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I giorni successivi a quella brutale lite con Paulo erano stati fin troppo tranquilli. Avevamo trascorso tanto tempo insieme, avevamo parlato tanto, fatto l'amore infinite volte, e ogni volta era come se imparassimo a conoscerci un po' di più.

Vederlo perdersi, negli attimi finali, sarebbe stata sempre una delle cose più belle e intime che potessi mai vivere con lui.

Era il momento in cui potevo considerarlo mio, più di qualsiasi altra persona al mondo.

Me lo sussurrava anche lui, proprio in quegli attimi, con voce roca, persa, ansimante, innamorata e io mi sentivo così profondamente e immensamente fortunata, che l'ultima volta ero quasi scoppiata in lacrime, per l'infinita sensazione di piacere e felicità che avevo provato, insieme a lui.

Era vero che le sensazioni nella settimana pre-ciclo erano estremamente più forti ed intense, ed era stato un bene, che le avessi vissute proprio subito dopo quel brutto momento con lui.

A distrarmi dai miei pensieri loschi è proprio Paulo che, appena rientrato dagli allenamenti e fresco di doccia, si butta sgarbatamente sul divano, affiancandomi e prendendo a guardarmi in viso.

Stava scrutando la mia espressione, chiedendosi se potesse o meno osare avvicinarsi di più, indeciso e forse un po' timoroso, come ogni volta in cui fossi nel mio periodo particolare.

La sua, però, di espressione, mi fa così tenerezza che sono io ad avvicinarmi a lui per baciarlo a stampo, ridendo poi del suo verso di rilassamento, qualche istante dopo.

"Ti ho portato una cosa", mi avvisa, infilando la sua mano sinistra a frugare nella grande tasca centrale della sua felpa grigia di Saint Laurent.

Gliel'avrei rubata molto presto, anche di quel colore.

"Vediamo, Babbo Natale", gli rispondo, chinandomi e poggiando la testa sulle sue gambe.

La sua mano destra finisce subito sulla mia guancia, accarezzandola piano e dolcemente.

Sorride al mio nomignolo e tira fuori una busta bianca di carta, per poi scuoterla un po', senza mai smettere di sorridere come un bambino.

"Mi hai comprato le caramelle?", gli chiedo, balzando sul divano e mettendomi seduta affianco a lui.

Il movimento veloce mi porta ad avere un piccolo capogiro, e mi appoggio allo schienale morbido sussurrando una piccola parolaccia non molto gentile.

Annuisce, girandosi ulteriormente nella mia direzione per verificare che stessi bene.

Gliel'avevo chiesto scherzando proprio la sera prima, quando l'improvvisa voglia di caramelle gommose mi aveva invaso la mente mentre eravamo a letto, quasi pronti per dormire.

Poche ore dopo, infatti, il mio ciclo si era fatto vivo, rovinando i piani miei e di Paulo di goderci quanto più possibile gli ultimi momenti di pace e relax prima dell'inizio di un periodo davvero stressante tra Champions, campionato avviato, lezioni e sessioni d'esame, che ci avrebbe reso un po' più distanti.

Gli salto addosso, baciandogli disordinatamente il viso mentre gli sfilo dalle mani la busta magica.

Scoppia a ridere, sistemandomi meglio su di lui e stringendomi i fianchi.

"Oddio, hai preso anche quelle zuccherate. Ti amo", gli dico con voce euforica e riempendomi la bocca di quelle schifezze.

Ride ancora, cercando di rubarmene una, ma fallendo di fronte alla mia mano che lo ferma.

"Non me ne merito nemmeno una?", mi chiede, mettendo il broncio.

"Tu non puoi mangiarle, amore mio", lo informo scuotendo la testa.

Más que nunca - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora