Capitolo 12

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Firmo in fretta e furia il foglio che testimonia il superamento dell'ultimo esame del 2017, ringrazio il professore, saluto con garbo e scappo via alla fermata del pullman verso la stazione.

Se non corro, potrei davvero rischiare di perdere il treno.

Il professore non ha seguito il numero di prenotazione, ma ha scelto l'ordine alfabetico, così sono finita tra gli ultimi interrogati del primo giorno, quando avrei dovuto essere tra le prime.

Per fortuna è andato tutto bene, e con il mio bel voto in tasca, raggiungo ancor più felice Torino, di nuovo, dopo poco più di un mese.

<<Ce l'ho fatta, sono in treno!>> urlo con affanno al telefono a Roby, una volta sistemata al mio posto e mettendo il telefono in carica, nella presa sotto il tavolino.

Ovviamente, questa pazzia l'aveva pensata tutta lei, convincendomi nel fare una sorpresa a Paulo, e raggiungendolo due giorni prima del previsto.

Questa sera, il 18 dicembre, ci sarebbe stata la cena di Natale in casa Juve.

E proprio questa cena era stata il motivo del primo litigio tra me e Paulo.

Aveva insistito così tanto ad andare con lui, perché la riteneva l'occasione perfetta per presentarmi a qualcuno, ma io e le mie fottute paure non eravamo pronte.

Non so di cosa avevo paura, di cosa ho paura tuttora, se del giudizio della gente che avrei visto quella sera, o della gente fuori, perché, da tifosa, so quanto e quanta gente segue attentissima i vari social, per le foto e gli avvenimenti delle cene di squadra.

Paulo più volte mi aveva fatto capire quanto ci tenesse a farmi conoscere ai suoi compagni, che non gli importava se fosse venuto fuori tutto, e quella, a detta sua, era l'occasione migliore per farlo.

Il mio rifiuto lo aveva fatto amareggiare e poi arrabbiare, e per giorni ci siamo sentiti a malapena.

Così è intervenuta Roby, ormai la paladina dei miei problemi e di quelli di Paulo, con cui sicuramente aveva parlato.

"Cosa ti costa fargli questo regalo? Se te lo ha chiesto e insiste così tanto, vuol dire che ci tiene davvero, e se ha voluto addirittura parlarne con me, vuol dire che ci sta anche male, se continui a dirgli di no" mi diceva al telefono, la stessa sera in cui mi ha convinta, per poi escogitare una sorpresa malefica.

E così ora mi trovo in viaggio, mentre Paulo mi crede a casa a studiare per un esame del 20 dicembre, che in realtà ho sostenuto oggi.

Una volta a Torino, Roby mi avrebbe portata a casa sua e lì ci saremmo preparate per la cena, senza dimenticarsi di comprarmi un vestito per l'occasione, nonostante avessi urlato un no categorico, quando me lo ha proposto.

"Dai, l'ho già preso. E' un mio regalo di Natale, per te" mi aveva detto poi, una volta uscita dal negozio in centro città.

Ero felice, ma avevo ansia, un'ansia assurda, che non mi abbandonava dalla sera prima, per l'esame che avevo, a cui ora si aggiungeva anche quella per la sera che mi aspettava.

Come dovevo comportarmi?
Come avrebbero reagito tutti, nel vedere una sconosciuta in famiglia Juve?
E soprattutto, come avrebbe reagito Paulo?
Ero pronta a tutto questo?

Poi la visione del mio blocca schermo mi riporta alla realtà.

Non mi sarei mai stancata di quella foto che ritraeva me e Paulo, al monte dei Cappuccini, mentre ci guardiamo negli occhi, pochi attimi prima di baciarci, mentre non smettevo di scattare.

Sì, per lui ero pronta.

***

Mi guardo un'ultima volta allo specchio dell'armadio, nella stanza degli ospiti di casa di Claudio e Roberta.

Más que nunca - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora