Il giorno dopo Alice mi diede lo spartito da suonare e mi annunciò che la prima prova sarà stata la settimana dopo, per darle il tempo di finire la poesia e per dare il tempo a me di studiarmi lo spartito. Quest'ultimo non era difficile. Erano una serie di accordi arpeggiati che componevano la canzone "Rock Bottom" di Hailee Steinfeld. Inoltre cominciai ad accennare a Carter il fatto di andare a Long Island ma non pensavo che lui avesse capito cosa gli avevo detto siccome stava facendo la doccia. I giorni successivi passarono abbastanza tranquillamente tranne per alcuni sgambetti e scherzetti da ed a Travis. Ero in camera pronta a scendere al piano di sotto e andare a mangiare cena quando mi ripetei per un'ultima volta che cosa avrei dovuto dire ai miei. <E siccome io non sono pronta ad affrontare un viaggio del genere volevo chiedere a Carter se mi volesse accompagnare.> perfetto. Ero pronta. I miei genitori non avrebbero rinunciato. Scesi le scale e mi avviai verso la cucina. Da bravi italiani che eravamo mangiammo le tagliatelle al sugo. Ci sedemmo tutti composti e ordinati e mangiammo. Finita la cena era arrivato il mio momento. <Famiglia, aspettate ancora un minuto. Volevo parlarvi. L'altro giorno a scuola è arrivata una nuova ragazza che ci terrà compagnia solo durante le ore di letteratura perché dovrà poi tenere un concorso di poesia. Si chiama Alice. Appunto per il suo concorso di poesia mi ha chiesto aiuto. Mi ha chiesto di suonare la chitarra per accompagnare la sua esposizione. Ci saranno delle prove che faremo per conto nostro ma dovrei poi andare a suonare in televisione il prossimo mese e gli studi saranno a Long Island e siccome io non sono pronta ad affrontare un viaggio del genere volevo chiedere a Carter se mi volesse accompagnare.> conclusi guardando mio fratello negli occhi. "Premio Oscar" pensai. I miei genitori si guardarono un po' poi mia mamma si decise a parlare. <Va bene Brooke, ma a patto che ti accompagni anche Carter alle prove.> come sempre. "Noi vogliamo che tu vada alle prove con Carter perché molto probabilmente ci stai raccontando una frottola più grossa di te e siccome Carter è il figlio più bravo dell'universo mandiamo lui a controllarti!" Questo era il senso della sua frase in versione estesa. Ma ormai ci avevo fatto l'abitudine e a me bastava che mi mandassero a Long Island. Non importa con chi. Non importa come. <Grazie mille. Vado in camera a ripassare per l'interrogazione di domani.> dissi riponendo il mio piatto nel lavandino. La verità era che il giorno dopo non avevo nessuna interrogazione. L'avevo detto per far vedere che ero una brava figlia anche io, anche se loro non si fidavano di me. Il giorno seguente, venerdì, andai a scuola <Sono riuscita a convincere i miei genitori! Sono riuscita a convincere i miei genitori!> dissi saltellando attorno a Sydney <A fare cosa? A fare cosa?> rispose lei con lo stesso entusiasmo. <Ad andare a Long Island!> cominciammo a saltare come due stupide. Intanto arrivarono anche gli altri. <Ciao ragazzi!> ci salutò Cameron <Heyla!> dissi sfarfallando la mano. <Perché sei così felice Brooke?> mi chiese sempre Cam <Beh perché andrò a Long Island agli studi televisivi!!!! A patto che Carter venga con me ma... ci andrò!!!> dissi più felice di prima battendo le mani e saltellando. Non mi accorsi che mancava Travis. Me ne accorsi solo quando arrivò dopo gli altri. Aveva i capelli tutti arruffati e le occhiaie sotto gli occhi. <Ciao ragazzi> ci salutò facendo in seguito in lungo sbadiglio. <Hey che ti é successo? Stai bene?> chiesi preoccupata. <Si si, tutto bene. Non ho dormito molto sta notte e la sveglia non ha suonato.> annuii. <Vuoi un po' di correttore?> scherzò Autumn. <No grazie Autumn. Preferisco tenermi le occhiaie!> andammo in classe tutti insieme. Ci sedemmo come sempre ma appena arrivò la professoressa di algebra ci fece spostare perché diceva che parlavamo. Che poi non ho ben capito quando, come e dove parlavamo ma di sicuro sarà stato uno di quei suoi periodi bui in cui metteva insufficienze anche al migliore della classe per chissà quale strano motivo e a ogni passo che faceva mi auto convincevo che era uno zombie o qualcosa di simile. Quella era tutta matta. Da manicomio oserei dire. Purtroppo al posto di Sydney arrivò Travis. <Riciao Brooke!>
<Buongiorno> risposi triste all'assenza della mia amica. "Ma sei proprio nato per rovinarmi l'esistenza eh tu?" <Cos'hai?> chiese con aria preoccupata <Nulla, Travis. Tranquillo!> lui si guardò un po' attorno, controllò che la prof fosse girata per poi dirmi <Non me la racconti giusta. Che ti sta succedendo?> la verità era che avevo scoperto che la mia migliore amica Matilde si era rotta una gamba e doveva stare ingessata per circa un mese. Ma la cosa più brutta era che in quel periodo avrebbe dovuto fare un provino per la scuola di danza di Venezia: il suo sogno. Ero triste per lei. L'avevo sentita prima di entrare in classe e piangeva, piangeva a dirotto. <La mia migliore amica doveva fare un provino per una scuola di danza ma si è rotta la gamba, perciò non può farlo. L'ho sentita ieri e piangeva, cavolo se piangeva.> disse mentre mi venivano le lacrime agli occhi. In quel momento suonò la campanella. Non ci credevo che era già passata un'ora di algebra. C'erano due opzioni: o l'omino del tempo aveva fatto una delle sue magie oppure Travis aveva fatto una delle sue magie. Ovviamente era la prima. Io non uscii. Travis mi abbracciò e piansi. La vita era veramente ingiusta. Dopo mesi e mesi finalmente avrebbe potuto fare quel maledetto provino, che sognava da quando era una bambina ma "l'Universo ha voluto questo" , sue testuali parole. Dopo due minuti uscimmo per andare in mensa. Dopodiché io e Travis ci avviammo verso l'uscita della scuola. Aveva insistito per accompagnarmi a casa ed io alla fine accettai. Camminavamo a passo lento mentre io ragionavo su quello che era successo. Un silenzio regnava intorno a noi, interrotto solo dal rumore delle numerose macchine che passavano. Mi arrivò un messaggio. Mi portai lo zaino sul davanti, aprii la tasca e lessi il messaggio. Era da parte di Jay. "Sai che mi manchi?" Risposi digitando velocemente sulla tastiera "Mi manchi anche tu!" Dopo qualche minuto mi arrivò una risposta. "Ma ora non mi manchi più!" Rilessi più e più volte il suo messaggio. Possibile che mi stava voltando le spalle anche lui? No, non ci potevo credere. "Perché?" Chiesi. Sentii una voce dietro di me <Girati!> mi girai e lo vidi. Gli corsi incontro e lo abbracciai. Nonostante fossero passati solo due mesi mi mancava già tantissimo. Lo abbracciai e mi scese qualche lacrima, tutto sotto gli occhi di Travis che ci guardava straniti <Travis, lui è Jacopo, mio cugino. Jacopo, lui è Travis!> Jay cominciò a tossire. Era talmente sbadato che per lo spavento gli sarà andata la saliva di traverso. Travis non capì e gli diede dei colpi sulla schiena ma io lo sapevo che era per il nome. Lui la storia la sapeva. Dopo essersi ripreso gli porse la mano e la strinse come se fossero amici da tempo. <Travis mi stava accompagnando a casa!> dissi sfoggiando un sorriso per entrambi. <Jay vieni con noi?> proposi. Lui accettò volentieri e continuammo a camminare verso casa. Quando arrivammo davanti al vialetto d'ingresso Travis continuò per la sua strada dopo averci salutato (e avermi riservato un lieve abbraccio con una rassicurazione per la mia amica) e poi noi entrammo in casa <GENTE!!! GUARDATE UN PO' CHI C'È???> dissi gridando per la casa. Mi stupisco che i nostri vicini non abbiano chiamato la polizia o i servizi sociali per quanto si urlava in quella che era la mia casa. Scesero tutti e salutarono uno per uno Jacopo. Scoprii che i miei genitori sapevano che sarebbe venuto per il weekend ma volevano fare una sorpresa a me e mio fratello. Io e Jay salimmo in camera. <Allora... il tuo amico si chiama Travis, no?> annuii. Sapevo cosa voleva dire. <Tira fuori la foto di nonna.> mi ordinò. Mi avvicinai al comodino sinistro del mio letto. Secondo cassetto. Nell'angolo in fondo a destra. Spostai i caricatori e gli auricolari. Presi la foto rovinata e stropicciata che apparteneva a mia nonna. Era una foto mia e di Travis. Quando me ne ero andata me l'ero ritrovata nella tasca del vestitino che avevo indossato il giorno della partenza. La girai. La calligrafia di mia nonna l'avrei riconosciuta fra mille. "Conservala bene" aveva scritto prima della sua inconfondibile firma. La porsi a Jay, che la esaminò attentamente studiando molto bene tutti i dettagli del bambino corvino. Se solo avessi scelto la scuola in cui andava Trav... in quel momento avrei saputo il suo cognome e l'avrei già trovato, sarebbe stato tutto più facile ma a quel tempo ero solo una bambina. Non guardavo le conseguenze. Vivevo il presente come d'altronde facevo anche a quell'età, in quel pomeriggio in cui mio cugino mi fece quella sorpresa. Vivevo il presente ed ero felice la maggior parte delle volte. <Non lo so Brooke. I bambini possono cambiare molto nel corso degli anni. Ma non vorrei nemmeno saltare a conclusioni affrettate... Conoscilo meglio. È l'unico modo per capire.> disse avvicinandosi a me ed abbracciandomi. <Hai notizie di Mat?>
<Lei sta bene. È solo un po' giù di corda per il provino... tutto lì.> mi consolò. "Tutto a posto" continuavo a ripetermi "Lo troverò" continuavo a dire. "Non ci sarà alcun problema" pensavo ogni notte prima di dormire. Anche perché dicevano che la speranza era l'ultima a morire. E io ci credevo. Forse ero anche un po' troppo ingenua, dovevo sapere che le favole nella realtà non esistono quasi mai.*Spazio autrice*
Buonsalve lettori e lettrici!
Come va?
Il progetto Long Island è approvato!🤩
E mentre Brooke è piena di problemi e complicazioni...
Noi ci leggiamo i suoi capitoli coricati sul divano con un pacchetto di biscotti e mangiando finché non diventiamo tutti obesi!😂
Anyway...
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Ricordatevi di mettere tante ⭐️ e 💬 e...
Al prossimo capitolo!😘
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Lost
Teen Fiction♡ COMPLETA ♡ Brooke Davis trascorse la sua infanzia in Italia, a casa della nonna. A sette anni, però, dovette partire per New York, abbandonando Travis, il suo amico d'infanzia. Brooke ci soffre e spera ogni giorno di ritrovare quel suo amico perd...