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Capitolo 38

La spinta di Aaron e la sua malizia dietro questo gesto fa persino più male dell'impatto del mio corpo contro il pavimento.

Gli occhi di Harry si incendiano di rabbia mentre fa un passo in avanti e spinge violentemente Aaron.

"Come osi trattarla in questo modo?" ringhia.

La paura prende il posto della rabbia sul viso di Aaron mentre va a finire contro il muro.

Sembro paralizzata a terra mentre guardo gli eventi che stanno accadendo davanti ai miei occhi.

"So che la vuoi," ringhia Aaron, riprendendosi dalla paura. "So che le vai dietro da-"

"Ti sbagli," sbotta Harry. "Io e Rose siamo solo amici."

"Oh, davvero? Mi sbaglio?" Un sorriso malvagio attraversa il viso di Aaron. "Non mentirmi, sei così-"

"Non sai un cazzo, Dottor Ragazzo, e se vuoi che la tua faccia rimanga intatta, ti avverto di tenere chiusa la tua sporca bocca del cazzo." La voce di Harry è ruvida e minacciosa.

"Oh giusto, sono sicuro che il contabile possa rompermi la faccia," schernisce Aaron ed Harry si avvicina di più a lui.

Mi alzo da terra. "Aaron, basta! Ne ho abbastanza. Hai fatto quello che dovevi fare. Ora vai via!"

Entrambi mi guardano.

Aaron sembra che stia sul punto di scoppiare in fiamme mentre guarda di nuovo verso Harry.

"Voglio il tuo miserabile culo fuori di qui, ora," Harry dice a bassa voce.

Aaron si gira di nuovo verso di me.

"Rose," dice. "Dai, possiamo sistemare le cose."

"Pensi di potermi trattare di merda e poi di 'sistemare' le cose con me? Scordatelo."

Aaron guarda tra me ed Harry. "D'accordo, andrò via di qui," dice, la sua voce invia brividi lungo la mia schiena. "Ma so qualcosa che sarebbe meglio che io non sappia. Per cui guardatevi le spalle." Il mio sangue raggela alle sue parole.

Aaron fa una smorfia verso di noi un'ultima volta prima di girarsi e sparire nella scalinata, i suoi passi arrabbiati rimbombano mentre scende le scale.

Harry mi guarda.

"Stai bene?" Mi chiede con calma.

Annuisco e sposto i miei capelli dal viso. Mi sento così debole. Ho sempre voluto essere forte, e indipendente, ma ho un terribile difetti: ho paura di rimanere sola.

"Andiamo," dice Harry, indicando il suo appartamento. "Preparerò del tè."

Chiudo gli occhi per un istante e il dolore alla testa inizia a farsi sentire. "La mia relazione con Aaron faceva schifo ma. . . io mi sento lo stesso sola in questo momento e io --"

Harry si gira per guardarmi, un sorriso triste sulle sue labbra.

"Non sai cosa vuol dire davvero sentirsi soli come lo so io, Rose."