. E quando l'abbandonava, sapeva che la ragazza sarebbe rimasta lì per ancora più tempo. Ma cosa avrebbe dovuto fare? Il suo pattinaggio era così... Così intenso. Riusciva a vedere ogni sua singola emozione, ogni suo ricordo scorrere averso il suo corpo e atterrare assieme a lei sulla pista alla fine dei suoi numerosissimi salti. Cambiava ogni volta coreografia; la inventava al momento, usando come base le sue canzoni preferite. Gabriele non aveva la più pallida idea di come fisse in grado di farlo, dato che per lui -un professionista- per decidere una coreografia ci voleva ben più tempo. Non aveva il coraggio di fermarla.
-E l'hotel? -Le fece notare.- E le valigie, come pensi di di fare con le valigie?
-Puoi portarle tu, no? Ti preeeeeego!
Gabriele sospirò di nuovo. Accidenti a lei! Quella ragazza lo faceva dannare. Insomma, cosa le costava fare un salto all'hotel prima di andare a pattinare? O anche solo parlare normalmente. Insomma, sarebbe stato un buon inizio.
-Questa sarà la prima e ultima volta che...
T/n non gli diede il tempo di finire.
-Grazie gabri!
Esclamò, gettandogli le braccia al collo e facendolo irrigidire.
-Da questa parte...
Si arrese lui. Guardò l'enorme, stracolma valigia di t/n, poi tutte le sue borsette: sarebbe stato un lungo tragitto.

Hello! Allora, perché scrivo questa mer... avigliosa fan fiction di cui non gliene frega niente a nessuno? Perché avevo voglia SEMPLICE è così che funziona rip. Che poi sono la prima che non legge le x reader perché boh, non sono troppo il mio genere. Ma vabbè, insomma, chi le vuole leggere le legga...

Importante:
C'è una specie di confusione volontaria tra i tempi che però vi devo spiegare. Lei è già dentro il Grand Prix, ma Yurio è ancora in Giappone e insomma tutto è come se il Grand Prix non fosse ancora cominciato. Mi serviva però farla trasferire in Russia per l'allenamento.

Per il carattere ho usato delle caratteristiche comuni, alcune le ho un po' esagerate, altre ridotte (si dice ridotte? Vabbè, non me ne frega, di nuovo rip) ma in ogni caso spero non si allontanino (?) troppo da voi perché sì, insomma, la protagonista è... Voi, cioè, è strano messo così. O forse sono solo io. Boh, comunque ditemi cosa ne pensate e al prossimo capitolo!
Che effettivamente potrebbe arrivare tra un bel po', perché sto portando avanti anche un'altra ff e io non sono una che aggiorna con regolarità... Oppure oltre far uscire il capitolo anche domani, boh.
Scherzavo, taccio. (?)

Angel || Yurio x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora