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-Da quanto tempo siete qui?
Gabriele si stropicciò gli occhi. Si era alzato da pochissimo: non appena aveva visto il biglietto di t/n era corso a controllare che ci fosse anche Yakov con lei. Se fosse stata da sola? Sapeva che era una ragazza abbastanza incosciente, soprattutto quando si parlava di pattinaggio.
-Io da due ore. -Rispose in tono serio l'altro. Quando Gabriele gli aveva detto che t/n si allenava ad orari improponibili, pensava intendesse verso sera, quando le persone di solito vogliono rilassarsi; o verso le sette di mattina, quando vogliono ancora dormire. Per quello, quando la sera prima se ne era andato e la sua nuova alunna era rimasta, aveva chiesto fino a che ora si allenava in genere, scoprendo che non aveva tempi fissi. E quando quella mattina, alle sette, era entrato nella pista ghiacciata e l'aveva trovata già occupata, si era domandato se quella ragazza avesse una vita oltre al pattinaggio. Non che ciò gli dispiacesse, ma in genere era lui ad imporre allenamenti con tempi troppo lunghi che sfiancavano i suoi alunni: non era mai successo che qualcuno rimanesse più tempo in pista di sua iniziativa. Forse t/n aveva una resistenza immane: avrebbe giustificato la sua fama a soli 15 anni. -Lei non so.
-Maledizione. -Sbuffò Gabriele.- Devi sempre chiederglielo, o andrà lì alle quattro di mattina.
L'allenatore aveva sparato a caso un "orario impossibile": non sapeva di averci azzeccato. Ma la reazione di Yakov lo sorprese non poco.
-Se vuole farlo, allora che lo faccia.

-T/n, lui è Nikolai Plisetsky. Ti ospiterà finché non finirà la gara.
T/n strinse impacciatamente la mano all'anziano signore davanti a lei.
-Ho solo la camera che usava mio nipote -Avvisò imbarazzato lui.- Spero non ti dispiaccia.
-No, anzi. Grazie mille.
La ragazza adorava i vecchietti gentili come lui. Insomma, non che non le piacessero anche i suoi coetanei o i normali adulti gentili, ma i vecchietti gentili facevano davvero tenerezza.
-Domani andiamo a fare compere.
Le sussurrò Nikolai, come se fosse un gran segreto: probabilmente i coach non erano a conoscenza del suo progetto. T/n gli sorrise; stavolta era lei ad essere vagamente imbarazzata.
-Non sono sicura che ne avrò il tempo, insomma, ho gli allenamenti...
Il vecchio non aveva capito tutto (non aveva mai studiato inglese*, quando era giovane) ma almeno aveva afferrato il concetto.
-Su, su, un po' di tempo si trova sempre! Se vuoi puoi usare i vestiti di mio nipote finché non ti compriamo un po' di roba adatta a questo freddo.
T/n arrossì al solo pensiero di indossare i vestiti di uno sconosciuto.
-Oh, no, non ce n'è bisogno! Ho preso dei vestiti pesanti in Italia, spero che bastino...
Nikolai la guardò divertito, sapendo che si sarebbe arresa entro il giorno seguente.
-Allora, vuoi un po' di pirozhki?
L'altra annuì, entusiasta di provare una nuova ricetta. Gabriele sospirò e, consapevole di essere già stato dimenticato (la ragazza si scordava di tutto quando si parlava di cucina), uscì dalla porta senza fare rumore.

-Le adora, mi chiede il bis ogni volta. E dire che dovrebbe rimanere magro.
Nikolai parlava di suo nipote da quasi un'ora, ma a t/n non stava dando fastidio. Guardò la probabile botta di calorie tra le sue mani. Vero, doveva essere la sesta che mangiava; ma alzò le spalle e divorò pure quella.
-È buonissima.
Sospirò per la millesima volta; e per la millesima volta il vecchio sorrise.
-Senti, pensavo di proporgli un altro piatto. Un piatto italiano, come la pasta...
Alla ragazza la pasta usciva da...lle orecchie, quindi si affrettò a proporre qualcos'altro.
-O il tiramisù!
Esclamò, con la bocca ancora piena.
-E cos'è?
-Un dolce che io adoro. Ma se lo compri non è buoni come quello fatto in casa.
-E secondo te gli piace?
T/n non aveva mai incontrato Yuri, il famoso nipote di Nikolai, ma in effetti non se lo immaginava a mangiare teglie di tiramisù -come lei avrebbe volentieri fatto.
-No, forse è meglio puntare sul salato. Ma la pasta è troppo scontata, che ne dici delle lasagne?
-Possiamo provare. -Rispose l'altro, che non aveva la più pallida idea di cosa fossero le lasagne, ma era un cibo italiano, quindi era meglio lasciarlo agli italiani.- Oh, guarda com'è tardi. Meglio andare a dormire, non credi?
La ragazza sorrise: per lei era ancora presto.
-Io credo che rimarrò alzata un altro po', volevo provare a finire un disegno.
Ultimamente, infatti, si era fissata con quello. Voleva a tutti i costi imparare a disegnare in modo realistico, e ci stava pure riuscendo- almeno con i visi.
-Certo, certo. Per favore, non lasciare le luci accese quando torni in camera.
T/n annuì, poi prese dalla valigia (fino a quel momento dimenticata in un angolo) il foglio su cui stava ritraendo sua sorella. Ora che non era più lì era costretta ad affidarsi alla sua memoria, mossa in genere evitata, ma avrebbe provato comunque a continuare; altrimenti che razza di artista era?

Angel || Yurio x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora