24. You became my heroine

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Mi sveglio grondante di sudore ma non riconosco il posto in cui mi trovo. Metto a fuoco la vista e capisco di essere nella mia camera con Lena che dorme beata nel letto accanto a me. Non ricordo di esserci arrivata. In realtà l'ultima cosa che mi viene a mente sono gli occhi celestiali di Axel e le sue braccia che mi circondano come se fossi la cosa più preziosa al mondo.

Deve avermi riportato lui in camera dopo essermi addormentata sul suo petto.

Ieri sera è stato un insieme di emozioni devastanti, in senso positivo ovviamente. Mi sento un po' in colpa a pensare in quel modo ad Axel, soprattutto dopo quello che è successo con Jack.

Sono davvero una brutta persona dato che al momento non sento più di tanto l'interesse a riappacificarmi con lui. Tuttavia la cosa giusta da fare è chiedergli scusa e cercare di recuperare quel poco che avevamo iniziato a costruire insieme.

"Riesco a sentire le rotelle che girano in quella graziosa testolina bionda" Lena mi sta fissando con un angolo della bocca alzato. "Sto aspettando che tu sputi il rospooo"

"Sono stata con Axel, sul tetto. Abbiamo parlato e ci siamo chiariti. Lui ha citato addirittura Oscar Wilde ma so che era solo il clima della notte stellata perché a breve ne dirà una della sue o mi manderà a quel paese come fa sempre"

Sappiamo tutti che quella era più di una semplice citazione.

"Angel, io ti voglio davvero un' infinità di bene ma amica mia, lasciatelo dire, sei una completa stupida. Lui è cotto di te, cavolo! Cosa aspetti a dirgli quello che provi per lui?"

Mi passo una mano tra i capelli e fortunatamente il mio sguardo cade sull'orologio attaccato al muro che segna le 7.45 a.m.

Tra meno di mezz'ora dobbiamo essere nel salone per la colazione.

"Lena dobbiamo vestirci, guarda che ore sono"

Scatta gli occhi sull'orologio e si drizza in piedi per radunare i suoi effetti e andare a prepararsi.

Dal bagno la sento urlare : "Tanto non lo dimentico che abbiamo una questione in sospeso di cui parlare"

Sorrido tra me e me indossando un vestitino bianco un po' trasparente che non mi fa patire troppo caldo.

Il dottore mi ha esplicitamente detto di non espormi a temperature elevate altrimenti potrei subire delle alterazioni fisiche come disidratarmi. Sono però certa che il mio organismo sappia resistere a qualche grado di più.

Ho letto da qualche parte che in sostanza è inutile la terapia a base di levodopa perché le complicazioni motorie insorgono indipendentemente da questo. È tutto nelle mani della malattia.

Lena esce dal bagno e ci impiega, come pensavo, troppo tempo nel truccarsi. Per colpa sua arriviamo in ritardo e le paste sono ormai tutte finite.

Accidenti!

La sala è tutta apparecchiata come la sera prima e insieme alle nostre classi ci sono anche famiglie e gruppi di turisti cinesi. Miami Beach è una meta desiderata da tutti, a quanto pare.

La Hall era colma di valigie in attesa di essere portate nelle apposite camere. Sono sicura che siano in arrivo moltissimi visitatori da tutto il mondo.

"Signorine siete in ritardo, di nuovo. Non mi costringete a prendere seri provvedimenti. Gli orari vanno rispettati" Il professor Murray incrocia le braccia al petto e assume una posizione autoritaria.

"Ci scusi, la prego. Non ricapiterà mai più"

"Lo spero, per voi"

Ma Lena si è già avviata verso il bar per comprarsi da mangiare invece di servirsi con i piatti messi a disposizione dall'Hotel.

ANGEL- STAY WITH MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora