Mano nella mano e silenziosi, dopo averlo portato a pranzo nel mio posto preferito, riuscendo anche a offrirlo io, con la scusa di andare in bagno, ci dirigiamo verso casa, non prima di aver comprato dei cupcakes per le mie coinquiline che, a detta di Paulo, lo avevano aiutato nell'organizzare e preparare ogni cosa.Una volta varcata la soglia, nascondo il viso dietro le mie mani, poggiando la testa sulla spalla di Paulo, imbarazzata dalle loro urla e applausi, che invece fanno tanto ridere lui.
Quasi erano più felici di noi, ma questo era davvero impossibile, perché forse, in quel momento, più felici di noi non c'era davvero nessuno, neppure Chiara Ferragni e Fedez, che avevano da poco dato alla luce il loro piccolo Leone.
Vengo avvolta da un bellissimo abbraccio di Alessia che, più di qualsiasi altra persona, mi era stata accanto nell'ultimo periodo, pronta sempre a consolarmi, ma anche a rimproverarmi quando mi piangevo troppo addosso o ce l'avevo troppo con lui e con me stessa.
"Mi sei mancata tanto, con questo sorriso fisso sulle labbra", mi sussurra dolcemente, baciandomi la spalla sotto il maglione rosso che indossavo quella mattina.
"E io ho imparato a volerti bene, Paulo... voglio solo fermarmi a questa frase" aggiunge poi, puntando un dito contro di lui, con un espressione severa, ma scherzosa allo stesso tempo.
"Ehm, ti voglio bene anch'io, Ale" risponde Paulo, grattandosi la nuca e nascondendosi piano dietro di me, facendo ridere tutte.
Dopo aver mangiato insieme i cupcakes, cosa che aveva fatto anche Paulo, approfittando di quei giorni di stop, io e lui soli raccogliamo insieme i palloncini da terra, che Elisa e Alessia avevano lasciato, in modo che potessi toccarli e riguardarmeli soltanto io, ma, conoscendole, so che, una volte sole a casa, avevano sbirciato ogni minimo particolare della sorpresa di Paulo.
"Manco da Maria De Filippi fanno tutte queste cose" dico, ironica, sorridendo alla visione di un Paulo completamente coperto di palloncini, mentre li butta in zone a caso della mia stanza, scalciandone qualcuno anche con i piedi.
Scoppia a ridere, per poi girarsi verso di me.
Raccolgo l'ultimo bigliettino del corridoio nel momento in cui lui mi raggiunge.
"Questo è il mio ricordo preferito" gli sussurro, passandogli il post-it in cui lui parla della nostra prima volta, facendolo sorridere.
"Bueno, e la vuoi sapere una cosa? - mi chiede, prendendo la mia mano e cominciando a tirarmi verso la mia stanza.
"Anche il mio", aggiunge, mentre chiude piano la porta alle mie spalle.
Poso lo sguardo sulla stanza in cui mi trovo, non riuscendo a riconoscerla per i troppi colori che risaltano, dai palloncini bianchi e neri, a quelli rossi sul soffitto, alle coperte azzurre che coprivano il letto.
Nonostante la stanza fosse un po' buia, per via delle persiane socchiuse ancora dalla sera prima, sembrava essere illuminata da una luce naturale, che rifletteva sugli oggetti sparsi, sui nostri occhi.
I miei sono scuri, ma in quel momento brillavano e sono sicura emanassero anch'essi luce, ma mai come i suoi, che, finalmente, rivedevo chiari, nel loro colore naturale e sereno del mare calmo e verde smeraldo, luccicante.
Faccio qualche passo verso il centro della stanza, intenta di nuovo a osservare tutte le foto scelte e porgendo la mia attenzione su una in particolare, che non avevo mai visto prima.
Ci sono io, vestita elegante alla festa di compleanno di Roberta, mentre sorrido parlando con Simona, che però, si intravede solo dalle sue braccia, mentre è intenta, come sempre, a gesticolare.
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Más que nunca - Paulo Dybala
FanfictionLa storia di un viaggio. Di un incontro casuale ed inaspettato. La storia di Beatrice, che realizza un sogno e ne incrocia un altro, dopo un passato nero e pieno di brutti ricordi. La storia di una ragazza forte e senza paura, ma che dietro i lung...