Capitolo 27

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<Mamma... ma perché non mi porti dalla nonna? Mi manca! E mi manca anche Travis!> piango <No, Brooke. Non puoi tornare dalla nonna.> mi dice la mamma severa. <Ma perché? Io voglio andare da lei e da Travis! Perché non ci posso andare?> continuo a piangere, le lacrime finiscono sui miei vestiti, per terra, sui vestiti di mamma. <Perché... perché tua nonna non c'é più, Brooke. È morta.> mi dice poi se ne va. La stanza è vuota, ci sono solo io seduta per terra. La nonna è morta... no no no! Piango finché non ho più lacrime nel corpo, grido, singhiozzo, batto i pugni a terra.

Mi alzai di scatto dal letto grondante di sudore. Un incubo. Solo e soltanto un incubo. Niente di più. Scesi in cucina e bevetti un bicchiere d'acqua. Guardai l'orologio e vidi che erano le 4 a.m. ma nonostante ciò non avevo sonno e non intendevo andare a dormire, anche perché non ci sarei riuscita. Andai in salotto e per un momento pensai di accendermi la tele e guardarmi qualcosa ma poi mi venne in mente che avrei svegliato mezza New York perciò optai per guardarmi un attimo il cellulare. Coricata sul divano come una principessina (ciò significa con la testa a penzoloni e le gambe messe a caso dove mi capitava) guardai Instagram: tutte cose profonde quanto la ciotola del cane. Persone che tagliuzzavano gli slime, giapponesine che mangiavano il ghiaccio e quei video stupidi che andavano tanto di moda. Che dire se non WOW. Dopo un po' mi arrivò la foto di un libro ma non uno qualsiasi. Era un thriller e io l'avevo comprato ma quando mia mamma mi scoprì a leggerlo me lo prese e se lo portò con se dicendo che era "diseducativo". In quel momento mi venne la bellissima idea di andarlo a cercare nel suo ufficio, tanto non mi avrebbe scoperta e la trama mi aveva presa un sacco. In punta di piedi cercando di non riprodurre suoni di alcun genere andai nell'ufficio di mia madre. Ci credete se vi dico che facevo attenzione anche a respirare? Beh, credeteci. Iniziai a guardare in tutti i cassetti della scrivania ma non c'era. C'erano solo penne e block-notes, come se avesse bisogno solo di quello nella vita. Mi spostai a guardare nei cassetti della libreria. Anche questi pieni di penne e block-notes. Ma cos'è tutta sta roba? Potrebbe fare un mutuo di penne e block-notes. Nell'ultimo cassetto della libreria c'era un documento, mezzo stropicciato che colpì la mia attenzione. Lo presi e lessi: "CERTIFICATO DI DIVORZIO". Appena i miei occhi puntarono quella frase stampata in grassetto sulla carta bianca il mio cuore cominciò a battere sempre più velocemente. Sentii un rumore da corridoio perciò rimisi tutto a posto com'era e scappai in camera mia ma la mia mente non si era dimenticata di quello che avevo appena visto. Mamma o papà sarebbe andato... sarebbe andato a vivere via?

<Brooke! Ti abbiamo vista in Tv, sai? Sei stata grandissima! Siete stati veramente bravi te e tuo fratello! Sono sicura che vincerete il talent!> disse Sydney appena mi vide entrare nella scuola. <Beh, grazie Sydy!> dissi. Le lezioni non passavano, o meglio, passavano ma io continuavo a pensare a quel documento. Non ci potevo credere. Mamma e papà non mi sembravano tristi e nemmeno così annoiato da portarli a prendere questa decisione. Stavo cercando ogni scusa, qualsiasi cosa che mi poteva portare a credere che mamma e papà non stavano più bene insieme, stavo cercando di tutto per scusarli, per dirgli "ok allora se sta così vi capisco" ma non trovavo nulla. Non capivo quali erano le loro ragioni... magari non si amavano più? O magari ero io, magari era colpa mia... forse avevo fatto qualcosa che... no, non credevo di aver fatto qualcosa di così grave. Sta di fatto che non seguii nessuna delle lezioni e solo a mensa riuscii a staccare per un attimo la spina e a stare con i miei amici. Quando le lezioni terminarono andai diretta da mio fratello <Carter, ti devo parlare...> dissi avvicinandomi a lui. Stava parlando con un suo amico e, come mi aspettavo, mi disse <Non ora Brooke> e continuò a stare con il suo amico mai visto prima. <No, Carter. È importante... per favore...> lui mi guardò e sbuffò prima di prendermi per un braccio e portarmi in un luogo appartato <Carter ti volevo dire che...> i miei occhi diventavano lucidi. Non ne avevo ancora parlato con nessuno e me la aspettavo questa reazione dal mio corpo. Cercai di trattenere le lacrime e continuare a parlargli <...praticamente ieri mattina sono andata nell'ufficio di mamma e... e ho trovato un certificato di divorzio.> dissi prima di scoppiare a piangere. Lui mi abbracciò nonostante il suo shock. Continuavo a piangere e lui a consolarmi. <Non voglio che mamma e papà divorzino... Carter non lo possono fare...> dissi con la voce rotta dalle lacrime. <Lo so, Brooke, ma loro hanno anche la loro vita e... se vogliono divorziare divorzieranno... avranno anche le loro valide ragioni, no?> annuii, la stessa cosa che avevo pensato anche io. Carter mi prese il volto tra le mani. <Se sta succedendo veramente, se mamma e papà stanno divorziando veramente noi lo supereremo insieme ok? Non ti lascerò sola, non anche questa volta...> disse prima di abbracciarmi di nuovo. Perché io lo sapevo, da quando ero di nuovo arrivata qua che lui stava cambiando. Un barlume di speranza era sempre stato acceso dentro di me ed ora... ora era come se Carter stesse alimentando questo barlume per farlo diventare fuoco, fuoco che avrebbe bruciato il dolore facendolo diventare solo un mucchietto di cenere che poi sarebbe stato spazzato via dal vento dell'amore. Perché è così che fanno i fratelli, ed è così che avremmo fatto anche noi.

Arrivai a casa, scaraventai la cartella per terra e mi buttai leggiadramente a peso morto sul letto. Stetti lì, a non fare nulla. Non avevo la forza, la mentalità e qualsiasi altra cosa serva per fare qualcosa. Tutto ciò che mi limitai a fare fu mettere "Illuminate" di Shawn Mendes, l'album per eccellenza che mi aiutava a rilassarmi, e a prendere il telefono quando sentii che mi arrivò un messaggio.
Travis
Brooke, tutto a posto? Ho visto che oggi eri un po' giù di corda e mi sono un po' preoccupato...
Travis era veramente una brava persona, ci pensava sempre a me e notava tutto: se qualcosa non andava lui lo capiva e faceva di tutto per farti sorridere e farti passare una bella giornata.
Io
Si, tutto bene. È vero che oggi non è stata proprio una giornata bellissima per me ma ora è tutto a posto. Grazie per esserti preoccupato per me.
Travis
Prego! Ci vediamo domani Brooke, ti voglio bene.
Io
Anche io ti voglio bene, a domani!

Il mio cervello si sciolse alla vista di quelle parole... ma che carino che era stato! Io, che mi guardavo un sacco di serie tv e mi leggevo valangate di libri adoravo quando la protagonista femmina aveva un amico maschio così dolce. Ero sempre stata una sostenitrice dell'amicizia tra maschio e femmina e avevo sempre creduto che un ragazzo e una ragazza potessero tranquillamente essere amici. Senza nessun altro fine. Come me e Travis da piccoli. Eravamo io e lui che correvamo nei campi senza nessun altro scopo nella vita. E non so cos'avrei dato per tornare bambina anche solo un minuto.

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