Capitolo 34

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Credo che alcune volte, la natura sia una dolce parodia della nostra vita. E trovo quasi assurdo come il sole abbia brillato in cielo per tutti questi giorni, e proprio abbia deciso di giocare a nascondino, lasciando che le sue lacrime cadano dolci e lente sulla Terra ad un ritmo irregolare quanto bello.

Sembra di vedere la mia anima dal basso. Posso vedere luci, ombre e lacrime coprire tutto, fare da grande rivestimento a quello che è questa giornata di fine Giugno.

Questa mattina io e mia madre abbiamo messo via alcune cose di Maya. Cose come i vestiti, i libri, i colori, le bambole.

Non posso dire sia stato facile. È stata una strana tortura vedere mia madre trattenere le lacrime ogni volta. Vederla guardare tutto con così tanta malinconia e tristezza. Sembrava volesse esser chiusa anche lei dentro a quelli scatoloni.

Ora le pareti della cameretta sono spoglie e fredde. Il colore rosa è più chiaro dell'ultima volta in cui Maya ci ha giocato.

Le scarpette numero 32 sono tutte chiuse in una scatola trasparente.

E il cielo è sempre più grigio mentre so che mio fratello sta tornando dal Canada. Mio padre è nella stanza accanto che prende un caffè, e mia madre è con lui per non far vedere agli altri quanto sta piangendo.

Probabilmente ho capito davvero di essere alla fine, quando mi hanno detto che Leon sta tornando. I parenti lontani si chiamano solo quando si tratta dell'ultimo respiro.

Victoria è qua, dall'altro lato del letto. Lo guarda come se potessero avere tanti altri giorni insieme, consapevole che non sarà così.

Harry è seduto accanto a me. I suoi occhi sono lucidi e continua a mordersi il labbro, cercando di trovare una distrazione che non sembra esistere in questa giornata troppo Grigia per essere vera.

"Harry" dice Andrew. La sua voce è come un soffio.

"Si?" Quella di Harry invece trema.

"Dentro al comodino, primo cassetto. C'è una lettera" dice. Harry allunga la sua mano grande fino al piccolo mobiletto bianco. Oggi la luce non entra dalla grande finestra.

Prende una busta bianca, sopra c'è una scritta, piccola e disordinata. "Alla mia Victoria" c'è scritto.

"Vic, leggila quando mi addormenterò" dice mio Nonno a mia Nonna. Lei stringe le labbra così forte che è quasi come se potesse scoppiare da un momento all'altro.

Mi chiedo perché l'unico modo che ho avuto per incontrare di nuovo quest'uomo, sia stato vederlo andare verso il suo destino.

"Lo farò" le loro mani si stringono. Quelle di mio Nonno, un tempo forti e grandi, ora sembrano aver perso qualsiasi colore.

"Io..Io devo uscire un attimo" dice Harry. Si alza dalla sedia, la sua mano accarezza il braccio di mio Nonno mentre si piega verso di lui.

"Grazie davvero" gli dice. Il mio cuore sta ballando all'interno del mio corpo.

"Grazie a te, Harry"

Lo vedo stringere la pelle di mio Nonno, prima di regalarmi uno sguardo di scuse e uscire dalla stanza.

"Ehi" gli dico. "Oggi niente acquario"

"Maledizione, mi hanno riempito di tubi" ridacchia. È bello vederlo ridere in un momento come questo.

"Come stai, Heis?" Mi chiede. Lo guardo qualche secondo. I suoi occhi stanchi e le sue labbra fini sono una delle immagini più dolorose che io abbia mai salvato nella mia mente in tutta la mia vita.

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