Manchester è più calda di Londra e mentre viaggiamo per le strade mi perdo ad osservare ogni minimo dettaglio, ogni cosa.
Non ci credo di aver preso questa decisione così in fretta. Non ci ho pensato a lungo, ho lasciato che la mia testa e il mio cuore trovassero un accordo e alla fine, l'accordo è stato portarmi qua. Manchester. La ma vecchia città. La città in cui sono nata e cresciuta, in queste strade se ne è andata mia sorella ed è in queste stesse strade che camminavo da bambina. Manchester che mi ha sempre spaventato tanto, dopo tutto quello che ci ho passato. C'è stato un periodo in cui, pensando a questa città, riuscivo a vedere solo le cose brutte. Alcol, fumo, la rottura con Mattew.
Non riuscivo più a vedere il sorriso dei miei genitori, le cene di Natale e il negozio di caramelle in cui andavamo sempre io e mio fratello.
Sono stata anni, mesi, giorni, sono stata per un tempo infinito a parlare con il fantasma di mia sorella. A svegliarmi ogni mattina, sperando di trovarmi nel mio letto, a Manchester, con Maya nella stanza accanto e la mia famiglia felice. Per anni ho allontanato tutto e tutti, restando solo io, i miei problemi, i miei pensieri, la mia mente matta.
Sono stata così brava nel chiudere ogni cosa fuori dalla mia vita, che sono rimasta intrappolata in me stessa senza nemmeno accorgermene.
Pensavo a Manchester e vedevo nero. Rosso. Sentivo le lacrime e la nostalgia mischiate alla rabbia e all'amarezza. Rabbia per quel che mi era stato tolto, per come erano andate le cose.. Per come io, ragazza forte, giovane, ho deciso di affrontare le cose.
Le persone potranno sempre dirmi che l'ho fatto per difendermi, che è stato normale da parte mia, ma non mi perdonerò mai quel che ho fatto passare a me stessa.
Ero così ceca, così triste e così ferita che non vedevo più nemmeno le persone che mi volevano realmente bene. I miei genitori, dopo la perdita di una figlia, non hanno fatto in tempo a riprendersi, che me ne sono andata io. Non gliene ho dato, di tempo. Ho fatto correre gli altri esattamente come correvo io, mentre scappavo lontano lontano da qua. O forse da me.
Mi sono comportata, per anni, come se fossi morta anche io in quell'incidente.
E non c'è mai stato errore più grande.
Mi sono sentita persa e vuota, semplicemente distrutta dalle cose brutte che continuavano a succedere nella mia vita. Fino a lui.
Fino ad Harry. Fino a quella notte di fine Ottobre.
Niente sembrava poter andare bene, prima di lui.
È stato la mia fine e il mio inizio.
Harry mi ha procurato tanti graffi, tagli sul mio cuore, ma mentre il tempo passava, mentre lui si allontanava e poi tornava, non mi rendevo conto che ero io a volerlo. Non riuscivo ad andare avanti, nonostante lui al mio fianco. Ero tanto presa dai miei problemi, che quasi lo obbligavo ad essere stronzo.
Facevo qualsiasi cosa pur di farlo arrabbiare, ora che ci penso. Mi ha tolto più sigarette lui dalla bocca che qualsiasi altra persona.
Lui ha sbagliato, io ho sbagliato, e ora siamo qua.
E Harry ha deciso che non vuole più scappare. Mi sta appoggiando in tutto, amandomi fino a consumare se stesso, e mentre lo guardo, mentre guida penso che, questo non è più il mio Harry.
"A cosa pensi?" Mi chiede.
"Nulla" scuoto la testa e riporto il mio sguardo davanti a me.
Resta il silenzio serrando la mascella. Credo che un tempo avrebbe insistito fino alla morte pur di farmi parlare. Come quella volta che eravamo sul letto e insistette per almeno mezz'ora finché non gli dissi che stavo pensando a noi due, insieme.

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Gray 2
Fanfiction"Amo i solitari,i diversi,quelli che non incontri mai. Quelli persi,andati,spiritati,fottuti. Quelli con l'anima in fiamme" -Charles Bukowski.