Il giorno seguente ci svegliammo e, accorgendoci del fatto di aver dormito l'uno sopra l'altro, ci mettemmo a ridere. La nostra posizione era indescrivibile tanto eravamo messi disordinatamente.
Decidemmo che quel pomeriggio saremmo andati a fare una passeggiata nei boschi visto che le previsioni dicevano che sarebbe stato un pomeriggio soleggiato.
Ci preparammo con gli scarponi nei piedi e gli zaini in spalla e partimmo alla ricerca di nuove avventure. Io avevo preso anche la telecamera, decisa a registrare tutto quanto.
Mentre camminavamo a volte mi perdevo a guardare la neve bianca che scorreva sotto i miei piedi. Quella neve così soffice che cadeva leggiadra sui sentieri boschivi e li ricopriva con il suo manto bianco. Era così delicata che appena la sfioravi lasciavi l' impronta, come quelle dei nostri scarponi sulla strada lasciata alle nostre spalle. A volte mi tiravo il berretto di lana sulle orecchie perché brividi di freddo percorrevano il mio corpo ad ogni secondo. Dopo una lunga camminata trovammo un grande spiazzo su cui c'erano grandi pietre su cui sederci. Me lo ricordo quel posto, ci andavo sempre anche negli anni precedenti con Carter. Ci sedemmo su una pietra e appoggiammo gli zaini sulla sua fredda superficie. < Allora? Cosa facciamo?> chiese Cameron. Eravamo tutti in silenzio, anche la natura aveva deciso di interrompere i suoi suoni. A volte si sentiva solo il movimento dei rami degli alberi, ormai spogli, come se gli si fosse stato tolto tutto, eppure avevano tutto ciò di cui avevano bisogno per vivere. Noi esseri umani, invece, non siamo così. Vogliamo sempre tutto, siamo avidi. Non viviamo più se non abbiamo l' ultimo modello di smartphone o il Pc più bello che esista, non accorgendoci che, si, quelle cose sono utili, ma che abbiamo tutto quello che ci serve per condurre una vita bella e senza preoccupazioni proprio sotto il naso: l'amicizia, l'amore, la famiglia, sono queste le cose che contano di più nella vita.
< Non lo so, so solo dirti che starei tutta la vita qua.> disse Sydney portandosi le mani dietro la nuca e sdraiandosi sul gelido masso. Concordavo con lei, quell'atmosfera così natalizia sarebbe stata la colonna sonora di tutte le mie giornate se solo non patissi così tanto il freddo. Il naso mi era già diventato un ghiacciolo e di sicuro era già rosso come un peperone. Ad un certo punto il freddo mi pervase tutto il corpo. La faccia era ormai diventata un ghiacciolo come quelli che si mangiano in estate, la neve scese ed entrò dentro la maglia. Mi sbrigai a togliermi tutta la neve dal viso per poi guardare dritto negli occhi l'artefice di questo malefatto. Travis se la rideva a crepapelle, si teneva la pancia per le tante risate. < Ah si? Tu sfidi Brooke Davis? Hai voluto lanciarmi una palla di neve? Ora te la vedrai con me!> dissi prima di prendere tra le mani della neve e lanciarla a casaccio davanti a me mancando miseramente Travis. Presi un altro po' di neve e cominciai a correre verso di lui mentre se la svignava. In poco tempo cominciammo tutti a lanciarci palle di neve, la nostra diventò una vera e propria battaglia: ci riparavamo dietro le pietre, ci costruivamo i fortini, esattamente come facevamo da piccoli. Avevo super freddo ma non me ne curavo, i piedi facevano male e le mani tanto peggio ma era come se in quel momento tutto il dolore ed il freddo fosse sparito, lasciando spazio alla gioia dei bambini, alle risate e alle corse. I capelli erano bagnati e le gote rosse mentre i muscoli dei polpacci facevano male ad ogni corsa che facevo ma non spariva il sorriso. Dopo un po' ci buttammo a terra, stremati. < Io sventolo bandiera bianca!> disse Cameron. < Chi mi da una bandiera bianca?> continuò
< Siamo circondati dal bianco...> disse ironicamente Carter. Allora Cameron prese una manciata di neve e la buttò in aria, ricoprendosi per un' altra volta il viso di neve. Tornammo a casa rifacendo lo stesso percorso di prima e quando arrivammo nella baita ci godemmo una bella cioccolata calda con panna, giusto per ingrassare un po'. Carter accese il camino e noi ci mettemmo comodi, con maglioni e calzini colorati con le stelle alpine. Ok i calzini con le stelle alpine ce li avevo solo io. Ma comunque ci sedemmo sul divano e guardammo un film di Natale. Ok, ok il film di Natale lo guardai solo io, visto che gli altri si lamentavano che era brutto. Ma invece non era brutto! Parlava di una renna di Babbo Natale che si faceva male ad una zampa ed un bambino la curava tenendola nascosta nel suo fienile. Insomma, era alto cinema quello. La sera, dopo cena, presi la chitarra e ci mettemmo a cantare canzoni strampalate seduti attorno al divano. Insomma, dopo un pomeriggio a dir poco stancante cantare una bella canzone al caldo era un toccasana per noi e, non per vantarci ma avevamo fatto una camminata bella lunga e ce lo meritavamo.
Dopo andammo a letto. Mi coricai tra le lenzuola e le annusai. Il profumo era molto intenso ed era quello del detersivo che usava sempre la mamma per la lavatrice. Dopo due minuti arrivò anche Carter che si coricò accanto a me. < Buonanotte>mi sussurrò
< Buonanotte> gli risposi io. Fu questa l'ultima cosa che mi ricordo, poi mi lasciai cadere nel sonno.Mi svegliai di soprassalto. Il respiro era affannato e la fronte sudata. Tastavo con forza tutto ciò che c'era attorno a me, come per essere sicura di ciò che era presente fosse tutto reale. Quando mi tranquillizzai cercai di regolarizzare il respiro. Mi toccai la fronte e la mano si bagnò leggermente con le goccioline di sudore. Dopo un po' mi coricai nuovamente, presi il telefono e vidi che erano le tre. Mi girai e mi rigirai, senza ottenere nessun risultato. Quando mi voltai verso la parte di Carter lo beccai a guardarmi. Sinceramente? Mi presi un infarto. < Pensi di stare sveglia a rigirarti nel letto ancora per molto?> mi chiese. Io appoggiai la testa sul cuscino. < Scusami, non intendevo svegliarti> mi giustificai.
< Sta tranquilla, non è successo niente... hai sognato brutto?> mi chiese. Annuii.
< Vieni qua.> disse aprendo le braccia per accogliermi. Io, senza esitare, mi ci fiondai dentro. <Carter?> chiesi
<mmm?> mi fece lui
< Secondo te Travis si ricorderà ancora di me?> chiesi ancora.
< Si, secondo me ti pensa e magari ti sta pensando proprio in questo istante.> ed era vero, magari mi stava pensando proprio in quell' istante.
< Ci rincontreremo mai?> chiesi.
< Si, secondo me vi rincontrerete e anche più presto di quanto tu creda.> disse stringendo l'abbraccio. < Ti voglio bene, Brooke.> disse, prima di lasciarmi un dolce bacio sulla fronte. < Ti voglio bene anche io.> risposi rimando.*Spazio autrice*
Buonasera lettori e lettrici!
Come va?
Per loro, a New York, è inverno mentre da noi (finalmente) si sta avvicinando l'estate è (di nuovo, finalmente) la scuola sta finendo!
Siete felici!
Anyway...
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Ricordatevi di lasciare tante ⭐️ e 💬 perché non costano niente e...
Ci vediamo al prossimo capitolo!❤️❤️❤️
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Lost
Teen Fiction♡ COMPLETA ♡ Brooke Davis trascorse la sua infanzia in Italia, a casa della nonna. A sette anni, però, dovette partire per New York, abbandonando Travis, il suo amico d'infanzia. Brooke ci soffre e spera ogni giorno di ritrovare quel suo amico perd...