Capitolo 11

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Uh, non mi sarei mai aspettata di vederlo qui.

Jason, Jason, Jason.

È uno degli organizzatori di questa mostra, figlio del Signor Taylor, ha ventotto anni. Lo smoking copre i tatuaggi che io ho potuto vedere in America.

"Jason" sorrido.

In America era dolce, simpatico. Ma è un chiaro stronzo con le donne, me l'ha dimostrato più volte quando andavamo in qualche bar o magari ad una festa. Non lo è stato con me, piuttosto con le altre. Nonostante questo, mi affascina.

I suoi capelli castani sono tirati indietro, gli occhi nocciola brillano di una luce strana come sempre. Non è uno di quei ragazzi che ispira fiducia nonostante il bel vestito e le scarpe firmate.

"Heisel" sorride e si avvicina. Harry rimane immobile e ho paura che si stia costruendo castelli.

Jason lascia due baci sulle mie guance, stringendo il mio fianco con la sua mano. Ha le mani grandi ma non quanto quelle di Harry.

"Sapevo ti avrei trovato qua" mi sorride.

"Già, sono felice di come stia andando" dico. "Oh, e lui è Harry.. Un mio..amico" la parola brucia sulla mia lingua e Harry quasi sbarra gli occhi. Probabilmente pensava che non l'avrei pensato.

Si stringono la mano scambiandosi un sorrisetto amaro.

"Complimenti per le foto, bellissime" sorride mentre si alza una manica della camicia.

Ecco, ora alcuni tatuaggi sono visibili. Harry continua a guardare Jason dall'alto al basso, sembra odiarlo e se gli occhi potessero uccidere il ventottenne sarebbe già morto.

"Uhm,io raggiungo Niall" dice Harry indicando il ragazzo biondo fermo davanti ad una fotografia.

Non voglio vada via, non voglio che si senta di troppo. Eppure, non mi da il tempo di dire nulla che inizia a camminare e si allontana da me. Sempre più lontano, passo dopo passo fin quando non lo perdo fra la gente.

"Speravo se ne andasse" dice Jason.

"È solo un amico, un bravo ragazzo" difendo Harry e mi ritrovo a dare spiegazioni a Jason quando probabilmente non dovrei.

"Non sembra esattamente un bravo ragazzo"

"Lo è"

"Credevo ti piacessero i bad boy"

"Dipende" dico. Dove vuole arrivare? "Harry è un amico" ripeto. Dirlo fa un effetto strano, quasi come se il fuoco dentro di me si spegnesse piano piano. Non voglio lasciarlo andare, toglierlo dalla mia mente.

"Meno male, mi dispiacerebbe se tu fossi impegnata" sorride.

È un ragazzo bellissimo.

"Si?"

"Si, manderebbe all'aria i miei piani"

"Piani?"

"Corteggiarti tutto il pomeriggio e chiederti di uscire con me" prende la mia mano e ci lascia un bacio leggere che quasi non sento.

"Ohw" sorrido.

Jason mi prende sotto braccio mentre mi racconta di quanto sia meraviglioso essere il figlio di colui che organizza tutto questo. Poi mi fa complimenti, mi lusinga, mi osanna ogni secondo ed io, più passano i secondi più mi abituo alla sua voce, la suo braccio intorno alla mia spalla e al suo sorrisetto.

"Allora, mi concedi un bellissimo appuntamento?" Mi chiede. La galleria si sta piano piano svuotando.

"Uhm..io" inizio a dire ma lui mi interrompe.

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