Capitolo 22

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"La smetti di essere così agitata? E' solo la mia famiglia, è solo mia madre!", mi dice Paulo, mentre passo velocemente dalla camera da letto alla cucina di casa sua, indossando un vestitino semplice e nero mentre continuo a camminare.

"E' solo mia madre" gli faccio il verso, agitata e andando a controllare il forno con tutte quelle poche cose che sapevo cucinare, ma che almeno sapevo cucinare bene.

Era riuscito a convincermi, anche se avrei voluto scappare.
Ma "il caso" ha voluto che la sua famiglia arrivasse a trovarlo il giorno prima che partissi.
Ergo, non potevo più darmela a gambe levate.

Avevamo optato per una cena a casa sua, e mi ero impegnata a cucinare al meglio ciò che avrebbe cucinato mia madre se avesse avuto ospiti importanti.

Lei, infatti era stata al telefono con me, mentre preparavo le pietanze più complicate e, stando alle sue parole, avevo fatto tutto nel verso giusto e il cibo non poteva che essere buono e mangiabile.

Lui, nel frattempo, ride, continuando a starmi dietro, per poi avvolgermi con le braccia, una volta ferma vicino al bancone dei fornelli.

"Andrà tutto bene. E lei non vede l'ora di conoscerti, così come anche i miei fratelli... Ti adoreranno, vedrai.", mi dice, stringendomi più forte e nascondendo il viso nei miei capelli.

Il suo profumo mi rilassa qualche minuto, fino a quando non sussulto al suono del campanello, segno che gli ospiti sono arrivati.

"Eccoli.."

Mi giro di scatto verso di lui, con occhi terrorizzati, scatenando ancora una volta una sua risata, mentre io lo spingo ad andare ad aprire, e per strada indosso velocemente delle semplici vans basse nere, per rendere il vestitino a maniche corte e di pizzo meno impegnativo.

"Ehi. Sei bellissima, e ti amo, ricordati solo questo", mi dice prima di lasciarmi un bacio sulla fronte e darmi le spalle.

Mi godo la scena di un bellissimo abbraccio tra madre e figlio che non si vedevano da quasi un mese e che sono lontani migliaia di chilometri, sorridendo ai baci sonori di Alicia sulla guancia di Paulo, mentre lui continua a stringerla forte e massaggiarle la schiena con una mano.
Poi un veloce saluto ai fratelli, quelli tra uomini, con una stretta di mano stile wrestling e poi l'abbraccio.
Gustavo, il fratello maggiore, è accompagnato dalla moglie e i suoi due figli, i quali credo abbiano soltanto un paio d'anni in meno di me, cosa che mi imbarazza e non poco.

Poi, dopo i saluti generali, lo sguardo di tutti si posa su di me, ed io vorrei scappare a gambe levate a nascondermi in un angolo buio della sala.

"Lei è Beatrice. Bea, vieni" mi dice Paulo, sorridendomi con una dolcezza immensa e tendendomi la mano, che afferro subito, avvicinandomi a tutti.

Mi sporgo titubante con la mano verso la madre, che invece mi dà due baci sulla guancia.
Bene, l'usanza di salutarsi e presentarsi con due baci sulla guancia è la stessa sia in Argentina che al sud Italia.
Cominciamo con il piede giusto.

"Hola! Oh, que linda, que linda!" dice con una bellissima e dolcissima voce, mentre mi abbraccia, ed io non posso fare altro che ricambiare, sorridendo e arrossendo.

Saluto tutti, presentandomi, e cercando di ricordare tutti i loro nomi, ma si sa, nel momento in cui sei impegnata a pronunciare bene il tuo nome agli altri, non riesci allo stesso tempo a  fare attenzione al nome che ti dicono loro di rimando.
E non mi sarebbe servito concentrarmi in ogni caso. Conoscevo già tutti i loro nomi, da tempo. Paulo mi aveva spesso parlato del particolare affetto che lo legava al fratello maggiore, proprio per la loro grande differenza d'età, e del rapporto speciale che aveva con i suoi nipoti, più giovani di lui solo di qualche anno.

Más que nunca - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora