55. Happy Valentine's Day

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"Angel, dolcezza, alzati forza!" Sopportare la voce acuta della mia migliore amica la mattina appena sveglia è un'impresa che metterebbe a dura prova anche Garibaldi.

"Lena, che c'è? Non dobbiamo nemmeno andare a scuola oggi, mettiti a letto e chiudi la boc-... uhm, gli occhi", mi correggo prima di farle mettere il muso per il resto della giornata.

"No, scemina. Alzati, oggi è San Valentino", prolunga la 'o' finale per quello che può ben avvicinarsi a un minuto mentre io, al contrario, infilo la testa sotto al cuscino.

"Non mi importa se è San Valentino, sei tu quella con il ragazzo, io sono single", borbotto con la voce ottavata.

"Non sarei qui se non ci fosse una sorpresa per te"

La curiosità in questo momento sconfigge la voglia di dormire e così mi alzo a sedere sul letto e cerco di aprire gli occhi. Lena, dolce e fine come sempre, spalanca le finestre e apre tutte le tende.

"Mio Dio, Elèna, così mi si liquefanno gli occhi", li sbatto più volte, tentando di mettere a fuoco.

"Ti aspetto giù, sbrigati, voglio vedere la tua reazione poi andiamo tutti a pranzo insieme"

In meno di un secondo è già per le scale mentre io ancora devo capire dove mi trovo e cosa diavolo sta succedendo.
Okay, io sono Angel, mi sono appena svegliata, ho il pigiama con le margherite e soprattutto ho fame. 
Accontento la mia amica e aiutandomi con le stampelle scendo al piano di sotto.

Sissy e Lena sono sedute sul divano e fissano con insistenza una busta di cartone un po' trasandata che è adagiata sul tappeto bianco.

"Vi giuro che se è uno dei vostri stupidi scherzi per farmi alzare dal letto, non vi parlerò per una settimana intera", punto l'indice contro i loro visi.

Lena sbuffa e Sissy ridacchia. "Come te lo devo dire che non c'è il nostro zampino?"

"Mh...", sono poco convinta ma mi abbasso lo stesso e incrocio le gambe.

Di mattina faccio ancora più difficoltà a usare le mani perciò mia sorella mi da una mano ad aprire questa specie di regalo e una volta fatto, rufolo al suo interno.

"Ma che diamine..."

Tiro fuori prima un biglietto, palesemente strappato da un quaderno di scuola e leggo cosa dice la scrittura imprecisa sopra impressa.

La rosa nera è per molti casi un simbolo di anarchia, per molti altri di amore ossessivo. Non credo che uno in particolare possa darle una connotazione specifica ma quello che più mi convince è che sia il simbolo dell'oscurità, della ribellione e del pericolo. Te la regalo non perché mi ricordi tutto ciò ma perché so che riuscirai a salvarmi da me stesso e soprattutto perché quella rosa sono io.

Rileggo questo messaggio un'altra volta per assicurarmi che non sia tutto surreale e no, perbacco, non lo è affatto. So perfettamente chi possa avermela regalata, anche perché tutta questa aurea di mistero ed enigmaticità rispecchia alla perfezione un ragazzo che conosco molto bene. 
Inutile dire poi che il nero, anziché il solito rosso, può averlo scelto solo lui, il gotico e introverso Axel Reed.

"Fa vedere, forza" Mentre Lena mi toglie di mano il foglietto io estraggo la rosa nera dalla busta con il cuore in gola e il respiro trattenuto, come quando da piccoli non stiamo più nella pelle di ricevere il regalo di compleanno.

"Porca vacca! Questa è una dichiarazione d'amore con i fiocchi", esclama Sissy.

"Ei! Tua sorella può essere anche in stato di coma mentale ma io ci sento bene e queste parole non si dicono", la riprende Lena.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 05, 2019 ⏰

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