Questi giorni sono volati, e senza rendermene conto, tra soli tre sarei dovuta ripartire.Simona mi ha mostrato forse tutta la città, portandomi anche nella sua università, praticamente a pochi passi dalla mole Antonelliana, e ho seguito una lezione di Scienze delle comunicazioni, pentendomi della scelta che, invece, ho fatto io per la mia facoltà.
Sono sempre stata portata per le materie umanistiche, ma il sogno di intraprendere medicina sin da quando ero bambina mi ha fatto mettere i prosciutti sugli occhi di fronte a qualsiasi altro tipo di percorso universitario.
Poi anche le circostanze e le situazioni che ho dovuto affrontare nella vita con determinate persone, mi hanno spinta ancora di più verso quel mondo in cui hai la capacità di curare e salvare le persone.
Ma non sempre la vita ti regala quello che vuoi, e io lo so bene, perciò mi ritrovo a studiare materie che non mi fanno impazzire, e per una facoltà che non era tra le prime desiderate, anche se somiglia un po' a ciò che voglio essere davvero.
Sono assorta in questi pensieri, mentre per l'ennesima volta in questa settimana, io e Simona camminiamo per via Roma, prima di andare a riposarci nella stanza del mio hotel, non molto distante da lì.
Simona è impegnata in una telefonata con sua madre che, dalla Sicilia, la avvisa di tutte le vicissitudini della sua immensa famiglia che le manca da morire.
Io a volte poso lo sguardo sul mio blocca schermo, sorridendo ogni volta alla visione della foto che ho scelto, quella con Roby e Simona vicino alla torta di compleanno.Non vedo l'ora di rivederli, e sarebbe ricapitato presto, perché proprio l'indomani sera, avremmo cenato da Claudio insieme a qualche amico e sua sorella.
Il mio telefono prende a squillare e quasi sussulto, tanto assorta fossi nei miei pensieri.
Il numero non è salvato e risulta anche sconosciuto, e penso subito a qualche scherzo poco divertente, per eliminare dal mio cervello il solito e incessante pensiero che ho da giorni.
Paulo.
Dopo aver preso il mio numero, non si è fatto sentire, se non tramite qualche like alle foto con Simona a Torino, e un commento a una stories in cui mi intima di smettere di fare shopping, scherzando.
Non era andato oltre, e probabilmente non mi aveva neppure salvata in rubrica, magari.
<<Pronto?>> esordisco, portandomi il telefono all'orecchio e continuando a camminare lentamente.
<<Bueno, avevo paura mi avessi dato un numero sbagliato, invece sei tu, Beatrice>>, mi blocco a quelle parole, a quella voce inconfondibile, e poi sorrido, traducendomi nella testa il significato di ciò che ha appena detto.
<<Non sono così cattiva, anche se sarebbe stato divertente.. potevo darti, che so, il numero della mia estetista, o del mio parrucchiere di fiducia>>, rispondo prontamente, senza smettere di sorridere per strada e da sola, visto che Simona continua a stare seduta su una panchina e gesticolare al telefono.
<<Mmh, non credo l'avresti fatto... magari poi ci provavo con loro>>.
Provarci?
<<Il mio parrucchiere è molto carino, se vuoi il numero te lo lascio davvero>>, lo sento ridere, e decido di fermare i miei passi, per ascoltare meglio quel suono.
<<No, grazie, ho altri interessi di genere.
<<Ti ho chiamata per sapere dove sei di bello oggi>> mi domanda poi.
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Más que nunca - Paulo Dybala
FanfictionLa storia di un viaggio. Di un incontro casuale ed inaspettato. La storia di Beatrice, che realizza un sogno e ne incrocia un altro, dopo un passato nero e pieno di brutti ricordi. La storia di una ragazza forte e senza paura, ma che dietro i lung...