1 - Mad

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Bip bip

Una luce illuminò la stanza.

Promemoria: Aereo alle 14. ALZATI!!

Questo quello che comparve sul display del cellulare che prese dal comodino accanto al letto. Lo fissò per qualche minuto finché non tornò a spegnersi. Si rigirò il cellulare tra le mani per un po', prima di riposarlo sul ripiano vicino. Fissò il soffitto per pochi secondi e infine decise di alzarsi da quel letto.

Maddison, questo il suo nome, si diede un'occhiata allo specchio appeso ad una parete e si aggiustò, con poco impegno, qualche ciocca di capelli. Uscì dalla stanza e si diresse verso il bagno. Aprì l'acqua nella doccia e la lasciò scorrere aspettando che diventasse calda. Si spogliò del pigiama ed entrò, lasciando che l'acqua calda bagnasse la sua pelle dorata. Si concesse venti minuti di relax, dopo di che uscì, si avvolse nell'accappatoio e tornò nella stanza.

Aprì l'armadio e passo la mano tra i pochi vestiti rimasti, il resto ormai era già tutto nella valigia e scelse dei leggins scuri con una maglietta nera. Indossò gli abiti, si diede una rapida occhiata allo specchio e si avvicinò alla scrivania per prendere la trousse. La piccola valigetta conteneva poche cose: un paio di ombretti, una matita, del fondotinta e un rossetto rosa praticamente nuovo.

Si concentrò a truccare gli occhi e, dopo aver sistemato la trousse nella valigia, scese di sotto per fare colazione.

La casa era vuota, sua madre era a lavoro e il padre non lo sentiva ormai da parecchi mesi. Andò in cucina e si preparò del latte mettendoci una manciata di cereali. Tornò in camera sua continuando a mangiare dalla ciotola. Osservò la sua camera per controllare di aver preso tutto.

Si sedette sul letto e posò la scodella sul comodino continuando a guardarsi intorno: Ormai quella non era più la sua stanza. Ormai era vuota e senza personalità. Tutto era stato riposto dentro le due valigie in piedi a fianco al letto, mentre molta roba era stata buttata via. Guardò un ultima volta l'orologio: 11.00.

Doveva andare, il taxi che le aveva chiamato la madre prima di partire sarebbe arrivato da un momento all'altro. Portò le valigie al piano di sotto e le mise vicino alla porta d'ingresso poi si sedette nel salotto in attesa. In mano si rigirava un foglio con poche scritte, quelle più evidenti erano:

Partenza ore: 14.00 - Aeroporto Fiumicino di Roma

Arrivo ore: 16.00 – Aeroporto Tegel di Berlino

Già. Berlino. Stava per partire per Berlino contro la sua volontà. Il biglietto gliel'aveva preso la madre, non voleva più averla a casa così aveva deciso di scaricarla da sua sorella maggiore. Diceva che era stufa dei suoi casini, diceva che non riusciva più a camminare per strada dato che ogni volta qualcuno la fermava per dirle che sua figlia era ad ubriacarsi in qualche pub, oppure che era finita in mezzo a qualche rissa. Carmen, la madre, era stanca anche delle chiamate che le dicevano di andare a recuperare sua figlia in caserma. L'unica cosa che le aveva detto prima di darle il biglietto è stato:

«Cos'ho sbagliato con te?»

Poi lasciò il foglio del volo sul comodino e uscì dalla camera chiudendosi la porta alle spalle. Per i giorni successivi non si erano parlate e la sera precedente Carmen non aveva nemmeno voluto salutare la figlia.

Un rumore risvegliò Mad dai suoi pensieri: un clacson, il taxi era arrivato.

Prese le sue valigie e le trascinò fuori, lasciandole poi in mano all'autista che l'avrebbe accompagnata all'aeroporto. Lui le ripose nel bagagliaio e tornò a sedersi dalla parte del guidatore, mentre lei prese posto nei sedili posteriori. Arrivarono all'aeroporto nel giro di mezz'ora. La ragazza prese i propri bagagli, pagò il tassista con i soldi che le aveva lasciato la madre e andò dentro all'enorme struttura per il check-in. L'attesa fu snervante per chi, come lei, non era per nulla interessata a partire. Le persone la guardavano in modo strano, un modo a cui lei era abituata e rispondeva lanciando occhiatacce in giro.

“Annuncio imbarco per il volo Roma – Berlino. I signori passeggeri sono pregati di raggiungere l'uscita 4”

La voce squillante dell'altoparlante la colse di sorpresa facendola sussultare. Si alzò e si diresse verso l'uscita che era stata annunciata. Fu una cosa abbastanza veloce e nel giro di una quindicina di minuti era già sull'aereo che prendeva posto.

Era vicino al finestrino e quando l'aereo decollò sussurrò un flebile “addio Roma”. Anche se stava partendo controvoglia, sapeva che non sarebbe più tornata in quella città.

Now I'm here, No more fearsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora