Capitolo 46

12.3K 259 64
                                    




Mi sveglio nel letto, mi rigiro dal lato di Paulo solo per rendermi conto che non c'è.

Guardo l'orario sulla sveglia che segna le 3:15 del mattino.

In questi mesi mi ero resa conto che era vero che un calciatore fatica a prendere sonno dopo una partita, quando io ero convinta che, al contrario, la stanchezza per i chilometri percorsi in campo, ti facesse crollare una volta a letto.

"E' l'adrenalina che continua a scorrerti nelle vene. Il boato dei tifosi, i sorrisi, le urla.. è impossibile addormentarsi..." mi aveva detto una volta.

Ma questa sera era diverso, non si dormiva per altri motivi.

Mi alzo dal letto, diretta a raggiungerlo in qualunque posto della casa si trovi.

Quanto amo questa cosa che a casa sua posso già girare in pantaloncini e top, perché fa troppo caldo.

Lo trovo in cucina, piegato e poggiato con i gomiti sulla penisola, con una maglietta a maniche corte bianca e dei pantaloncini neri della Juventus.

Con una mano rigira la cannuccia del suo mate, poggiato sul marmo della penisola, con l'altra, scorre il dito sullo schermo del suo cellulare.

Mi appoggio di lato all'arco della cucina, intenta ad osservarlo e Dio, è bello anche così, di spalle.

"Meno male non me l'avevi promesso..."

Sussulta alle mie parole.

"Cazzo, mi hai spaventato" dice in un sospiro, girandosi qualche secondo nella mia direzione, per poi riportare lo sguardo sullo schermo del suo cellulare.

Bene, non è in vena di scherzare, né di fare altro, perché altrimenti si sarebbe girato di nuovo verso di me, avrebbe soffermato la sua attenzione sulle mie gambe nude, e mi avrebbe riportata in camera con lui.

Mi avvicino cauta.
So cosa sta cercando.
So cosa sta leggendo, e non voglio che continui.

"Paulo - mi avvicinano a lui, ma mi ignora - Paulo, smettila...  cosa stai facendo?" gli chiedo, una volta di fianco a lui.

"Cosa credi stia facendo, Beatrice?" mi chiede, in un tono che non mi piace per niente.

Da quando mi chiami con il mio nome per intero?

"Perché lo fai? Lo sai che non devi dare retta a queste cose" continuo, ignorando il suo fastidio e avvolgendo entrambe le braccia attorno al suo braccio destro.

Sembra rilassarsi per qualche secondo, sospirando, mentre appoggia la testa sulla mia, nel momento in cui l'appoggio sulla sua spalla.

Mi lascia un bacio sui capelli, poggiandovi le labbra per qualche secondo in più.

"Dai... torna a letto con me" lo incito, avvicinandomi al suo orecchio e lasciandogli un bacio sotto il lobo.

Smette di scorrere il dito sullo schermo e, mentre mi posiziono dietro di lui, lo sento respirare forte e chiudere gli occhi.

Poggio il mento sulla sua spalla destra, mentre muovo le mani sul suo petto.

"Bea..." sospira roco, mentre io comincio a muovere la mia bocca sul suo collo, e il suo tono aumenta ancora di più la mia eccitazione.

"Si?" gli chiedo, ingenua, scendendo con le mani lungo le sue braccia, fino a raggiungere le sue, in particolare quella con il cellulare.

"Dai... non adesso" dice, ritrovando lo stesso tono serio di qualche attimo prima.

"Vieni a letto, Paulo" gli ripeto, strusciandomi un po' su di lui, per poi allontanarmi, ma sfilandogli il cellulare dalle mani.

In un altro contesto, avrebbe sorriso, beffardo, e mi sarebbe corso dietro, per poi buttarmi sul letto.

Más que nunca - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora