7. Do you like tea?

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"Angel"

"Angel"

"Angel"

Mi sveglio di soprassalto con tutti i capelli appiccicati alla fronte dal sudore. Era mia madre.
Mi stava implorando di salvarla dal buio che la stava portando via da me.

Ho una sensazione di angoscia che mi logora dentro e non riesco a mandarla via. Questo incubo ha fatto accelerare i battiti del mio cuore a dismisura e il tremolio delle mie mani mi rende quasi impossibile muoverle. Come una cosa ormai spontanea le stringo forte e dopo un po' cessano di tremare.

Cerco di convincere me stessa che non è niente di cui preoccuparsi, che è solo il mio stato d'animo ad avere effetti collaterali sul mio corpo.

"Angel, tutto bene?" Sissy mi sorprende entrando in camere mia molto lentamente.

"Sissy, dove sei stata?", le faccio posto nel letto e lei si rannicchia tra le mie braccia.

"Come sempre sono tornata. Tu stai bene?", mi domanda con un tono preoccupato.

"Si si, ho fatto solo un brutto sogno" Alza la testolina mora e i suoi occhi color della birra mi guardano come se volessero leggermi dentro.

"Non ti credo ma se non me lo dici vuol dire che ti ha fatto stare tanto male quindi non insisto"

Ecco perché la amo come se fosse sangue del mio sangue. Lei riesce a capirmi come nessun altro ha mai fatto ad eccezione di mia madre.

Loro sono la mia famiglia.

"Per me è ora di prepararmi per andare a scuola, cucciola", le dico accarezzandole i capelli.

"Altri cinque minuti"

"Mm, d'accordo"

E va a finire che i minuti diventano dieci, poi quindici e alla fine mi ritrovo a inseguire il pullman che non si è fermato.

Cavolo e adesso come faccio?

A piedi non farò in tempo ad arrivare puntuale e alla prima ora ho il compito di filosofia.

"Salta su, Angel", mi giro verso la macchina che si è fermata sul ciglio della strada e ringrazio il cielo per avermi risparmiato una sfuriata della professoressa Scott.

"Sei la mia salvezza Elèna Stiles"

Salgo nella sua auto dai finestrini oscurati e l'autista ci porta davanti scuola, giusto in tempo prima che chiudano le porte.

"Hai studiato per il compito?", mi domanda mentre saliamo gli scalini dell'enorme edificio.

"Mh si dai. Potevo studiare meglio, ma più o meno mi è chiaro tutto"

Percorriamo il corridoio che ci porta ai nostri armadietti, ancora gremito di studenti che si scambiano battute di prima mattina.

"Io non ho avuto molto tempo, sono stata tutto il giorno al telefono con Jonny e abbiamo staccato verso le tre, mi pare" Scuoto la testa e sorrido divertita.

"Certo che siete proprio buffi. Vi siete messi insieme ieri quando una settimana fa mi dicevi che eri confusa"

Anche lei sorride tra se e se mentre chiude l'armadietto. Ci avviamo insieme verso la nostra classe stando attente a non farci buttare sotto da chi travolge le persone perché è in ritardo.

"Lo so, Angie. Ma non ci posso fare niente se mi ha affascinato così tanto", alza le spalle e mi guarda come quando una bambina colta sul fatto a magiare del cioccolato guarda la sua mamma.

"L'importante è che siate felice voi due, il resto non conta"

Entriamo in classe e la prof è già carica alla prima ora per farci fare il compito.

ANGEL- STAY WITH MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora