Capitolo 18

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La vigilia era arrivata anche nella città di New York e cosí anche in casa Davis tutti parlavano del giorno seguente anche se, come ogni anno, la festa di Natale non sarebbe stata tanto diversa dagli altri giorni dell'anno. Quel pomeriggio, ovviamente, il mio spirito natalizio era alle stelle. Ma che dico alle stelle? Era oltre le stelle! Era tutto il giorno che saltellavo per la casa con il mio maglione veramente brutto con le renne ricamate sopra. Me lo aveva regalato zia Joe la settimana prima ed io, nonostante lo trovassi bruttissimo, ne ero a dir poco entusiasta, in fondo il Natale, oltre ai regali e alla famiglia era anche sinonimo di maglioni brutti che pizzicano il collo, no? Fatto sta che andai a casa di Sydney con quel maglione sentendomi dire da tutti che faceva veramente schifo. La cosa buffa era che ero d'accordo con loro. Per la prima volta in quel mese potevo dire di essere veramente felice e spensierata. La scuola era finalmente finita e con lei anche le mie giornate schifose con quella strega di Madison sempre in mezzo. Quando arrivarono tutti cominciammo ad aprire i regali seduti tutti intorno all'albero addobbato con ogni sorta di palline. Ne aprivamo uno per volta a turno. Io ricevetti dalle ragazze uno di quei pigiamoni che io amo tanto, anzi come li chiamo io pigiatuta, a forma di unicorno. La mia vita era ufficialmente completa. Lo avevo sempre visto su Internet che lo indossavano quelle giapponesine con i capelli a caschetto e io ci sbavavo letteralmente dietro ma mi ero sempre scordata di chiedere la Carta di credito a mamma per comprarmelo. Dai ragazzi, invece, ricevetti due regali diversi: da Travis, Cameron e Sawyer ricevetti un pacco enorme di ricariche per la polaroid mentre da Colton e Parker ricevetti due libri. Uno era molto bello: si chiamava "Il problema è che ti amo" la copertina era fantastica e anche il libro doveva essere molto bello: ne avevo sentito parlare. Il secondo, invece, era "cancella il giorno in cui mi hai incontrato" il titolo prometteva bene. Almeno avevo qualcosa da leggere visto che avevo finito tutti i libri anche perché se no mi toccava rileggermene uno che come minimo avevo letto cinque volte. Poi arrivò il mio turno. <Allora ragazzi. Avrete notato che, sotto l'albero non c'è nessun regalo da parte mia. Questo perché il mio regalo è un soggiorno per dieci giorni nella baita dei miei genitori. Se verrete ne sarei molto felice: ci sarà da divertirsi!> tutti rimasero a bocca spalancata. Nessuno parlava allora continuai <Se vi va bene andremo dal 27 al 5 o al 6. Vi va?>
<Su nella tua baita?> chiese Autumn forse per essere certa di ciò che avessi detto. Annuii. <Io ci sto.> disse poi Autumn. E uno dopo l'altro accettarono. Ne mancava solo uno: Parker. <Parker tu non ci sei?> chiesi. Lui mosse la testa da una parte all'altra come per dire di no. Iniziò a deglutire e a guardarsi intorno. Sembrava agitato ma non capivo per cosa. Insomma mica lo mangiavo se mi diceva che non c'era! <Io... io-io... d-devo... andare via con i miei genitori!> si giustificò. <Oh, non fa niente, sarà per un'altra volta!> mi sembrava un atteggiamento molto strano da parte sua ma non ci feci molto caso, anche perché gli altri cominciarono a stressarmi facendo troppe domande. <Farà freddo?>
<Si, farà molto freddo... un po' come qua ma un po' di più> risposi.
<Devo portare qualcosa tipo bibite o roba da mangiare?>
<No, tranquilli. Ci penserà la mia famiglia a portare le provviste.> dissi.
Erano tutti entusiasti di questo soggiorno e lo ero anche io, forse molto più di loro. Non mi era mai capitato di portare nessuno in baita, c'era anche da dire che avevo davvero pochi amici e ora che stavo cominciando ad averne di più volevo renderli un po' partecipi di ciò che era la mia vita. Non che ne avessi a migliaia ma meglio dei cinque o sei dell'anno scorso. Ovvio, i miei amici più intimi sono loro ma in quel momento della mia vita ne avevo molti altri. <Grazie ragazzi che verrete in tanti!> dissi ad un certo punto bloccando il fiume di domande che stava rischiando di allegare la casa. <Grazie a te che ci hai invitato!> rispose Cameron per tutti. Poi mi venne in mente una cosa <Ragazzi... mi sono dimenticata di dirvi una cosa...> vidi tutti quanti allarmati <Verrà anche Carter con noi...> i miei genitori non si sarebbero nemmeno immaginati di mandarmi BEN DIECI GIORNI in una baita in montagna con i miei amici (in cui tra l'altro ci possono spiare tramite le telecamere che aveva installato accuratamente mio padre una per una) senza accollarmi quel figlio perfetto di mio fratello. Sia mai che io, Brooke Davis, combini mai qualcosa. Tornando a noi in quel momento mi aspettavo una tragedia, l'inizio della terza guerra mondiale e la distruzione dell'umanità intera da parte loro invece non successe nulla. E ricominciarono a farmi domande riguardo a cosa portare e come vestirsi. Restammo tutto il giorno a casa di Sydney quando iniziammo a cantare canzoni natalizie. Immaginatevi Travis che le sbagliava tutte, Colton che ne cantava solo mezze, Autumn che faceva finta di cantare e muoveva solo le labbra. In poche parole facevano veramente schifo. Eravamo tutti stonati a cantare "Let it snow", "Santa tell me", "All I want for Christmas is you" e "So this is Christmas" accompagnati dal crepitio del camino mentre saltavano per il soggiorno e ballavamo. Fantastici. Veramente fantastici. Ma era così che io mi immaginavo la vera felicità. Un gruppo di ragazzi spensierati, senza problemi che fanno ciò che gli pare, l'importante era rimanere sempre insieme. Adoravo quel periodo dell' anno soprattutto per questo: tutti erano felici e anche nel più sadico dei serial killer poteva accendersi un barlume di tenerezza, una flebile fiamma di una candela che avrebbe fatto sciogliere il suo cuore di ghiaccio. Perché io il Natale me lo immaginavo così. Anche io che avevo decisamente troppi problemi per la testa, che avevo fin troppe cose da risolvere il magico giorno di Natale mi dimenticavo tutti i problemi, tutte le disgrazie, le lasciavo da parte per poi riprenderle dopo, tornando alla vita di tutti i giorni, tornando alla scuola e ai pomeriggi di studio o per altri al lavoro. Era un periodo felice in cui nessuno era cattivo (o quasi) e la magia aleggiava nell' aria.

*Spazio autrice*
Ciao lettori e lettrici!
Come va?
Partiamo dalle cose importanti:
Questo capitolo è dedicato a Iasmina238 ! Ciao Iaaaaa!!!😂😘
Anyway..........
Il Natale è arrivato! O meglio la vigilia di Natale è arrivataaaaa!!!!!
Si va bene...
Come vi è sembrato il capitolo?
Ricordatevi di lasciare tante ⭐️ e 💬!
Ci vediamo al prossimo capitolo!❤️

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