29. Is it you?

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"Lena sono nel frigo!", sento urlare dal piano di sotto.

Finisco di vestirmi con una semplice tuta e raggiungo anche io le due pesti in cucina.

"Scusate, cosa state combinando voi due?" Metto le mani sui fianchi e guardo male entrambe.

"Tranquilla sorellona, ti faremo un pranzo che non dimenticherai mai"

"Oh, ci puoi contare", ribatte l'altra.

"Non ho dubbi", rispondo ironica.

"Piuttosto raccontami di ieri. Com'è andata la visita?"

Una morsa al cuore, ma ricaccio indietro le lacrime ancor prima di avere gli occhi lucidi.

"Non c'è più niente da fare. Gli rimane un mese, giorno più giorno meno" Guardo un punto davanti a me dopodiché mi alzo ed esco sul portico che si affaccia sul mare.

La brezza di dicembre mi punge il viso ma è piacevole. L'aria è fredda come lo è il mio cuore in questo momento.

Non sono pronta mentalmente ad accettare che Tommy muoia. No. Non lo concepisco.

Il mare è leggermente increspato, il cielo grigio, la spiaggia vuota. Nonostante sia domenica non ci sono famiglie o coppie che passeggiano con i piedi immersi nella sabbia.

La natura rispecchia il mio stato d'animo: piatta.

Mi sono lasciata andare, ho pianto, ho lasciato che il dolore mi sovrastasse e adesso non so dove tutta la mia forza si sia nascosta.

"Vedrai che starà meglio, su questa merda di mondo si soffre e basta. Tommy sarà felice lassù"

"Lui non è ancora morto!", ringhio contro la mia migliore amica. Le unghie nella carne per cercare di fermare il tremolio. Il dolore mi aiuta a distrarmi ma non è abbastanza.

Si accende una sigaretta, me ne offre una, rifiuto.

"Non puoi evitarlo Angie. Nessuno può fare niente, devi lasciare che gli eventi facciano il loro corso"

"Fan culo gli eventi, fan culo il destino, fan culo il mondo. Tommy doveva compiere sette anni a luglio e manco sappiamo se resisterà per la fine dell'anno. Non è giusto!"

"La vita può essere ingiusta ma non ti abbattere, ti scongiuro. Non perdere la luce... Devi essere forte per combattere la malattia. Per favore non ti buttare giù, adesso...", mi prega.

Se ve lo stavate chiedendo, no, lei non sa nulla sul fatto che in realtà ho qualcos'altro e non il parkinson ma è meglio che le cose restino così, almeno per ora.

"Te lo prometto, Elèna Stiles, non mollerò, ma questo macigno che ho dentro mi sta mangiando viva"

"Lo so, Angie, è difficile"

Rivolgiamo entrambe lo sguardo verso il mare.

"Parliamo d'altro... Axel l'hai più visto?"

"Si, ieri sera siamo andati ad Atlanta. Abbiamo parlato"

"Di cosa?"

"Del suo passato"

"Che mi dici di Jack?" Stavolta mi guarda negli occhi.

"Lo vedrò oggi", rivelo.

"E Axel lo sa?"

"No, si arrabbierebbe e non voglio problemi in più di quelli che già ho"

Annuisce e poi inaspettatamente mi abbraccia. Il calore di questo contatto riesce a farmi sciogliere un po' e una lacrima bagna la sua spalla.

"AIUTOOOO!", grida all'improvviso mia sorella.

ANGEL- STAY WITH MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora