Capitolo 3
HEISEL'S POV:
Alice ha cambiato abilmente argomento iniziando a raccontarmi dei gossip scolastici e cose del genere. Mi è mancata così tanto.
Il punto è che, dalla nostra prima discussione la mia testa è da un'altra parte. Non so, mi sento semplicemente persa. Sentirla raccontare quello che è successo quando sono andata via, quante cose sono cambiate, Louis a pezzi.. La malinconia ha preso spazio dentro di me e non so come mandarla via.
La mancanza che ho respinto con tutte le mie forze quando ero in America, adesso mi sta travolgendo.
"Ti fermi a cena?" Mi chiede Alice mentre piega una coperta e la sistema sul divano.
"No, grazie.. Credo che andrò a fare un giro, mi sono mancate queste strade" sorrido amaramente mentre vado verso la porta e mi infilo il mio giubbotto di jeans.
Alice mi segue, mi guarda, mi studia, però non dice niente. Non insiste.
"Okay, per qualsiasi cosa chiamami" mi dice mentre recupero il telefono che avevo lasciato sul mobile nell'ingresso. Nessuna chiamata, nessun messaggio.
Ingoio il sapore amaro che sento in gola ed esco seguita dai mille "ciao" di Alice. Le sorrido un'ultima volta prima di scendere le scale.
L'aria è fresca ma non come l'ultima volta che ho camminato per queste strade, tutto è familiare e accogliente, tutto mi riporta ad un ricordo, una sensazione, un'emozione. Sono felice e triste allo stesso tempo di essere qua, di nuovo. Probabilmente più felice che altro.
Calcio un sassolino per terra, le mani nelle tasche e mi sento ancora più strana di prima. Non avevo mai sentio un vuoto così grande, questo tipo di mancanza, il cuore mi sta in gola e non riesco a portare alla fine nemmeno uno dei miei monologhi interiori. La mia mente va dove vuole. Passa dal familiare profumo del Fish and Chips al lato apposto della strada al fatto che non so per niente cosa farò da oggi in poi.
Vorrei correre da Louis ora come ora, abbracciarlo e parlargli. Magari non gli ho dato nemmeno il tempo, non ci siamo nemmeno salutati. Non abbiamo avuto un'ultimo momento insieme. È stato meglio così?
Cazzo. Viva l'America e il fatto che lì, in un modo o nell'altro, riuscivo a non pensare troppo.
Mi siedo su una panchina fuori dal parco davanti alla chiesa. Sono a pochi metri da scuola ma non mi sento ancora pronta per andare a dare un'occhiata,magari andrò domani.. O fra qualche giorno.
Prendo una sigaretta dalle tasche del mio giubbotto e dopo aver imprecato cento mila volte contro l'accendino riesco ad accenderla.
Riesco a vedere le persone anziane uscire dalla chiesa e sento i bambini divertirsi nel parco. Chissà come si sentono, liberi a correre, mano nella mano col proprio amico, niente di meglio e nient'altro che potrebbe servirgli. Il senso di felicità e soddisfazione quando si gioca, me lo ricordo, se scavo a fondo.. Come era sentirsi così.
Quando giocavo per Manchester con mio fratello e i nostri amici. Alcune volte c'era pure Maya.
Alzo gli occhi verso il cielo: limpido e azzurro come poche volte. Un raggio di sole mi colpisce in pieno viso ed io la sento, sento la sua manina accarezzarmi, la sua piccola risata quando le facevo il solletico. La vedo. Vedo i suoi occhioni tanto simili ai miei, le sue proteste da bambina, la vedo mentre disegna e tutta contenta porta il foglio colorato alla mamma. La vedo e la sento, nonostante tutto. Non è vero che non la posso raggiungere, mi basta chiudere gli occhi, restare in silenzio e non aver paura di ricordare.
La ritroverò sempre, nel mio cuore, nella mia mente. Lei vivrà lì per sempre.
Ed è rassicurante, da una parte, sapere che non se ne andrà mai. Che la porterò sempre con ma, nonostante i cambiamenti, la crescita, le diversità, lei sarà al mio fianco.
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Gray 2
Fanfiction"Amo i solitari,i diversi,quelli che non incontri mai. Quelli persi,andati,spiritati,fottuti. Quelli con l'anima in fiamme" -Charles Bukowski.