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T/n si allenava da circa due ore. Provava qualche salto, inserito a caso nelle sue coreografie inventate su due piedi, faceva complicate sequenze di passi o rendeva difficili gli inizi dei salti, eppure non riusciva a sbagliare nulla. Danzava sulle note di c/p, la sua canzone preferita, quando arrivò finalmente Gabriele. La ragazza non se ne accorse neppure, nonostante lo stesse aspettando: era troppo presa dalle sue emozioni. L'eccitazione per il luogo nuovo, la neve che aveva da poco cominciato a scendere leggera dal cielo, la bellezza della città, le emozioni per la separazione dalla propria famiglia: la pattinatrice riusciva a far capire tutto ciò senza dire una parola. Gabriele apprezzava molto i suoi allenamenti, li trovava bellissimi nella loro unicità; ma non tutti erano come lui.
-Quella coreografia è penosa. -Esordì una voce dura. Fu solo allora che t/n si accorse dell'ingresso di due uomini nella pista da pattinaggio: uno era il suo coach, ma l'altro...?-Come pensi di ottenere punti con questi salti da due soldi?
-Sono tutti quelli che so eseguire bene.
Rispose seria t/n. Non disse che per lei "bene" equivaleva a "perfezione": lo riteneva scontato.
-È un fallimento. -Decretò allora l'uomo, lasciando Gabriele basito.- Non ho visto neppure un quadruplo.
-Sono qui per imparare a farli, fino a prova contraria. -Ribatté la ragazza senza esitazione, per poi riprendere il suo allenamento.- Gabriele, oggi me li insegni?
Stava attendendo di chiederglielo da quella mattina: non credeva di poter vincere il Grand Prix senza di essi, e le erano rimasti pochi mesi.
-Li imparerai -Rispose sicuro lui- Ma non sarò io ad insegnartelo. T/n, lui è Yakov Feltsman. È qui per allenarti.
Yakov scrutò la pattinatrice. Aveva detto che era un fallimento e lo era, ma non del tutto: aveva visto salti che si potevano tenere, alcuni tripli valevano molti punti. La coreografia non era per nulla adatta ad una competizione importante come il Grand Prix, ma per una normale gara non era male; e le emozioni che la ragazza trasmetteva erano intense, non abbastanza da abbindolare lui, ma per la giuria potevano bastare.
-Cominceremo subito. -Decise l'uomo.- Dovrai lavorare almeno il doppio di quello che facevi prima, e non voglio che tu ripeta due volte lo stesso errore neanche una volta.
T/n cominciò a sudare freddo. Le prime condizioni non la infastidivano -anzi, stava già facendo il conto di quante ore avrebbe potuto passare sul ghiaccio senza che Gabriele le potesse dire niente. Era l'ultima che la preoccupava. Le ci voleva più di un tentativo per imparare ad evitare un errore: mai, mai era riuscita ad azzeccare un salto alla seconda volta. O alla prima, o dopo la terza: così funzionava con lei, e se ne era fatta una ragione. Ma qualcosa le diceva che Yakov non avrebbe seguito il suo esempio tanto facilmente.
-Posso provarci.
Rispose però. Il suo nuovo allenatore strinse le labbra, come a dire che un tentativo non era nulla di concreto.
-Domani mattina sposterai le tue cose nella casa in cui verrai ospitata. Pretendo rispetto e disciplina.
Disse, per poi aggiungere un "italiani" in tono scocciato.
-E lui?
T/n fece un cenno verso Gabriele, confusa. Non la doveva accompagnare per tutto il viaggio?
-Non è lui che devo allenare. Si può arrangiare.
Alla ragazza non piacquero quelle parole dette in tono duro, ma si disse che non ci poteva fare niente. Rivolse uno sguardo di scuse al suo coach- perché, nonostante ora ci fosse anche Yakov, continuava a considerare l'altro il suo coach -e tacque, pronta a provare i nuovi salti.
-Starò all'hotel.
La rassicurò Gabriele. A t/n non piaceva troppo l'idea di alloggiare in una casa sconosciuta assieme a delle persone sconosciute, ma si disse che era solo per qualche mese e che ci avrebbe fatto l'abitudine.
-Nessun problema. Allora posso provare il toe-loop, giusto?
Quando t/n aveva detto di non saper eseguire quadrupli, Yakov non si aspettava intendesse tutti. Ma a quanto pareva, si era sbagliato.
-Vedi di impararlo immediatamente.

-Com'è?
Gabriele guardò preoccupato Yakov. Era ancora stupito del fatto che avesse accettato di allenare t/n: in genere non accettava nessuno, dato che stava già facendo da coach a un ragazzo.
-Avresti dovuto cominciare prima con i quadrupli.
Rispose lui, per non dare all'altro la soddisfazione di dire che la sua alunna non era così male. Yakov non vedeva l'ora che quel dannato di Yuri tornasse dal Giappone (perché sarebbe tornato, ne era sicuro) per potergli rinfacciare di essere già riuscito a rimpiazzarlo. Poi avrebbe continuato con il suo allenamento, certo; probabilmente si sarebbe pure tenuto t/n, dato che imparava in fretta -come aveva potuto appurare quello stesso giorno. Ma avrebbe voluto vedere se quel dannato fosse scappato in Giappone di nuovo, se sapeva di poter essere sostituito!
-Sei sicuro che trasferirla sia una buona idea?
un'ottima idea. Non metterti in mezzo, Achilli.
Gabriele guardò sconsolato la sua alunna pattinare, inserendo il quadruplo toe-loop e il quadruplo salchow nelle sue coreografie. C'era qualcosa di sbagliato in ciò; forse la velocità con cui li aveva imparati, o forse il fatto che non era stato lui ad insegnarglieli, o forse le piccole imperfezioni negli atterraggi..., ma qualcosa c'era, e faceva sembrare t/n diversa. Effettivamente, cominciava a vedere una certa freddezza nella giovane quando saltava: che fosse perché non aveva ancora preso abbastanza confidenza con i salti? Era plausibile, in effetti.
-Mi piacerebbe vedere l'angelo italiano e la fata di Russia collaborare.
Ammise dopo un po'. Se quel Plisetsky fosse tornato in fretta, forse sarebbe potuto succedere: i due ragazzi avevano stili simili, con molta passione e movenze aggraziate che si sarebbero sicuramente combinate alla perfezione. Certo, il Grand Prix non comprendeva alcun ballo di coppia, ma sarebbe potuto essere un buono spunto per il futuro.
-Potrebbe succedere. -Rispose l'altro- Come anche no.

Angel || Yurio x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora