Capitolo 52

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Il suono della sveglia dal telefono di Paulo mi allontana dalle braccia di Morfeo, e mi chiedo per quale motivo, la domenica, tra l'altro giornata di riposo per lui, dovrebbe avere la sveglia al cellulare.

Lo sento lamentarsi e poi muoversi verso il comodino, per far sparire quella musichetta fastidiosa che probabilmente lo sveglia ogni mattina.

Il silenzio che la sostituisce mi fa sorridere e rilassare, sentendo il braccio di Paulo che mi avvolge il fianco, sopra le lenzuola, e lo sento nascondersi dalla luce del giorno che invade appena la stanza.

Un sospiro leggero, poi mi tira di più a sé.

Baci leggeri e sonori risuonano nella stanza, mentre sento le sue labbra sottili poggiarsi più volte sulla mia spalla scoperta.

"Piccola, svegliati" lo sento mormorare, mentre si muove forse goffamente sul materasso, il che mi fa sorridere, ancora con gli occhi chiusi.

"Ventuno anni fa, in una calda giornata di maggio - comincia, lasciando una scia di baci lungo il braccio - il mondo accoglieva una creatura meravigliosa - mi bacia il lobo dell'orecchio, per poi schiuderlo tra le sue labbra - la creatura più bella che potesse mai avere..." sorrido, cercando di nascondere la testa sotto le lenzuola pulite e profumate, che sanno di lui.

Blocca i miei movimenti, ridendo e scoprendomi la testa.

Mi giro a guardarlo, beandomi del suo sorriso, meraviglioso e unico.

Si erge su di me, mantenendosi sulle sue braccia forti, con le mani aperte poggiate sul materasso, ai lati della mia testa, e mi osserva, seguendo con gli occhi i lineamenti del mio viso.

Posso guardarti per sempre?

"La creatura più bella che potesse mai darmi" dice ancora, per poi abbassarsi a baciarmi piano.

"Buongiorno,  ventunenne... e Buon Compleanno"

Esiste qualcosa di più bello del suo viso, qualcosa di più bello della sua voce, dei suoi occhi?

Avvolgo le braccia attorno al suo collo, per poi muovere le mani sul suo viso, spostando lievemente il ciuffo dalla fronte, mentre sbatte le palpebre d'istinto.

Lo osservo, beandomi della sua perfezione, e delle sue attenzioni che continua a regalarmi in queste ore e che continuerà a fare per il resto della giornata, e mi chiedo se mi stancherò mai di tutto questo.

Lo bacio, lentamente, infondendo tra le nostre labbra tutto il mio immenso amore, la mia devozione al meraviglioso ragazzo che il mondo ha deciso di donarmi.

Ricambia il bacio, sorridendo sulle mie labbra probabilmente perché ancora non avevo aperto bocca per dire una parola, ma non gli importa.

Sa che lo desidero, e non si fa aspettare.

Si sistema meglio su di me, scendendo con la bocca sul mio collo a lasciare baci e morsi, mentre io gli stringo i capelli tra le mani, facendolo sospirare.

Muove le sue mani sul mio corpo come fosse qualcosa di suo, in movimenti ormai abituali e così meccanici, conoscendo ormai ogni singola mia curva, ogni mia debolezza, sapendo esattamente in quali punti io avrei aperto la bocca, portando la testa all'indietro e chiudendo gli occhi.

Muovo anch'io le mani sulla sua schiena, per poi avvicinarlo il più possibile a me.

Le sue dita accarezzano l'interno coscia della gamba destra, ed il mio gemito rumoroso nell'avvertirlo vicino alla mia intimità, coperta ancora dalla stoffa delle mutandine, lo fa quasi sussultare, perdendo qualche attimo il controllo e appesantendosi sul mio corpo.

Más que nunca - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora