45. We come back home

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«I got to keep movin', blues falling down like hail. And the day keeps on worryin' me... there's a hell hound on my trail.»

-Robert Johnson, Hellhound on my Trail-


"Bambolina...", sento sussurrare al mio orecchio.

"Mh-mh", mugolo, rigirandomi dall'altra parte.

Una mano morbida e fredda si allunga sulla mia pancia, iniziando a disegnare cerchi immaginari.

Mi sento attirare conto un petto duro e muscoloso e riconosco subito il buon profumo che viene emanato.

"Axel", farfuglio con la voce impastata dal sonno.

Apro prima un occhio, poi un altro, ma la forte luce del sole, che entra dalla finestra, mi costringe a tapparmi il viso con il lenzuolo.

"Aspirina?", mi chiede il ragazzo seminudo al mio fianco.

"Cosa?"

Mi volto verso di lui per guardarlo guardo e arrossisco, come mia abitudine. Osservo, poi, il mio corpo con indosso solo le mutandine e a questo punto vado completamente a fuoco.

Non so da che parte puntare i miei occhi, di sicuro non nei suoi, che sicuramente saranno divertiti dal mio immancabile imbarazzo.

Mi posa due dita sotto al mento per tirarmi su e mi lascia un bacio sulla punta del naso.

"Credevo lo ritenessi sdolcinato", ridacchio, aggrappandomi al suo corpo, come un polpo e facendo intrecciare le nostre gambe.

Si sistema meglio per potermi avvolgere con il suo braccio e così io chiudo di nuovo gli occhi, molto più comoda rispetto a prima.

"Aspetta un attimo!", mi tiro su di scatto, colpendo per sbaglio il suo pacco e facendolo gemere.

"Attenta piccola, sennò poi non ci puoi più giocare"

Strabuzzo gli occhi e stringo il lenzuolo, alzandolo fino alla faccia per coprirmi.

"P-puoi evitare di parlare così, per cortesia?"

Tiro giù la stoffa candida come il latte e profumata di noi due, per poterlo scorgere di sfuggita.

"Oh, ma smettila, so che ti piace quando ti dico cose sporche", mi afferra per un polso e mi fa ricadere sul suo petto.

Mi schiarisco la voce e cerco di calmare i miei ormoni impazziti. "Ad ogni modo... Dove sono i ragazzi?"

"Vuoi dire quelli che stanno beatamente dormendo sul tetto dell'edificio?" Inizia a giocare con le punte dei miei capelli, arricciandoli tra le sue dita.

"Si, stupido, dovremmo andare da loro per svegliarli", gli faccio presente, ma lui ha già iniziato a baciarmi la mandibola, scendendo pian piano fin sotto il lobo del mio orecchio.

"Non credi che... sia meglio... stare in compagnia...solo io e te...", sussurra tra un bacio e un altro.

"Forse", sorrido perdendomi nelle sue iridi celestiali.

Si stoppa e mi guarda aggrottando la fronte :" Solo forse?", chiede tra le risate.

"Mh-mh", annuisco in maniera furba.

"Ora ti f-"

"GIÙ DAL LETTO PICCIONCINI!", urla una voce squillante dall'unica persona, che, anche di mattina, è in grado di essere così arzilla.

ANGEL- STAY WITH MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora