49. Don't think about it

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"Angie, ti prego alzati"

"Lena, va' via"

"Eh no, ti ho permesso di crogiolarti nel tuo dolore per ben due giorni, adesso basta. Giù dalle brande!" Sento tirarmi via il lenzuolo e con il vento creato da questo movimento brusco, tutti i fazzoletti accartocciati e pregni delle mie lacrime svolazzano su tutto il pavimento.

Non riesco nemmeno ad aprire gli occhi e la mia voce esce fuori rauca e flebile, tipica di chi non apre bocca dopo tanto.
Da quella sera mi sono chiusa in camera e non sono più uscita, se non per andare al bagno. Non ho più mangiato, non ho più parlato con nessuno, passo le giornate a dormire e le notti a piangere. Non ho più letto alcun libro, tranne qualche pagina della raccolta che mi ha regalato lui per assicurarmi di soffrire abbastanza.
Non immagino neanche le condizioni tragiche in cui sono, devo avere un aspetto orribile. Per di più, non sento assolutamente la necessità di farmi bella per qualcuno, perché sostanzialmente non c'è nessuno che dovrei stupire.
In questa stanza, inoltre, non cambio aria dalla mattina di quel giorno distruttivo e terribile e non credo proprio che ci sia un'atmosfera pulita e ordinata.

"Lena, lasciami dormire per favore", mi lamento con le lacrime che sono già pronte per uscire.

È così semplice piangere ultimamente, mi basta pensare a cosa ho provato qualche notte fa e l'acqua scende da sola per lavarmi le guance.

"Angel, è l'ultimo giorno di vacanza e non lo passerai in casa, puzzolente e depressa"

Il materasso si piega e deduco che si sia seduta proprio accanto a me, a giudicare anche dal buon profumo di vaniglia che invade le mie narici. Io, però, non ho ancora aperto gli occhi e non intendo farlo per molto.
Mi sento ferita, tradita. Lui ha violato il mio amore, è passato sopra i miei sentimenti e li ha calpestati come si deve, lasciando solo briciole.

"Invece si ed è quello che farò", borbotto.

"Cristo, dolcezza, non è la fine del mondo se un ragazzo ti ha lasciata. Non capisco perché tu sia così a pezzi, ne incontrerai di migliori... "

Ma perché nessuno capisce?
Cacchio, è un concetto pienamente diretto e non servono troppe ipotesi o tesi.

"Io non voglio incontrare proprio nessuno. Odio l'amore e tutto ciò che comporta provarlo. Sto male Lena, ho un peso all'altezza del cuore che mi impedisce di respirare"

"È normale, tesoro mio, ma non puoi permettergli di abbatterti in questa maniera. Lui sta andando avanti con la sua vita e dovresti farlo anche tu"

Scatto dritta, peggiorando di gran lunga il mio mal di testa. Mi porto le mani altezza delle tempie e cerco di concentrarmi per elaborare la domanda che mi sta martellando nel cranio.

"Tu-tu lo hai visto? Sai se sta con Gia? Ti prego se lo sai dimmelo, ho bisogno di saperlo" Le stringo il braccio e lo scuoto un po' per rendere meglio la mia disperazione.

"Se stasera usciamo prima del fatidico ritorno a scuola, ti rivelo tutto quello che so", ghigna e se non fossi così a corto di forze le sorriderei.

"Lena..."

"Un'uscita semplice, io, te e i ragazzi"

"Quali ragazzi?", chiedo, imbronciandomi come una bambina.

"Tay, Chris e se vuoi anche Jonny"

"Non sarà un po' imbarazzante per te?"

"Vieni?", esulta elettrizzata e con il suo acuto il mio povero cervello si restringe, facendomi contorcere dal dolore.

"Non ho detto che vengo, ma ho pensato che potrebbe essere imbarazzante avere sia Tay che Jonny insieme"

"No, non ti preoccupare ci penso io a parlare con Jonny, anche perché vorrei riallacciare i rapporti...da amica ovviamente"

ANGEL- STAY WITH MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora