Capitolo 6

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Il venerdì il mio piano andò in atto. Nel pomeriggio io e le ragazze eravamo scese in spiaggia per preparare lo scherzo. Ci eravamo armate di pale, palette e rastrelli dei set da spiaggia di quando era bambina di Autumn per riuscire a fare tutto alla perfezione. Dopo aver svolto il nostro lavoro chiamai Travis, dicendogli di andare subito in spiaggia. Avrebbe trovato un telo mare rosso. Gli avevo detto di sedercisi sopra e di aspettarmi li, io sarei arrivata pochi minuti dopo. Le  mie amiche si camuffarono lungo le strade ancora deserte, solo con qualche signora anziana. Io, invece, ero dietro la casetta di legno del bar lì di fianco. Ero lì con il cellulare in mano pronta a scattargli una magnifica foto. Io e le mie amiche ci avevano lavorato talmente tanto che se il piano per qualche problema non avesse funzionato mi sarei arrabbiata sul serio sta volta. Travis arrivò. Stette un po' in piedi con le mani nelle tasche dei jeans guardando un po' in giro un po' il telo mare, come se aspettasse che comparissi da un momento all'altro. Si tolse la felpa rimanendo in maniche corte, poi si decise a sedersi e cascò giù come una pietra nella buca. Prima che lui salisse corsi vicino a lui e gli scattai qualche foto. La sua felpa era rimasta nella sabbia, perciò gliela rubai, me la misi e scappai. Corsi, corsi più che potevo, corsi fino a quando i miei polmoni me lo permisero. C'era solo un problema: Travis aveva decisamente più resistenza di me... decisamente molta di più. Mi bloccò e cominciò a farmi il solletico. Non la smettevo più di ridere, avevo sempre patito il solletico, era più forte di me! Scivolammo su una pietra e sbattemmo il sedere sulla sabbia ma a lui non gliene importò. Continuò a farmi il solletico. Mi mancava il respiro e tra le risate dissi un <Ba-Basta!> continuai a ridere fino a quando non si fermò. Ci guardammo negli occhi. Eravamo a pochi centimetri di distanza. Non smettevamo di guardarci. Era come se tra gli occhi ci fossero delle calamite che con ci permettevano di distogliere lo sguardo. <Devo andare...> pronunciai in un sussurro. <Va bene...> rispose lui tanto piano come lo avevo detto io. <E tieniti pure la felpa> Risi piano e ci alzammo. Presi lo zaino che era ancora dalla casetta di legno e feci per andarmene <Brooke!> mi voltai verso quel ragazzo che mi stava facendo scoppiare la testa <Ci vediamo domani!>
<A domani!> gli dissi sfoggiando un sorriso. Appena uscita dalla spiaggia cercai il cellulare nello zaino. Dov'era il cellulare? Il cellulare! <TRAVIS!!!!!> urlai correndo per le scale che immettevano alla spiaggia cercandolo nel posto dov'eravamo prima. Non c'era. Era come sparito nel nulla più totale. Il mio cellulare ce lo aveva lui! Ah quella volta me l'avrebbe pagata cara. Le mie amiche, purtroppo se n'erano già andate perciò corsi con tutta la forza che avevo a casa.
<Carter! Carter mi devi prestare il cellulare!> dissi quando lo trovai <E io cosa ci guadagno?> come sempre <per favore Carter! Per una volta che ho bisogno!>
<Va bene!> disse lanciandomi il suo iPhone. Cercai tra la rubrica il numero di Sydney. Mi venne voglia di dargli un bel pugno sul mento quando notai che ce l'aveva ancora salvata come "Sydy💕" ma non persi tempo e la chiamai <Carter?> rispose lei dopo gli interminabili squilli <No! No no no! Sydy sono io!>  
< Brooke? Ma che hai combinato? Hai perso il telefono?> 'Magari!' Pensai io < Me lo ha rubato Travis.> 
< E perché cavolo chiami me? Chiama il tuo numero così gliene dici di tutti i colori e lo ricatti in modo che domani te lo porti a scuola!> 
< Si! Si! Si! Grazie Sydy sei la migliore!> mi precipitai in camera mia chiamando il mio numero. Uno squillo. Due squilli. Tre squilli. < Pronto?> rispose Travis < Io ti uccido!> gli risposi acida
< Ma cosa vuoi farmi va che sei magra come un chiodo!> eh cavolo aveva superato il limite
< Oh vedi cosa ti faccio! Se domani non mi porti il telefono ti giuro che quello che ti ho fatto oggi era una passeggiata in confronto a quelli che farò!>
< Va bene>
< No non hai capito! Io... aspetta va bene?> chiesi incredula
< Va bene! Ma a patto che...> "te pareva! Me ne va bene qualcuna?" Pensai <A patto che tu lunedì starai tutto il giorno con me e farai la mia serva! Dovrai fare tutto quello che ti chiedo senza obbiettare o il telefono me lo terrò io.> "Non può farmi così! Questa è vera cattiveria!"
<Ti giuro che prima o poi te la farò pagare Henderson!> lo sentii dall'altra parte del telefono ridere <Va bene mia piccola Brooke... o dovrei dire serva?> chiusi la chiamata. Avevo il fumo che mi usciva dalle orecchie. Mentre stavo scendendo a ridare il telefono a Carter arrivò una chiamata da Sydney <Ciao Sydy...> risposi ancora fuori dai fogli <Allora? Com'è andata? Gliene hai dette quattro?> "avrei voluto dirgliene quattro..." <No... domani dovrò fargli da serva per tutto il giorno o non mi darà il telefono!> lei mi rimproverò <Ma Brooke! Eri tu che dovevi ricattarlo!>
< Lo so! Spero che non sarà così tanto cattivo!> dopo esserci salutate chiusi la chiamata ed entrai in camera di Carter porgendogli il telefono
< Oh! Ce l'hai fatta! Ma quanto tempo ci hai messo?> mi disse. Mi scappò una risata amara <Proprio a farmi un favore non ce la farai mai eh? Ti fa stare proprio male aiutare la tua sorellina a quanto pare...> chiuse gli occhi come se quelle parole l'avessero colpito <Stai zitta Brooke... tu non sai...> un'altra risata mi scappò < Oh si che so. So di avere il fratello più egocentrico della faccia della terra.> detto ciò lasciai la stanza stanca di vivere con quella persona.

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