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"Sei incantevole", mi dice Paulo, entrando in camera da letto e fissandomi dallo specchio, proprio di fronte alla cabina armadio.

Avevo appena finito di sistemarmi la cintura in pelle che mi stringeva la vita, ed ero intenta a fare una foto per immortalare il momento precedente alla serata, la cena di Natale della Juventus.

Era la seconda volta che la vivevo, quella serata.

Ma ero lo stesso emozionata.

Forse di più, rispetto all'anno precedente.

Forse perché ero ancora con lui, forse perché erano cambiate tante di quelle cose, in questi dodici mesi.

O forse perché non era cambiato niente.

"E tu non sei ancora pronto", ribatto, girandomi a guardarlo, ancora con i capelli da sistemare e la camicia bianca da abbottonare ai polsi.

Aveva deciso di indossare il completo blu, che aveva battezzato nell'evento di Dolce&Gabbana a Milano lo scorso gennaio, ma che contrastava un po' con il mio abito lungo nero. Però, almeno, onorava l'ultima vittoria in campionato, quella sull'Inter, che tanto lo aveva reso felice.

"Sono pronto, giuro", dice, avvicinandosi a baciarmi veloce, per poi tornare nella cabina armadio, nel reparto delle giacche eleganti.

Decido di aspettarlo sedendomi sulla poltrona ai piedi del letto, osservandolo mentre, di fronte allo specchio, si sistema i capelli e poi il papillon nero con le mani.

E' bello in una maniera illegale, e non è giusto che non possa spogliarlo prima di qualche ora.





"E' più bello dell'anno scorso", confesso a Paulo, una volta entrati nel ristorante che ci avrebbe accolto per la cena, ammirando incantata tutte le eleganti decorazioni natalizie argentate e nere, che illuminavano il soffitto, le pareti, i tavoli e le sedie della sala.

"Ricorda: ogni anno, qui, è sempre migliore", è la risposta di Paulo, anche lui con gli occhi fissi e sorridenti su ciò che ci circonda.

Il Presidente Agnelli è al centro della sala, intento a sorridere con un bicchiere di un liquido dorato tra le mani, completamente preso in una conversazione con Pavel Nedved e Cristiano Ronaldo, appena arrivato anche lui con la sua compagna, Georgina.

Non avevo ancora avuto modo di passarci molto tempo insieme, dopo la prima cena, e morivo dalla voglia di farlo, quella stessa sera.

Dopo aver conosciuto Cristiano, Paulo mi aveva confessato che aveva parlato di me alla sua fidanzata, e lei non vedeva l'ora di organizzare una cena nella loro megavilla in collina, con tanto di uomini di scorta a controllare ogni angolo di casa h24.

Io avrei preferito una cena a casa di Paulo, con bambini sparsi per il salotto, televisore acceso su un canale a caso, e tante pizze al centro della tavola da pranzo.

Infatti il mio ragazzo mi aveva letta nel pensiero, portandomeli a casa senza preavviso.

Vengo distratta dalla mano di Paulo, che mi trascina all'interno della sala, diretto a salutare il Presidente, che nel frattempo si è girato verso il suo numero dieci e lo accoglie a braccia aperte.

Lo sguardo orgoglioso e fiero dell'uomo che è diventato, nel tempo.

"Sempre il più elegante, il nostro gioiello", sono le sue prime parole, che fanno sorridere e abbassare lo sguardo a Paulo.

Finto modesto.

Dentro sta godendo un sacco, per queste parole.

"Buonasera, Pres!" lo saluta lui, con i suoi soliti diminutivi.

Más que nunca - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora