28

1.3K 75 130
                                    

Boh non so se la canzone ci sta con il capitolo tipo mentre leggete, ma credo che ci stia molto col senso del capitolo, o forse quello che sto dicendo non ha senso e dovrei dormire di più, boh
Al massimo provate a farla partire quando vi do il mio via✨
T/n camminava per le strade di Mosca tirandosi su continuamente il collo della maglia e passandosi la mano tra i capelli, a disagio. Non riusciva ancora a credere a quello che aveva fatto, cioè, lei e Yuri stavano praticamente per procreare sul suo divano. Ripensarci era così imbarazzante... Però le era piaciuto, tanto, forse troppo.
La ragazza si guardò attorno, come chiedendosi se qualcuno potesse sentire i suoi pensieri. Beh, nessuno si era girato a guardarla in modo strano, ma la strana sensazione che aveva avuto persisteva.
Si diede un'altra occhiata attorno. La strada era abbastanza affollata, ma per fortuna nell'ultimo periodo i fan parevano essersi dati una calmata: non sapeva se ce ne fossero di meno in giro o se fossero meno interessati alla sua vita privata. Per un attimo le tornarono in mente le due ragazze che aveva incontrato al supermercato quando era con Yuri, anche se alla fine Yuri se l'era svignata, le pareva.
Perché ci stava pensando in quel momento, esattamente?
-T/n?
La ragazza si fermò al suono di quella voce.
-Gabriele?
(Vi sento bestemmiare sin qui. Ebbene sì, preparatevi.)
-Ehi. -Salutò lui, seduto tranquillamente su una panchina. Fece cenno alla c/c di sedersi affianco a lui; aveva un'espressione triste in viso, e le rivolse un sorriso amaro che le fece serrare lo stomaco. Stava per succedere qualcosa di brutto; forse era già successo.- Che ci fai qui?
Come spiegarlo? "Stavo per scopare con Yuri nel suo divano e quando mi sono accorta di quello che stavo facendo sono scappata così velocemente che Bolt mi fa un baffo."
-Avevo bisogno di una passeggiata. -Mormorò, sedendosi.- E te?
-Sì, forse anch'io. In questo periodo sto riflettendo su un argomento... Davvero molto complicato. Stanno succedendo tantissime cose che per me sono... Difficili da accettare. -Il castano fece un sospiro a malapenna percettibile prima di distogliere lo sguardo.- Scusa, ovviamente non te ne frega niente.
T/n lo guardò stupita. Aveva capito che qualcosa non andava, insomma, chiunque avrebbe capito che qualcosa non andava, eppure... In quel momento Gabriele sembrava così smorto. Pareva non avere consistenza, tanto che ebbe paura di non riuscire a toccarlo, di oltrepassarlo con la mano, come un fantasma.
-Stai scherzando? -Domandò con voce tremolante.- Non ne sapevo niente. Puoi raccontarmi tutto quello che ti senti di dirmi, lo sai, vero?
L'altro non la guardò. Fissava il vuoto alla sua destra, cercando di fermare la pazzia che voleva fare... Perché, nonostante sentisse il bisogno di dirle ogni cosa, di mostrarle tutti i segreti che si ostinava a nasconderle, il lato di sé del quale nessuno conosceva l'esistenza... Semplicemente non poteva. Era assurdo, inimmaginabile, non poteva neppure prenderlo in considerazione.
Eppure lo stava facendo. Era come se ogni parola premesse contro le sue labbra per uscire, come se parlandone il problema sarebbe sparito per non tornare più. E lo sguardo di t/n, dolce, preoccupato e forse anche un po' speranzoso, di certo non lo aiutava. Lui voleva dirglielo, ma aveva paura della sua reazione. E fu questo a fargli prendere una decisione. Lo aveva promesso a se stesso molto tempo prima: niente più paura, era tempo di cominciare a vivere.
Questo non fece sparire l'ansia, la tristezza, la frustrazione; però lo riempì di aspra determinazione, della certezza di venire rifiutato, ma di non poter più andare avanti in quel modo.
-Certo che lo so. -Si decise a rispondere.- Però... Non diresti la stessa cosa, se sapessi quello che ho in mente in questo momento.
-Beh, vediamo. -Sussurrò lei.- Dimmi quello che hai in mente.
E furono solo loro due. Niente più folla, né frenesia attorno a loro; fu come venire trasportati in un'altra dimensione.
-Stavo pensando a delle cose successe... Molto tempo fa. Ecco, a dire la verità, sembra passato un sacco, ma forse è stato solo qualche anno... Sette, credo.
Sette anni? Effettivamente, t/n non sapeva niente del passato di Gabriele. E, per la prima volta, si pentì di non avergli mai chiesto niente su di lui.
-Cos'è successo sette anni fa?
Domandò esitante. Che domanda stupida. Si sentiva così a disagio, in quel momento, ma allo stesso tempo voleva sapere cos'era successo al suo allenatore per farlo apparire così assurdamente spento. Quell'espressione era così poco da lui che si stava dimenticando con chi stava parlando.
Gabriele al contrario era troppo cosciente di quello che stava facendo, eppure gli sembrava sempre più irreale. Si sentiva così distaccato da se stesso da riuscire a parlare, a raccontare, ma non gli fece l'effetto che aveva sperato.
-Sette anni fa... Mia sorella aveva nove anni, e io tredici. -Sua sorella? Non che fosse obbligato a farlo, ma non l'aveva mai neppure citata in una qualche conversazione, magari anche solo di sfuggita. T/n non aveva idea della sua esistenza.- In quel periodo entrambi stavamo male, molto male. Io ero sempre stato un ragazzo cagionevole, anzi, ricordo che per questo a scuola venivo spesso preso in giro... -Si passò una mano tra i capelli e gli sfuggì una debole risata amara, mentre gli occhi gli diventavano lucidi. Si affrettò ad asciugarli con la manica della giacca, distogliendo di nuovo lo sguardo.- Mi ricordo che in quel periodo ci rimanevo davvero male... A volte vorrei davvero tornare a quando quella era la mia unica preoccupazione.
Sussurrò, non avendo ancora il coraggio di guardare l'altra in faccia. Si sentiva così debole, in quel momento, e avrebbe davvero voluto che t/n lo rassicurasse, che gli dicesse che andava tutto bene, anche se era stupido, anche se era falso, anche se era scontato. Sarebbe andato tutto bene, se solo lei avesse detto che andava tutto bene; ma sapeva che non lo avrebbe fatto.
Non lo fece.
-Comunque, in quel periodo non ero l'unico a stare male. Mia sorella soffriva di epilessia, e per colpa di questo fu costretta a sostituire ogni suo sogno con medicine, tantissime medicine. Noi ci parlavamo tantissimo, ci lamentavamo insieme di ogni cosa e anche se farlo non cambiava niente era bellissimo sapere che qualcuno avrebbe ascoltato ogni mio problema, che avrebbe cercato di aiutarmi a modo suo... -Ammise, sentendo un groppo in gola. Non voleva smettere di parlarne, ma allo stesso tempo gli faceva così male, così male ricordare che una volta c'era un posto anche per lui.- Anche io cercavo di farla sentire meglio come potevo. Qualsiasi cosa mi fosse possibile fare, per quanto stupida o imbarazzante, io la facevo se lei ne aveva bisogno. Quando mi disse che le piaceva il pattinaggio sul ghiaccio... -Disse con un sorriso, guardando fisso il vuoto, perso nei suoi ricordi.- Ho cercato un corso di pattinaggio sul ghiaccio e mi sono iscritto al posto suo. Lei non mancava a nessuna mia competizione, mi faceva i complimenti anche se non riuscivo mai a vincere. -Ridacchiò, e t/n sapeva già come sarebbe andata a finire, ma non riusciva a smettere di ascoltare il dolore di Gabriele che veniva lentamente messo a nudo, e avrebbe continuato, se ciò lo avesse fatto stare meglio.- Lei disegnava, disegnava tantissimo. Sapeva che a me sarebbe piaciuto saper disegnare e lo faceva al posto mio, perché era tutto ciò che poteva fare. Scriveva, anche. Poesie e brevi storie. Da casa ha fatto tantissime attività diverse, le cambiava come i calzini. -Ricordò, e sorrise. Sorriso che si spense poco dopo.- Esattamente sette anni fa, lei è morta. Questo è l'anniversario della sua morte. Avrei preferito saperla lontana da me, sposata, felice, e ricordare da solo il giorno in cui se n'è andata alla ricerca della felicità... Piuttosto che la sua morte. -Si girò verso t/n, e i suoi occhi erano di nuovo lucidi. La sua espressione era distrutta, come se volesse smettere di parlare e dimenticarsi di nuovo di ogni cosa in quel momento, ma non lo fece: continuò a raccontare la sua storia. (Se avete voglia di mettere la canzone, fatela partire qui)- Non sono mai riuscito a superare la sua morte. Ogni giorno senza di lei era irreale, mi sentivo catapultato in un'altra dimensione dove nulla andava bene, e io mi sentivo così invisibile... Nessuno mi ascoltava più quando parlavo, nessuno mi accoglieva più con un sorriso quando arrivavo a casa da scuola, stremato, sapendo di avere altro lavoro da svolgere il pomeriggio, nessuno si lamentava dei suoi problemi insignificanti eppure per noi insuperabili. Lei dava un significato a tutto... E con la sua assenza ogni cosa perse valore, lo sport, il mio impegno a scuola, i sorrisi che mi impegnavo a regalare alle persone. I giorni, i mesi, gli anni persero valore e arrivai a pensare che continuare a vivere senza di lei non aveva senso, perché per quanto i miei genitori potessero impegnarsi a sostenermi, nessuno avrebbe mai potuto sostituirla. -Le parole scorrevano come l'acqua di un fiume fuori dalla sua bocca senza che lui riuscisse a fermarle, e improvvisamente si accorse che non voleva fermarsi, che voleva liberarsi di ogni cosa, perdonare il passato e lasciarlo andare, concentrarsi sul presente, puntare al futuro. Ma cosa gli riservava il futuro? Avrebbe ritrovato la felicità, o sarebbe stato costretto a vivere per sempre lontano dalle persone che amava?- Sapere di non poterla avere affianco a me faceva male, faceva così male che un po' alla volta ho cominciato a preferire non sentire niente, piuttosto che quel dolore. Ho nascosto tutti i ricordi di mia sorella, i disegni, le foto, i suoi piccoli regali, ho mollato il pattinaggio... E ho vissuto così per anni, senza uno scopo, cercando solo di scappare dal dolore che sentivo dentro di me.
Gabriele rimase in silenzio per un po'. Poi si girò a guardare t/n, e trovò la forza di continuare.
-Un giorno ho guardato la mia vita e ho capito che non potevo continuare in quel modo. Non volevo farlo, non ero sicuro che fosse la decisione giusta, ma decisi di provare di nuovo con il pattinaggio sul ghiaccio. Ma non volevo impararlo, volevo insegnarlo a qualcuno.
-Mi ci è voluto un po', ma ci sono riuscito: sono diventato un allenatore. Il mio lavoro all'inizio non mi piaceva. Mi ricordava mia sorella, quando mi faceva i complimenti e assisteva alle mie gare... Però poi sei arrivata tu. Fisicamente eri completamente diversa da lei, ma il tuo carattere... È così simile al suo. Sei sempre così piena di vita e soprattutto il modo in cui mi tratti, come se fossi davvero importante per te... È stupido, ma mi ricordavi davvero lei. Ho finito per affezionarmi a te; a quando mi ringraziavi alla fine delle lezioni, quando ascoltavi attentamente tutto quello che ti dicevo anche se non aveva niente a che fare con il pattinaggio, a quando mi raccontavi ciò che succedeva a casa tua come se mi conoscessi da sempre... Era come se mia sorella fosse tornata grazie a te. Sono riuscito a sentirmi di nuovo felice, a sentirmi di nuovo come se a qualcuno importasse di me. Per un periodo sei stata una nuova sorella, e io sono tornato a vivere come quando avevo tredici anni. Ma dall'inizio di questo viaggio sono cambiate tantissime cose. Io voglio che tu sia felice, ma... Ogni volta che tu vedo felice con Yuri... Io non ti voglio felice con lui. -Gli occhi tristi di Gabriele avevano finalmente incontrato quelli di t/n, e lui le rivolse un sorriso triste.- Forse se me ne fossi accorto prima avrei avuto una possibilità, ma... Io ti voglio felice con me.
E finalmente, dopo quelli che parevano secoli, le sue labbra si posarono su quelle dell'altra.
Da in fondo alla via, un paio di occhi verdi vedevano furiosi la scena.

Allora, che ne dite? Ammetto che non è uscito fuori esattamente come pensavo, ma sono comunque relativamente soddisfatta del risultato.
Chi si aspettava questo da Gabriele? Avete smesso di odiarlo, ora che conoscete le sue motivazioni?
È tutto molto cliché oppure lo trovate decente?
Boh, sono molto insicura su questo capitolo, anche perché avrei potuto fare angst molto più angst, ma vabbè, così sia Polaroid_otaku sia ZaraDavis2000 sia quelle che non volevano l'angst, se le persone sane di mente ancora esistono, sono contente.
A proposito di Polaroid_otaku, se non fosse per lei l'epilessia della sorellina di Gabriele sarebbe stato un banalissimo cancro, quindi grazie 😂✨

Angel || Yurio x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora