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24 Luglio 2018  - Mykonos

La mia sveglia biologica non mi abbandonerà mai.

Nemmeno in vacanza, in totale relax.

Ho sognato di visitare la Grecia per anni, e finalmente ci sono riuscita.

Nel migliore dei modi.

Con la migliore delle compagnie.

Io e Paulo stavamo una meraviglia.

Chiusi nella nostra bolla, per la prima volta, finalmente, soltanto io e lui.

Siamo in Grecia da tre giorni e tutte le mattine l'ho buttato giù dal letto per girare per le meravigliose vie della città dalle case bianche, per poi goderci le ore migliori della giornata in spiaggia, o a bordo della piscina della nostra stanza.

Era meraviglioso, vederlo muoversi tranquillo per le strade piene di stand riempiti di cibo, frutta, souvenir, cappelli di paglia, abiti da mare.

Era così a suo agio, in totale relax e con un sorriso sulle labbra che non lo abbandonava un attimo.

Eco del mio.

Eravamo felici.

Giro lo sguardo alla mia destra, sbirciando l'interno della nostra stanza dal muretto del terrazzino, sul quale sono sdraiata a prendere il sole.

Lo osservo, ancora a letto, dopo avermi dolcemente pregato la sera prima di trascorrere un giorno, totalmente in relax, nella nostra stanza, tra le lenzuola chiare e profumate del nostro letto, e lo avevo accontentato, anche se consapevole che metà mattinata l'avrei trascorsa da sola, svegliandomi prima di lui.

Ha un braccio destro tra il mio cuscino e il suo, come a coprirsi il viso, fallendo miseramente.

Era una cosa che avevo notato facesse spesso, esattamente come me, per quella timidezza che, nonostante tutto, ancora si faceva viva, a volte, tra di noi, per poi sparire in altri casi.

Una sorta di difesa dall'essere osservati da incoscienti.

Osservo la sua carnagione, resa ancora più scura dal sole che avevamo inconsapevolmente preso in quei giorni.

Nessuno dei due amava stendersi al sole, ed io, come ogni anno, ci avevo provato, a spiaggiarmi sulla comoda e morbida sdraio, come facevano tutti, ma non ho resistito più di dieci minuti scarsi, per poi tornare sotto l'ombrellone di paglia, invadendo lo spazio di Paulo. 

Porto lo sguardo al lato opposto, sulla sinistra, osservando così dal terrazzino, le piccole scale che portavano alla nostra piscina, e ancora oltre quelle che portavano alla spiaggia, visibile perfettamente anche da qui.

Sarei potuta rimanerci a vivere.

Un rumore di lenzuola e ciabatte trascinate sul pavimento mi fa girare lo sguardo, e osservo Paulo venire fuori dal bagno con un viso rilassato e assonnato e dei semplici pantaloncini grigi addosso, gli stessi con cui aveva dormito.

Si stropiccia il viso con le mani ancora bagnate da qualche secondo prima, e mi si avvicina, sulle labbra sempre lo stesso sorriso.

Qualche goccia d'acqua gli scende lentamente sul collo abbronzato, le labbra rosee risaltano il bianco dei suoi denti appena lavati, gli occhi chiari brillano, con questa forte luce del sole.

Non potrebbe essere più bello.

Non è giusto, tanto sia bello.

"Sei mattiniero, mi hanno detto", scherzo, accogliendolo sul terrazzino con una piccola risata.

Más que nunca - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora