Capitolo 24

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Era la fine di febbraio ed in casa Davis c'era un via vai di persone che correvano a destra e a sinistra. Vi starete chiedendo come mai... semplice: i due piccoli fratelli Davis dovevano partire per Long Island per andare a fare le prove dello spettacolo di poesia. Questa era la spiegazione che davano i miei genitori almeno. Io e mio fratello preferivamo definirle come "stupide e banalissime prove". Si, lo so che Long Island è praticamente attaccata alla città di New York ma i miei genitori erano preoccupati anche solo quando uscivamo per andare a scuola a piedi perciò Long Island era un vero e proprio passo avanti. Arrivati sull'isola feci rileggere per la milionesima volta il messaggio che Alice aveva mandato a Carter < Dobbiamo essere agli studios alle 3 p.m.> aveva detto mio fratello. Arrivati in hotel ci guardammo intorno. Balcone che guardava la città, letto matrimoniale con lenzuola color crema e specchiera stile "Hey sono la regina Elisabetta" sulla parete di fronte al letto. < Lussuoso!> gridò Carter buttandosi di pancia sul povero letto. Le molle cominciarono a scricchiolare e i rumori che precedevano la rottura cominciavano a farsi largo tra la stanza mentre io pregavo in tutte le lingue del mondo che mio fratello non avesse rotto il letto. < Carter, per favore, siamo arrivati qui da mezz'ora... non cominciare a fare disastri!> dissi a bassa voce < Ma si, Brooke! Ma poi cosa dici? Io non faccio mai disastri!> disse con noncuranza. Io ridacchiai e mi coricai (più delicatamente) di fianco a mio fratello, il quale cominciò a farmi il solletico e farmi ridere come una pazza.

<ALICE PRICE!> gridò qualcuno dietro le quinte degli studios. Salimmo per le piccole scale e accedemmo al palco. Tre aste con i microfoni erano posizionate ordinatamente sopra il palco ma ormai io ero incantata nel vedere la quantità di gente che ci poteva stare nella tribuna. I posti dei giudici erano, ovviamente, i più belli, infatti - ricchi di spuntini e bevande - avevano delle poltrone che sembravano veramente comode posizionate dietro una lunga scrivania.
Mi posizionai dietro il mio microfono e, quando anche gli altri erano pronti, cominciai a suonare la mia chitarra perfettamente accordata in precedenza. Dopo due battute Alice cominciò a recitare la sua fantastica poesia. A volte mi persi nelle sue parole pensando alla verità di esse ma mi ricomposi quasi subito per cercare di non sbagliare gli accordi. Cantammo il ritornello ed Alice recitò di nuovo l'ultimo pezzo della poesia finimmo la canzone duettando io e mio fratello. Finita la prova un operaio che stava guardando dei fogli seduto comodamente al posto dei giudici ci fece un applauso ma quando i suoi colleghi lo guardarono male ricominciò a fare ciò che stava facendo abbassando il capo. Feci una leggera risata per il comportamento del buffo operaio e tornammo dietro le quinte con tutti gli altri poeti. "Ah, quanto darei per essere come loro, per riuscire a scrivere dei versi in rima in grado di far sognare grandi e piccini!" Pensai vedendo scorrazzare in giro persone che parlavano da sole recitando le loro poesie piene di significato. < Sei preoccupata, Alice?> chiese mio fratello alla ragazza dagli occhi azzurri come il cielo, che aveva in comune con il mio fratellone. < Non molto... ho soltanto paura di bloccarmi e non riuscire più ad andare avanti...> si allarmò, allora entrai in gioco io < Te lo prometto su quello che vuoi che io, appena tu ti fermerai, anche se lo sappiamo entrambe che non lo farai, inizierò a cantare parti a caso della canzone in modo che gli occhi di tutti siano su di me così tu metterai la testa a posto e ricominceremo l'esibizione come se nulla fosse successo.> dissi finendo con un lieve inchino come se avessi un intero pubblico davanti. Alice ridacchiò e mi abbracciò ringraziandomi per tutto quello che facevo per lei anche se io non credevo di aver fatto molto, anzi, mi sentivo quasi in dovere a fare qualcosa per renderla più felice o più tranquilla per l'esibizione. Finite le prove Alice ci ricordò la data del concorso e dividemmo le nostre strade. Due giorni dopo sarei andata in televisione.

< Dobbiamo essere lì alle tre in sala cinque> disse Carter leggendo il messaggio di Alice. In verità non sapevo se lo stesse leggendo veramente siccome continuava a dire che se lo ricordava a memoria. Io ero in bagno e mi stavo mettendo il vestito per il concorso visto che erano le 2 p.m. e noi l'ora dopo dovevamo già essere in studio. Carter si era già cambiato siccome aveva insistito a fare la doccia prima di me. Quando finii anche di truccarmi andammo allo studio ma di Alice nessuna traccia. La cercammo ovunque ma nulla. < Sicuro che il messaggio dicesse così?> chiesi a Carter < Si, te l'ho già detto! Alle tre in sala cinque!> ripetè per l'ennesima volta. Ci sedemmo su delle sedie e aspettammo invano Alice. Non potevamo nemmeno chiamarla visto che quella furbizia di Carter aveva dimenticato il telefono a casa e il mio era spento. < Forza! Tutti dietro le quinte!> ci richiamò un tizio che lavorava lì. Noi seguimmo la massa di ragazzi che si spostava dietro quel signore in divisa. Passò una mezz'oretta quando arrivò un ragazzo che sbraitava in cerca di qualcuno. < Fratelli Davis! Fratelli Davis! Siete voi i fratelli Davis?> ci chiese. Noi annuimmo e allora lui ci prese per le braccia < Forza! Sul palco!> disse spingendoci sopra quel palco enorme mentre i giudici ci guardavano. Noi avanzammo piano piano e arrivammo ai due microfoni posizionati al centro. Non era la stessa sala dove avevamo fatto le prove. Guardai Carter. Anche lui mi guardava. Mi avvicinai al microfono. < Buongiorno, noi siamo i fratelli Davis e... e oggi vi canteremo una canzone... ehmm... "Rock Bottom" di Hailee Steinfeld.> dissi prendendo la chitarra. Così cominciammo a cantare. Mentre cantavo mi sentivo molto in sintonia con mio fratello, come non lo ero mai stata. Sembrava quasi un sogno o un gioco. Si, un gioco. Ridevo, mi piaceva e quando la canzone finì tutto il pubblico si alzò in piedi battendo le mani. Poi i giudici si congratularono con noi e diedero i loro voti.
Quattro si.
Uno per ogni giudice.
Saltai in braccio a mio fratello. Non ci credo... facevamo parte di un talent show! Scendemmo e tornammo dietro le quinte. Avevo le lacrime agli occhi. Abbracciai un'altra volta Carter: ma come era possibile? Lui rideva e mi abbracciò. Cercammo di realizzare la situazione e poi tornammo in hotel. Carter prese il telefono in mano con ancora il sorriso stampato sulla faccia. Poi sbiancò e mi guardò.
< Brooke... ho fatto un casino.>

*Spazio autrice*
Salve lettori e lettrici!
Come va? Spero bene!
Comunque sono riuscita ad aggiornare! Scusatemi per l'enorme assenza ma avevo un sacco di impegni. Ora riprenderò gli aggiornamenti classici e, si, lo so che oggi è domenica ma ieri non avevo internet quindi non ho potuto pubblicare.
Comunque ci vediamo sempre il martedì e il sabato e spero di riuscire ad aggiornare con costanza.
Che casino avrà combinato Carter?
Lasciate una ⭐️ ed un 💬 per favore perché non costano nulla e...
Ci vediamo martedì con il prossimo capitolo!❤️

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