Gray 2

Capitolo 6

ATTENZIONE:
GRAY: L'AMORE HA UNA SOLA DIREZIONE.
Ciao Ragazze, se volete leggere "Gray 1", il Prequel di questa storia (Gray 2) lo potete trovare dal Primo Giugno in tutte le librerie!!!! Uscirà, infatti, in forma cartacea, migliorata e perfezionata. Spero tanto che il libro vi piacerà!
Un bacio grande.
(Per qualsiasi informazione, potete scrivermi nei messaggi privati o sul mio account Instagram "xharryslaughstory")

Capitolo 6:

Siamo a settantanove, settantanove di schifo di cazzo di giorni.

Louis si muove nel mio letto e ho le guance ancora bagnate da ieri sera mentre mi alzo.

Prendo i vestiti e preparo la borsa per andare a scuola prima di chiudermi in bagno. Mi prendo tutto il tempo necessario per lavarmi e sistemarmi, cercando di migliorare almeno un minimo il mio aspetto stanco.

Quando esco Louis si sta allacciando le scarpe e mi mostra un mezzo sorriso.

"Non so come andranno le cose, sono terrorizzata" gli dico.

"Anche io, spaventato a morte"

Prendo la borsa appoggiata ai piedi della porta e spengo la luce della stanza prima di uscire seguita da Louis.

Prendo un biscotto in cucina e non mi preoccupo di fare troppi onori al ragazzo accanto a me. Lui prende un cornetto confezionato e lo apre mentre siamo in ascensore. Nessuno dei due parla, ma è un silenzio diverso. Non sento disagio.

Sono arrabbiata con me stessa per non aver resistito al mio migliore amico, ma forse era semplicemente la cosa giusta da fare.

"Smettila di combattere tutto e tutti e guarda come andranno le cose" si, probabilmente dovrei davvero fare così.

Come mia abitudine, calcio i sassolini sulla strada mentre camminiamo verso scuola. Gli occhi di Louis sono fissi avanti a noi e sono sicura che ci sono tante cose che vorrebbe dirmi. Tante domande e tanti segreti, ma avremo tempo per dirci tutto, ne sono sicura.

"Sai" dice "Abbiamo smesso, con tutto quanto"

"Si, me l'ha detto Alice" sistemo la borsa sulla mia spalla e abbasso lo sguardo quando attraversiamo il cancello.

"Perché fai così?"

"Così come?" Lo guardo confusa e alzo un sopracciglio.

"Ti nascondi, abbassi lo sguardo"

"Non è facile" dico. Il mio tono duro e in un secondo, dal suo sguardo, capisco che ha colto in pieno ciò che intendevo.

Non è facile. Non è per niente facile camminare a testa alta dopo ciò che mi è successo, fare finta di niente. Posso migliorare, giorno dopo giorno, ma mi sento ancora distante dal giorno in cui entrerò in una stanza piena di persone e sorriderò veramente, senza paura e senza vergogna.

"Lui non è più qua, in questa scuola" mormora. La sua voce bassa e affilata come lame.

Il mio cuore perde un battito e vorrei sentire questa frase un'altra volta, detta ad alta voce solo per sapere che ho sentito bene.

"Non scherzo" dice "Non lo rivedrai"

Una sensazione, credo di vittoria o sicurezza si insedia dentro di me e per questa volta, ho voglia di andare a lezione di scienze.

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So che non dovrei essere qua, ho smesso di bere dopo la prima settimana in cui ero in America, quando dopo una solenne sbronza non sono riuscita a far altro se non torturarmi la mente ancora di più.

Non dovrei essere qui e basta, io e i bar non andiamo troppo d'accordo. Eppure eccomi.

Non so cosa mi abbia portato qua, probabilmente l'aria soffocante del mio appartamento. I troppi ricordi che sentivo in ogni stanza, la risata di persone che adesso non fanno più parte della mia vita che rimbombava fra le pareti. Una maglia di Niall ancora nella stanza che utilizzava lui, la foto di mia sorella sul comodino, il regalo di Natale di Zayn appeso alla parete. La mia telecamera sulla mensola. I miei fascicoli pieni di scritti su Harry.