Capitolo 53

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I giorni seguenti cadono in una routine.

Sto da Harry per tre notti, fino a quando non riuscirà a riprendermi la chiave da Aaron, il che avverrà oggi, di venerdì. Gli ho detto più e più volte che posso occuparmene da sola, ma mi lancia sempre un'occhiataccia che non riesco a decifrare e poi con tono severo, mi dice 'no'.

Harry mi ha anche accompagnata a lavoro, e ancora, gli ho detto che posso farlo da sola, ma ogni volta mi fa un sorrisetto e dice, "Rosie, non sei preoccupata per l'ambiente?"

E naturalmente, Harry ha sempre l'ultima parola.

Ogni sera, ritorniamo a casa per le cinque, Harry si lamenta continuamente del traffico nell'ora di punta ed io gli alzo gli occhi al cielo. Lui prepara la cena, qualcosa di diverso ogni sera, e anche se mi offro di aiutarlo a cucinare, mi lancia un'occhiataccia e dice, "Rosalie, porta il tuo culo fuori dalla mia cucina."

Allora lo faccio, sorridendo al suo linguaggio volgare.

Abbiamo sempre delle conversazioni animate durante cena--la maggior parte delle volte, litighiamo. Anche se non sono delle litigate gravi--sono più delle litigate civili. Finiscono sempre con uno dei due che scoppia a ridere troppo forte, e la maggior parte delle volte, quella sono io.

Guardiamo "The Office" ogni sera dopo mangiato, scambiandoci informazioni di quante volte abbiamo visto quello stesso episodio. In questi giorni passati, non credo di aver mai visto Harry sorridere in quel modo e così spesso.

E alla fine di ogni serata, Harry mi augura la buonanotte mentre mi sistemo sul divano-letto, ma rimango sempre sveglia per circa un'ora prima di andare di nascosto nella camera di Harry, e scivolare nel letto, di fianco a lui. Non mi chiede mai cosa io stia facendo, o se abbia avuto ancora un altro incubo, si limita ad avvolgere le sue braccia intorno a me e a sospirare assonnato, aggrovigliando le sue gambe con le mie.

Non ci baciamo dalla prima notte, ma lo sorprendo sempre a fissarmi le labbra mentre parlo.

Per me sembra quasi come se questi giorni siano state delle vacanze.

Sono seduta sul divano di Harry ora, mentre leggo una rivista e aspetto che lui termini la sua chiamata con Louis. Mi ha detto che stasera mi riprenderà la chiave, ma sono le sei passate e sto considerando il fatto di andare a prendermele da sola.

Emerge finalmente dalla sua camera, facendo passare una mano tra i capelli.

"D'accordo, sto per andare," dice, mettendo in tasca il suo cellulare e afferrando le chiavi dal comodino.

"Spiegami di nuovo perché non posso venire con te."

"Perché Aaron è un figlio di puttana e non ti voglio vicina a lui," dice Harry molto semplicemente. Indossa una camicia a quadri blu e i suoi soliti jeans, le sue guance sono arrossate.

"Harry, e se ti fa del male?"

Harry solleva un sopracciglio, "Gli farò del male anche io, il doppio." Fa un sorrisetto.

Sospiro. "Posso venire?"

"No. Ora, ritorna a leggere quella rivista che si è presentata di nuovo nella mia cassetta della posta."

Alzo gli occhi al cielo. "Lascia perdere!"

Fa di nuovo un sorrisetto prima di aprire la porta, girandosi di nuovo verso di me. "Ritornerò tra un'ora, non fare niente di stupido."

"Dovrei dire la stessa cosa a te."

"Io? Stupido?" Sbuffa.

"Vai," dico, sogghignando mentre lo caccio fuori.

hidden [h.s.] (italian translation) *EDITED VERSION*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora