41. It's worth it

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Mi spinge per niente delicatamente all'interno della sua auto, dopo aver avvisato gli altri che saremmo tornati a casa.

"Mi fai male", sbotto liberandomi dalla sua presa.

Lo sento imprecare qualcosa e lo osservo mentre fa il giro dell'auto per poi sbattere violentemente la portiera del suo Pick up.
Altro sbalzo d'umore da quando ci siamo baciati, ma questa non è una novità.

Il viaggio verso casa mia è tremendamente silenzioso e questa cosa non mi piace affatto, soprattutto osservando i suoi lineamenti tesi come corde di violino.

Inchioda davanti al portone senza dire nulla.

"G-grazie per il passaggio..."

Continua a tenere gli occhi puntati davanti a se e, ormai rassegnata al fatto che per stasera sia successo fin troppo, esco, quasi correndo via da lui. Mi chiudo in casa senza sentire le sue mani sul mio polso per bloccarlo o la sua voce per chiedermi di restare e lasciarlo spiegare.

Inevitabilmente i miei occhi aprono i rubinetti facendo scivolare lungo le mie guance tante gocce salate, che si triplicano, non appena mi rendo conto che le mie gambe non ce la fanno a salire le scale, troppo stremate per la serata appena trascorsa.
Sono solo una stupida irresponsabile, che si è lasciata facilmente abbindolare da un paio di diamanti e un cappuccio nero.
Axel è diventato tutta la mia vita e non capisco cosa io debba fare per far sì che si fidi di me, che si lasci amare. Andava tutto bene, Natale è stato fantastico e anche la giornata che abbiamo passato al maneggio lo è stata, ma allora cosa diavolo è successo che lo ha fatto cambiare in quel modo?

Io... Io credo davvero che lui tenga a me, ma non riesco a passare sopra a certi suoi comportamenti. Mi distruggono internamente.
Axel è fatto così, mi fa a pezzi e poi mi rimette insieme come e quando vuole. Voglio fidarmi di lui, eppure ci sono così tante cose che non tornano, che fanno male perché inevitabilmente è così.

Tiro su con il naso e prendo un grande respiro per poi salire piano piano le scale e andare finalmente a letto.
Vorrei che Lena fosse qua con me, o almeno che ci fosse Sissy, ma sembra che stanotte dovrò dormire sola e dopo tanto tempo, per la prima volta, sento di esserlo davvero.

Mi spoglio e vado in bagno a farmi una bella doccia calda che possa far calmare i miei nervi.
Sono distrutta emotivamente e mi fa male la testa, forse, anzi, molto probabilmente, per colpa dell'alcool.

Entro nella cabina e lascio che il getto d'acqua calda porti via con sé lo stress e la tristezza, ma non ne è molto capace perché nonostante abbia lasciato passare una buona mezz'ora, io mi sento esattamente come prima.
Passo una mano sullo specchio appannato e quello che vedo non mi piace affatto: occhi rossi per il pianto, due grandi borse e nemmeno l'ombra di un sorriso, come invece avevo sempre prima di incontrare lui.

Ritorno in camera con indosso una felpa di Axel che mi aveva prestato quella notte ad Atlanta per proteggermi dal freddo e inspiro il suo odore. So che sto solo peggiorando la situazione, ma litigare con lui mi fa salire un forte senso di depressione mai provato prima. Ci tengo troppo per poterlo lasciare andare e ancora non capisco perché ogni volta che discutiamo lui mi chieda il motivo per cui non lo faccio.

Mi stendo a letto e infilo sotto le coperte, al caldo. Tento di prendere sonno, ma è inutile, il senso di angoscia è troppo grande e ho il cuore che mi batte a mille e non so nemmeno il perché, così mi tiro su e mi avvicino alla finestra per osservare il cielo.
In notti come queste, quando proprio non riesco ad addormentarmi, mi torna alla mente mia madre.
Lei sapeva sempre che fare in ogni situazione.
Quando ero piccola diceva che la luna voleva giocare con me perché alcune volte era piena e imponente, altre mi sorrideva come lo Stregatto, in modo furbo, ma appena visibile, oppure mi ingannava facendomi credere di essersi tuffata nel mare e invece era solo il suo riflesso. Non capivo neanche perché quando sorgeva il sole lei andasse via, pensavo solamente che stesse giocando a nascondino.
In questo momento, guardandola , però, penso solo a due diamanti in cui ogni volta mi sembra di affogare e non sempre riesco a sostenere la loro intensità.

ANGEL- STAY WITH MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora