Capitolo 33

10.5K 242 21
                                    




Mi lascio coccolare dall'acqua calda che scorre lungo il mio corpo, nella doccia del bagno di casa di Claudio e Roberta.

Lei è una persona davvero straordinaria.
Una volta arrivata a casa sua, conoscendo la mia freddezza, non si è azzardata ad abbracciarmi, né a chiedermi nulla.
Mi ha accolta in casa, scambiandosi uno sguardo complice con suo marito.
Mi ha mostrato la mia stanza per questa notte e il bagno, che mi ha imposto di usare per potermi rilassare.

"Una doccia calda e silenziosa è la cosa più bella del mondo. Ci vediamo tra un paio d'ore" mi ha detto, pochi secondi prima di lasciarmi sola in stanza per andare a preparare la cena.

E aveva ragione, stavo così bene, accompagnata anche dalla musica che si riproduceva in maniera casuale dalla mia playlist del cellulare.

Per una volta nella vita, venivano fuori una dopo l'altra tutte le canzoni che mi piacevano e che mi ricordavano momenti divertenti, tranne per il momento in cui è partita 'The Scientist', canzone che amavo e che mi ricordava momenti fin troppo felici, che però in quel momento non dovevo ricordare.

Mentre mi asciugo i capelli, blocco l'arrivo dell'ennesima chiamata di Paulo sul mio cellulare, arrivando così forse alla decima chiamata persa.
Non smetteva di chiamare e mandare messaggi, chiedendomi disperato dove fossi.
Mi sentivo male e in colpa per essere scappata via, ma non avevo il coraggio né la forza di affrontarlo ancora.
Vederlo confuso e sentirsi in colpa per quello che aveva fatto mi dimostrava ancora una volta quanto ci tenesse, ma non potevo continuare a cedere e fidarmi di lui e soltanto delle sue parole, ancora una volta.

Senza di me, avrebbe capito cosa voleva davvero, ma non potevo assicurargli che, con il tempo, se fosse tornato da me, io ci sarei stata ancora per lui.

In questo momento, alternavo momenti di tristezza a momenti di rabbia, in cui lo odiavo profondamente per aver fatto quel che ha fatto, ma soprattutto per averlo fatto dopo una giornata così... così perfetta, bella, in cui eravamo davvero sembrati una famiglia, tutti insieme.

Almeno per quella sera, avevo chiesto a Roby e Claudio di essere di parte, di non dire a Paulo che mi trovassi lì da loro, finché non sarei tornata a casa, il pomeriggio del giorno dopo.


Una volta sistemata, raggiungo la famiglia più bella del mondo in cucina, notando che i bambini si erano già sistemati a tavola, aspettando la cena, mentre Roby stava preparando le ultime cotolette con le patatine ed io mi sento felice come una bimba.

Non mangio cotolette e patatine da mesi ormai.

A casa io e le mie coinquiline non abbiamo mai tempo per farle, e da quando conoscevo Paulo, la sua dieta era diventata anche un po' la mia, e il fritto era come le bestemmie, assolutamente vietato.

"Perché Bea dorme qui da noi, stasera?" chiede Leonardo, tra un boccone e l'altro, guardandomi con un sorriso dolcissimo.

Amo questo bambino, e so che anche lui ama me. Infatti ci siamo promessi una sera, in segreto, di essere fidanzati.

"Perché alla mamma mancava la sua amica, Leo", dice Claudio, sorridendogli.

"Non è vero - dico io - a me mancava il mio fidanzatino" guardando di nuovo il piccolo Leo, che sorride timido.

"Quale fidanzato, Paulino o Leo?" mi chiede Davide, ed è un tuffo al cuore, e credo venga a mancare un battito anche a Roby, che per qualche secondo lascia la forchetta a mezz'aria, guardandomi.

"Che domande Dado, mi mancava Leo!" rispondo subito io, facendolo ridere con la sua voce dolcissima.

Un pomeriggio prima di Natale avevo accompagnato Roby a un allenamento di Davide, era davvero bravo e già ce lo vedo, tra un po' di anni, prendere la stessa strada di suo padre. Solo al pensiero mi trema il cuore.


Más que nunca - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora