5. Bad boy, good lips

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"Giù. Giù. Giù. Giù", mi urlano tutti i ragazzi attorno.

Sono ancora al bancone con Lena e questo sarà il sesto shot che butto giù. Ormai non sento più nemmeno la terra sotto i piedi. Ho una sensazione di leggerezza addosso mai provata prima d'ora e non so se sia positiva o negativa, ma per ora va bene così.
Mi gira la testa, inutile negarlo. Non mi ero mai ubriacata con nessuno, non sapevo nemmeno che gusto avesse alcool, alias disinfettante per le ferite sul cuore, così diceva sempre mio nonno, perciò non mi stupisco se mi sento come se fossi appena scesa da una giostra dopo venti giri in tondo.

Non so come ci siamo finite ad essere circondate da persone sconosciute che ci incitano a bere, ma siamo qua e tanto vale ingoiare anche questo.

Sbatto per prima il bicchierino sul banco e tutti iniziano ad applaudire e a urlare facendo versi indecifrabili. Le voci mi arrivano ottavate e sono costretta a sbattere più volte le palpebre cercando di mettere a fuoco, ma senza risultato.

Non capisco molto, anzi non capisco proprio più nulla. La vista ha iniziato ad offuscarsi dal quarto bicchiere, ma ormai era troppo tardi per tirarmi indietro.
Mia mamma non mi ha mai messo in guardia sugli effetti di questo liquido, all'apparenza tanto simile all'acqua. Forse avrebbe dovuto dirmi che non si dovrebbe esagerare, soprattutto se è la prima volta, ma non ne ha avuto il tempo.

"Andiamo Angel, ancora uno" Mi urlano da dietro.

Come fanno a sapere il mio nome?

Chi sono queste persone?

Io non conosco nessuno o meglio non li riconosco. Forse frequentiamo le stesse lezioni a scuola, abbiamo storia o biologia in comune, chissà, attualmente posso solo dirvi che i pochi volti che ho visto li scorderò entro la fine di questa notte, ne sono certa.
Un giorno, magari, mi incontreranno per i corridoi di scuola salutandomi e ricordandomi questa serata e solo allora capirò chi sono.

"No, no. Non ne posso più, davvero. Fate voi, ora" Cerco di alzarmi ma inciampo, fortunatamente Lena non è brilla quanto me e riesce ad afferrarmi.
Ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere come due sceme.
Mi sembra chiaro che tra tutte e due abbiamo notevolmente esagerato con l'alcool.

"Andiamo Angie. Ti porto sulla pista da ballo", mi dice mettendomi in piedi.

Mi afferro alla sua spalla e cerchiamo di farci posto tra movimenti sensuali e palpamenti vari.

Non riconosco la canzone che hanno messo alle casse, non capisco nemmeno se Lena mi sta parlando. Mi gira tutto intorno, come se stessi fluttuando nello spazio.
È una sensazione piacevole, ma al tempo stesso irritante perché l'alcool mi ha privata della mia facoltà di fare o di dire, non riesco a collegare il cervello a tutti i miei muscoli e a farli scattare.
L'unica cosa che faccio è ballare, in modo ridicolo ovviamente.
Come se fosse mia abitudine mi scateno e mi dimeno, seguendo il ritmo della musica insieme alla mia amica.
Ridiamo, ci abbracciamo, ci sorridiamo, balliamo da persone poco sane di mente, ma adesso non è questo l' importante.

Quella che tutti chiamano reputazione o, che so io, educazione, passa in secondo piano. E non so se sia giusto, ma tanto non ha importanza cosa farei o non farei da sobria, perché adesso non lo sono.
Tutto ciò a cui penso è che sono qui con lei e che non desidero essere altrove in questo momento, se non con Sissy, ma so che sta bene e che sicuramente starà dormendo.
Ho sognato tanto momenti come questo, in compagnia dei miei amici, o in questo caso, della mia amica, l'unica che ho effettivamente, come tutti gli altri ragazzi della mia età.

"Angel, vieni, facciamoci una foto"

"Cos-"

"Fotografo, ei! Ei, siamo qui...", urla con più voce possibile.

ANGEL- STAY WITH MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora