Capitolo 32

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Il tempo sembra fermarsi nel momento in cui pronuncia quella frase.

Quelle tre parole che no, non sono parole d'amore, ma quelle di un tradimento.

Le parole che mi danno conferma dell'avverarsi di tutte le mie paure, le paure che ho avuto in tutti questi mesi, le paure che mi hanno accompagnata ancor di più dal momento in cui sapevo che lei fosse nella sua stessa città e io ero lontana.

La paura che si sarebbe stancato della nostra relazione, così bella, ma complicata dalla distanza.
La paura che sarebbe tornato da lei, perché poteva averla quando voleva, e perché tra le due, non c'era per niente storia.

Ecco. Tutto, ma davvero tutto, mi era stato confermato da quelle tre semplici parole che sono risuonate forti nella stanza e nella mia testa, ma anche nel mio cuore, mandandolo letteralmente in frantumi.

Faccio istintivamente un passo indietro, mentre lui rilassa le spalle, come se si fosse tolto un peso enorme addosso con le sue parole, ma senza sapere che questo peso me lo aveva sbattuto in faccia, distruggendomi.

"Q-quando?" gli chiedo, in un sussurro talmente basso che penso non sia riuscito nemmeno a sentire, ma non è così.

Mi ha sentita, mi ha sentita eccome, e scruta attentissimo ogni mio movimento con il corpo e con gli occhi.

"Ieri sera. quando sono arrivato a casa" mi risponde con voce tremante.

Chiudo gli occhi, facendo un altro passo indietro, mentre penso che io ero sdraiata sul mio letto d'albergo a preoccuparmi del perché ancora non mi avesse scritto, ma felice, troppo felice per la giornata che avevamo vissuto insieme.
Mi era sembrato un grande passo avanti nella nostra storia.
Lo era.
Lo è stato fino a qualche secondo fa.
Ma ora, ora aveva fatto migliaia di passi indietro.

"Bea... io - fa per avvicinarsi, ma metto le mani avanti e faccio un altro passo indietro.

Si ferma all'istante, lasciando andare il braccio con il quale si stava avvicinando a me.

"Lascia che ti spieghi", mi dice, titubante, come se non sapesse nemmeno lui cosa ben dire.

"Cos'è, vuoi spiegarmi com'è stato tornare a letto con tua ex? I dettagli?" comincio, alzando il tono di voce e cercando di mascherare la voce rotta dalle lacrime che stanno per scoppiare.

Come ha potuto? Quanti pochi neuroni ci vogliono nella mente di un uomo, per cedere in così poco tempo, e dopo una così bella giornata passata con la famiglia della propria ragazza?

"Non è andata così!" risponde subito, scuotendo la testa.

"Ah no? E cosa avete fatto, avete parlato? E poi dormito insieme?" continuo, infastidita dal dovergli cavare le cose di bocca.

Mi ha tradita e non ha nemmeno il coraggio di parlare.
Allora ha davvero l'età che dimostra, e guardandolo non gli si darebbe più di 18 anni.

"Bea, smettila" comincia lui, tentando ancora di avvicinarsi, ma se pensa anche solo per un secondo di toccarmi, e che mi lascerò fregare ancora dalle sue parole e dalle sue carezze, sta davvero sbagliando strada.

"Non mi toccare, e parla senza che ti cavi le cose di bocca" gli ordino, abbassando un po' i toni nelle ultime parole, dopo aver notato il suo viso spaventato nel sentire le prime.

Non ce la facevo, né riuscivo a fare la cattiva e la stronza, e anche quando qualcuno era capace di spezzarmi il cuore, io non esageravo mai con la rabbia o le parole.

"Io - io non volevo accadesse... non avrei mai voluto, credimi", mi sussurra, per poi tornare a stropicciarsi la faccia con una mano.

"Ma lo hai fatto?" chiedo io, senza capire nemmeno io se quella che ho fatto è stata una domanda o un'affermazione.

Más que nunca - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora