Così cominciò una nuova settimana. Durante il lunedì mattina Parker era stato abbastanza distante da noi... strano, di solito eravamo sempre insieme, ci spostavamo insieme, andavamo in mesa insieme... eravamo come l'Attak. Fatto sta che in mensa ci mettemmo d'accordo su cosa fare ad Halloween. Pensavamo di andare da qualche parte ma poi qualcuno diceva che le feste di Halloween erano troppo e non gli piacevano, insomma non riuscivamo a metterci d'accordo. Fino a quando arrivò Carter al nostro tavolo. <Non starò qui con voi tutto il tempo a stressarvi l'anima... Brooke! La sera di Halloween abbiamo casa libera: verranno i miei amici del Baseball... tu fa quello che ti pare... arrivederci!> disse lasciandomi così, senza che io potessi fare domande. <Perfetto... ci state?> ci organizzammo: i problemi erano esistenziali o almeno così Autumn diceva. Il problema principale era: ci mettevamo il costume o venivamo vestiti normali? E dopo varie discussioni arrivammo alla conclusione che non ci avrebbe visto nessuno conciati in quel modo e costume fu. Io ero l'addetta alla musica, Autumn prese l'incarico spuntini, i ragazzi comprarono le cose da bere mentre Sydney, Hazel e Piper erano le "addette al tempo libero"... in pratica decidevano che cosa fare nelle nostre vite. Il pomeriggio andai a cercare un costume. Girai per vari negozi anche se non trovavo uno straccio di costume soddisfacente non mi arrendevo. Uno era troppo scollato, l'altro se mi vestivo in quel modo sembravo una bambina di due anni... poi lo vidi: sulla scatola c'era scritto "Grease: Pink Ladies" e già alla prima parola volevo prenderlo. Si trattava di un costume formato da un paio di leggings neri lucidi, una maglia nera ed un giubbotto di pelle rosa con la scritta sulla schiena "Pink Ladies" in pratica ero Rizzo di Grease. Lo presi senza pensarci due volte. Adoravo Grease e vestirmi come uno dei personaggi del musical era un sogno.
Arrivò la festa. In settimana scoprii che i miei genitori erano andati a Parigi non mi ricordo per cosa... qualcosa di lavoro. Io mi vestii da Rizzo mentre ai capelli feci una coda laterale che mi ricadeva sulla spalla destra usando l'arriccia capelli solo sulle punte. Gli altri avevano dei vestiti un po' più spaventosi, come la tradizione di Halloween vorrebbe ma io non trovavo nulla perciò Rizzo era stato. Autumn era vestita da Morticia Addams, Hazel era Harley Quinn mentre Sydney era uno scheletro. Ora che ci penso avevo un miliardo di costumi tradizionali da qui poter scegliere ma io figuriamoci se faccio qualcosa di semplice. Piper, invece aveva un costume strano che sembrava una sottospecie di strega ma lei continuava a sostenere che sulla confezione c'era scritto "Tentatrice Gotica" perciò lei doveva essere una tentatrice gotica anche se non sapeva che cosa fosse. Per quanto riguarda i ragazzi invece Parker era un licantropo, Cameron era un vampiro, Travis era uno zombie, Colton era una roba verde che sembrava Frankestein e Sawyer era un fantasma o qualcosa di simile. Carter si chiuse in camera con i suoi amici e i pop corn, ne avrebbe dovuti avere abbastanza visto che si era ostinato a portare la macchinetta su per le scale fino in camera sua pur di non uscire di lì. Simpatico, vero? Io invece avevo portato l'impianto stereo di sotto, visto che la festa si sarebbe svolta lì. Avevo già preparato il tavolo (che poi era quello dell'ingresso) su cui avremmo poi posato i vari snacks. Avevo addobbato la casa con decorazioni paurose, come scheletri, ragnatele e zucche varie. I ragazzi arrivarono alle sette e avevamo deciso che per cena avremmo mangiato ciò che avrebbe portato Autumn. Il tavolino si riempì di focaccie, pizzette, salatini... insomma di tutto e di più. I ragazzi invece se ne arrivarono con le bibite e Piper, Sydney ed Hazel se ne arrivarono con una lista chilometrica con cose di ogni genere da fare. Partì la musica e ballammo per buona parte della sera, mangiando tutto il cibo. Alle 23:00 ci sedemmo per terra, tutti attorno al tavolino della sala, il quale avevamo riempito di candele accese. Con le luci spente ci raccontammo delle storie paurose. "Creepypasta" le aveva chiamate Hazel. Cominciò appunto lei a raccontarcene una: quella che mi colpì di più. <Questa storia si chiama "Paranoia". Secondo una recente teoria, se il nostro cervello è fermamente convinto di qualcosa essa, anche se irreale, può avere ripercussioni sul nostro corpo. Ad esempio, incubi molto realistici in cui riceviamo delle ferite possono portare il nostro corpo a generare le stesse ferie al risveglio, e ogni paranoia che causa forte stress al cervello per il suo realismo può causarci danni reali, anche se ci ripetiamo che è solo una fantasia. Un cervello paranoico è difficile da governare. Quindi adesso, prega che il tuo cervello capisca che non c'è nessuno dietro di te.> finito di raccontare ci girammo tutti di scatto a guardare alle nostre spalle. Il cuore batteva forte. Mi aveva fatto molta impressione. Era anche la prima storia horror che sentivo. Non avevo nemmeno visto un film horror, mia madre diceva che erano diseducativi perciò non ci permetteva di vederli. Se mia madre avesse saputo che ci stavamo raccontando quelle storie mi avrebbe proibito di vedere i ragazzi. Continuammo a raccontarci storielle, finché arrivò il mio turno. Presi il cellulare e cercai su Internet qualche storia horror breve. <Ok, ci sono. Si intitola "non alzare gli occhi". Guarda alla tua destra:non c'è nessuno lì.> tutti eseguirono le istruzioni. <Guarda alla tua sinistra: non c'è nessuno lì.> le istruzioni vennero eseguite di nuovo. <Guarda sotto ai tuoi piedi: non c'è nessuno lì.> tutti si guardarono sotto i piedi. <Guarda dietro di te: non c'è nessuno lì.> tutti si guardarono dietro la spalla. <Ma non guardare sopra di te: a lei non piace essere vista.> nessuno alzò gli occhi. Dopo minuti di silenzio Autumn chiese a Sydney, Hazel e Piper <Qualcos'altro da fare?> <Potremmo fare uno scherzo a Carter! La prenderebbe bene?> propose Piper ponendomi l'ultima domanda. <Non so se la prenderebbe molto bene ma non me ne frega niente!> dissi. Così iniziammo a programmare lo scherzo. Prendemmo la scala e la poggiammo sul muro fuori, in modo da arrivare alla sua finestra. Travis aveva il sangue finto e lo spalmò sulle mani di Cameron. Salì sulla scala e diede una manata al vetro, sporcandolo tutto di sangue finto. Sentii, dall'altra parte della porta gli amici di Carter alzarsi e dirigersi verso la porta. Io e i miei amici ci mettemmo in posizione e quando Carter aprì la porta... <BU!!!> gli amici di Carter saltarono dallo spavento. Noi ci mettemmo a ridere e ci battemmo il cinque, poi arrivò anche Cameron con le mani rosse e battemmo il cinque pure a lui sporcandoci con quel liquido rossastro. <Brooke ma sei impazzita? Ci hai fatto prendere un colpo!> disse Carter portandosi una mano sul cuore. <Comunque i nostri staranno via fino a domani pomeriggio. Ora lasciami andare a vedere la partita di Baseball!> io e i miei amici tornammo giù <Volete fermarvi a dormire qua? Tanto i miei non ci sono!> i miei amici accettarono perciò salimmo su in camera mia. <La serata di oggi è stata fantastica ma... c'è solo un dubbio che mi assale... Brooke, da cosa sei vestita?> disse Travis facendo ridere tutti <Sono Rizzo di Grease!> dissi facendo la finta offesa. Gli altri si misero a ridere. Poi cademmo in un sonno profondo svegliandoci la mattina seguente intorno alle nove. Purtroppo dovetti mandare via i miei amici praticamente subito per paura dell'arrivo dei miei genitori. Poi corsi in bagno a togliermi il trucco sbavato e tolsi tutti gli addobbi nascondendoli nella cabina armadio in camera mia. Il pomeriggio i miei genitori arrivarono e stettero tutto il tempo a raccontarci di quanto Parigi fosse fantastica.
Dopo le vacanze del giorno dei santi tornai a scuola. Quel giorno arrivò un nuovo ragazzo e la professoressa di matematica ce lo presentò. <Ragazzi, oggi è arrivato un nuovo ragazzo. Il suo nome è Travis, Travis Watson e arriva dall'Italia.> sbiancai. Mi voltai verso Sydney, che aveva una mano sulla fronte. L'Universo mi si stava ritorcendo contro o cosa? Si chiamava Travis. Arrivava dall'Italia. Si chiamava Travis. Arrivava dall'Italia. Cavolo...*Spazio Autrice*
Ciao lettori e lettrici!
Come va?
C'è stata la festa di Halloween!
Ed è arrivato un altro Travis...
Che ne pensate?
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Ci vediamo al prossimo capitolo!
P.s. Buona Pasqua a tutti e scusate se ieri non sono riuscita ad aggiornare ma avevo tantissimi impegni❤️
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Lost
Teen Fiction♡ COMPLETA ♡ Brooke Davis trascorse la sua infanzia in Italia, a casa della nonna. A sette anni, però, dovette partire per New York, abbandonando Travis, il suo amico d'infanzia. Brooke ci soffre e spera ogni giorno di ritrovare quel suo amico perd...