Capitolo 25

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Questo ragazzo mi manda in confusione.

Non voglio essere presa in giro, ma allo stesso tempo la paura di perderlo mi faceva cedere, ai suoi occhi, alle sue parole, al suo sorriso, così bello e dolce.
E i suoi baci. I suoi baci sono qualcosa di inspiegabile, indescrivibile ed eccitabile.

Forse non dovrei bere così tanto, perché bere mi fa pensare, dire e fare cose stupide, e non vorrei fare la figura dell'ubriacona in una festa di adulti.

Però se bevo non penso al fatto di avere il mio ragazzo e la sua ex nella stessa sala.

Stranamente non si è permessa di avvicinarsi a lui, nemmeno per salutare, o per parlargli qualche minuto, e piano piano nella mia testa balena l'idea dello zampino di Roby, ancora una volta, e sorrido, da sola.

Respiro a fondo, per poi buttare fuori il fumo di una Camel Light gentilmente offerta da Federica.

Sto cercando di smettere di fumare, ma quando ho l'ansia o sono sotto esame, non ne posso fare a meno, e mi rilassa molto.
Paulo non tanto sopporta questo mio vizio, per questo, a maggior ragione, cercherò di non farlo, ma stasera, dio, stasera mi ci voleva proprio.

Due braccia mi avvolgono i fianchi e il suo inconfondibile profumo mi invade le narici, sopraffacendo quello del fumo.
Appoggia il mento sulla mia spalla e sento il suo sguardo sulla mia mano, con la sigaretta tra le dita.

"Quando la smetterai?" mi chiede, mentre io mi giro, sorridendogli innocente.

"Presto, promesso. Ma stasera me lo devi concedere", gli rispondo, facendo riferimento alla situazione.

Ride piano e annuisce.

Un brivido di freddo mi fa scattare, nonostante indossi il mio giacchino, e Paulo si toglie il suo cappotto, per poi appoggiarlo sulle mie spalle.

"Grazie", gli sussurro, per poi poggiare la testa sulla sua spalla.

"Stai meglio, ora?" mi chiede, tornando alla questione della serata.

"Con te, sto sempre meglio" è la prima cosa che mi viene in mente e che decido di dirgli subito.

Lo sento sorridere, per poi darmi un leggero bacio sui capelli, mentre io butto via il mozzicone, ma non voglio rientrare, voglio stare ancora qui con lui.
Siamo solo noi due, ed è così bello.

"Dai, rientriamo, prendi freddo così", mi sussurra poi, ma credo che anche lui stia tremando, perciò annuisco e ci accingiamo a staccarci dal muro e raggiungere la porta.

"Ciao, Paulo", sentiamo all'improvviso, ed entrambi alziamo gli occhi verso la voce.

Antonella, davanti a noi, in tutta la sua bellezza, e con  gli occhi fissi su Paulo.

La osservo, coperta per il freddo da una grande sciarpa bianca e un cappotto marrone, una bellissima Chanel nera su una mano, e io mi chiedo se sia uscita per andare via, o per chiedere di parlare al ragazzo che una volta era soltanto suo.

Lui non risponde, si limita a fissarla e a stringere la mia mano nella sua, ma non ha più lo sguardo di prima.
Ora sembra impassibile, o almeno lo spero.

"Ti trovo bene", continua lei, e lui si limita ad annuire.

Perché continua a parlare in italiano? Lo fa per me?

Eppure non mi ha degnata di uno sguardo.

"Scusa, anzi, scusatemi. Non pensavo ci foste anche voi, stasera" dice, e nel suo viso e nella sua voce leggo davvero un'Antonella mortificata e dispiaciuta per averci messo in una situazione strana, in una serata tra amici.

Más que nunca - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora