40. You're different

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"Allora...", borbotto tra me e me, aggirandomi tra i vari scaffali del supermercato.

Chissà dove diavolo sono state messe le merendine alla marmellata!
Avrei voluto prenderle per Sissy perché so che le adora ma non le vedo da nessuna parte e in più non posso fare troppo tardi.
Lena ha deciso di andare a ballare stasera allo Space, ma, ovviamente, non prima di avermi tormentato tutto il giorno.
Non volevo accettare.
Ero decisa a non mettere più piede in discoteche o feste di ogni tipo, ma lei è convinta che questa sia la volta buona che io riesca finalmente a divertirmi. La verità? Ho una brutta sensazione alla bocca dello stomaco da due giorni, ossia dal momento che non ho più visto Axel.

Quando sembra che le cose possano andare bene, poi, succede sempre qualcosa che mi fa dubitare di tutto. Non è la prima volta che lo fa, ma io proprio non lo sopporto quando non mi avvisa e lui lo sa perfettamente. Cosa gli costerà mai dirmelo, in ogni caso? So già tutto dei suoi affari e nonostante questo ho dimostrato più volte che sono capace di passarci sopra. Io lo amo e questo non cambierà mai, però vorrei che non mi escludesse dalla sua vita. Una volta mi ha definita paranoica e pesante, lo sono. Non mi vergogno di dirlo. Sono preoccupata per lui e il fatto che mi nasconda cosa faccia tutto il giorno e poi compaia sotto casa mia strafatto non migliora le cose.

"Sono in tutto dodici dollari e settanta", la voce della cassiera mi distoglie dai miei pensieri.

"Oh, si certo"

Pago rapidamente ed esco fuori rabbrividendo quando il freddo colpisce, come una scarica di aghi, il mio viso.

Mi guardo intorno e non vedo nessuno.

Odio quando non c'è un' anima viva nei paraggi perché se capita qualcosa non posso chiedere aiuto e questo non mi tranquillizza per nulla.

Cammino a passo svelto in direzione di cassa mia, ma delle scarpe con il tacco, borchiate, interrompono la mia chiara visuale del marciapiede. Ormai ci ho fatto l'abitudine a tenere la testa bassa per le tante volte che me lo hanno ripetuto a scuola gli Scorpions.

"Ma guarda chi si rivede. Come stai angioletto? È tanto che non ci vediamo"

Tengo gli occhi puntati sulle mie vecchie converse e cerco la riposta più educata e gentile possibile.

"Ehm... T-tutto bene, g-grazie. Tu?"

"Oh, io sto da Dio, bambolina"

Alzo di scatto la testa verso di lei per il modo in cui mi ha chiamato, trovando la sua espressione soddisfatta ad un centimetro di distanza. Ma passa tutto in secondo piano quando riconosco il cappello che ha in testa e se non avessi fiducia in quello che è il mio ragazzo giurerei di aver sentito un CROC provenire dal mio cuore.

"S-sono felice per te", balbetto allontanandomi confusa più che mai da Clarissa che stranamente non ha aggiunto altro.

Arrivo davanti al portone di casa mia con gli occhi lucidi, ma mi costringo a ricacciare indietro le lacrime che minacciavano di uscire. Sono sicura che ci sia una spiegazione a tutto.

Entro dentro e subito vengo avvolta dal buon profumo di Lena.

"Angel, muoviti siamo in ritardo!", urla dalla mia camera.

"Arrivo", rispondo allo stesso modo.

Mi tolgo il giubbotto e le scarpe all'entrata e salgo su, trovando una Sissy e una Lena dall'aria complice - come sempre del resto-.

"Ei, sorellona, sembra tu abbia visto un fantasma"

"Eh?"

"T-ti tremano più del solito le mani", mi fa notare.

ANGEL- STAY WITH MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora