43. New Orleans

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Mi muovo in modo da liberarmi di un peso depositato sulla mia pancia, che mi blocca quasi il respiro, ma mi risulta impossibile.
Scalcio, allora, per togliermi di dosso le coperte e andare a prepararmi, visto che, tra non molto, suonerà la sveglia e dovrò in ogni caso alzarmi.

"Ma non riesci a stare un po' ferma tu?"

Oddio. Mi porto una mano al cuore e cerco di mettere a fuoco la figura al mio fianco, che con le sue braccia mi sta inglobando.

Axel.

Ed ecco spiegata la mia difficoltà a respirare.

"A-Axel?", bofonchio con la voce impastata dal sonno.

Mi passo una mano sul viso e poi mi riavvio i capelli, palesemente gonfi.
Sembrerò sicuramente una leonessa spettinata.

"Avevi dubbi?", sogghigna, afferrandomi per un braccio e spiaccicandomi contro il suo petto.

"Mh, non lo so, sai... entrare di nascosto è quello che fanno i maniaci"

"Io sono un maniaco, infatti. Potrei rubarti e portarti via", ridacchia lasciandomi un bacio sulla fronte.

"Te lo lascerei fare", mi sporgo verso le sue labbra e faccio combaciare la mia bocca con la sua, il pezzo mancate al puzzle, che è la mia vita.

Un suono terribile mi costringe a staccarmi da lui e così spengo la sveglia, che segna le sei di mattina, nonché l'ora che ho impostato per iniziare a prepararmi.

Ora che ci penso...

"Scusami, ma tu come vieni?"

"Così" Alzo un sopracciglio e lo guardo confusa.

Ha indosso solo i boxer, per precisare.

"Serio?"

"Ma secondo te! Ho un borsone giù e metterò gli stessi vestiti con cui sono venuto, mica devo andare a una sfilata"

Annuisco comprendendo a pieno il suo punto di vista e lo condivido.

"Capisco"

Faccio per alzarmi, ma vengo catapultata sul letto sotto di lui, che con la sua lingua accarezza la parte nascosta del mio collo, in quel dannato punto così sensibile, da farmi ricoprire di mille brividi il corpo.

Ridacchio, quando inizia a mordicchiarmi dappertutto, ma sono costretta a fermarlo perché, altrimenti, finiremo sicuramente con il fare altro.

"Axel, devo prepararmi"

"Ma verranno tra un'ora... ", si lamenta senza smettere di baciarmi tutta la pelle e, Dio mio, è il più bel risveglio di sempre, anche se tutti con lui lo sono.

"Appunto, non vuoi fare colazione?", gli chiedo allacciando le mie braccia attorno al suo collo.

"Mh, avrei un altro modo per saziare la mia fame, sai?"

"Ah, si", gli chiedo con finto tono ingenuo e sorridendo come un ebete.

Sul serio, non si può spiegare il sentimento che provo per questo ragazzo dal cappuccio nero, è qualcosa di completamente travolgente, parte dalla pancia e finisce dove tutte le mie emozioni vengono custodite con cura.
Lo amo, Dio se lo amo e lo urlerei ai quattro venti, se solo me lo permettesse.
Adesso, con lui, che mi sorride in quel suo modo furbo e malizioso, penso che non desidererei stare altrove, perché il mio posto preferito è qui, tra le sue braccia, al sicuro da tutto.

Spiegatemi voi cosa sia questo, se non amore, perché, allora, la concezione, che per tutti i secoli si è accettata, deve essere ribaltata e riadattata.

ANGEL- STAY WITH MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora