7 - Debolezza.

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Maddison non sapeva dove andare, aveva bisogno di uno sfogo e in quella città non sapeva dove trovarlo. Non conosceva ancora il luogo, ma sapeva che da qualche parte c'era di sicuro qualche evento. La città era famosa, era la capitale, non poteva credere che fosse tutto un mortorio. Girovagò senza meta per almeno un paio d'ore, fin quando il campanile della chiesa che aveva appena superato iniziò a suonare. Mad guardò verso l'alto cercando con gli occhi il grande orologio posto sul lato frontale del campanile: 21.00. Ormai si stava quasi rassegnando al fatto di tornare a casa, quando un boato attirò la sua attenzione. Corse fino all'incrocio con la prima traversa e guardò nella stradina. C'erano un mucchio di ragazzi davanti all'entrata di quello che doveva essere un Pub o una discoteca. Si avvicinò meglio per capire che stesse succedendo e capì che doveva esserci qualcuno di importante all'interno. Provò ad affacciarsi all'ingresso, ma un omone enorme le si parò davanti.

«Mi dispiace ragazzina, è una festa privata» disse.

Mad lo guardò per qualche secondo e poi decise di andarsene. Non le importava della gente spocchiosa e che si credeva chissà chi, quindi avrebbe girato in cerca di altro. Mentre percorreva la strada per tornare su quella principale, passando accanto a molti dei ragazzi in coda, i suoi occhi incrociarono quelli di un ragazzo che attirò la sua attenzione. Il ragazzo in questione era alto e magro, aveva i capelli spettinati neri e degli occhi color nocciola.

«Come mai tutti in coda?» gli domandò Mad per rompere il ghiaccio.

«C'è il party di un famoso cantante della zona!» esclamò il ragazzo limitando l'entusiasmo.

«Oh, capisco...quindi voi tutti preferite passare la serata qui fuori piuttosto che con una bella ragazza?» riprese poi sorridendogli maliziosa «vabbè, vorrà dire che andrò a farmi un giro da sola...» ammiccò e cominciò ad allontanarsi senza lasciare il tempo di rispondere al ragazzo.

«Vediamo? La “bella ragazza” di cui parli intende andare da lei o da me?» delle mani cinsero i fianchi di Mad, che sorrise soddisfatta, fermandola «Non ti sembra di scappare un po' troppo velocemente?» disse poi il ragazzo facendola girare e sorridendole.

«Veramente qui quello che corre sei tu!» rispose ammiccando.

«Beh, una bellezza così attira l'attenzione...se non mi precipitavo subito chissà in che mani saresti finita!».

«E con te? In che tipo di mani sono?».

«Non saprei, valuta tu stessa» disse spostando le mani dai fianchi al sedere.

Lei si avvicinò al suo orecchio leccandogli il lobo, poi sussurrò:

«Direi che sono in mani capaci, ma bisognerebbe provarle in un altro modo» prese il lobo delicatamente e lo lasciò subito dopo. Si girò e liberandosi della presa sul suo sedere, riprese a camminare.

«Sei tu che devi rispondere alla mia domanda: Da me o da te?» domandò lui mettendosi di fianco a lei.

«Nessuna delle due» il volto del ragazzo la guardò confuso «hai la macchina nei paraggi?»

«Certo!» rispose lui tornando a sorridere «seguimi».

Si avvicinarono ad una Audi RS7 parcheggiata in una piazzola non molto distante dal locale, ma abbastanza isolata da non dare nell'occhio.

«Eccola!» disse il ragazzo infilando una mano nella tasca dei jeans e aprendo l'auto grazie al telecomando delle chiavi. Sorrideva orgoglioso, ma non ebbe il tempo di far nulla che Mad gli si buttò addosso.

«Ok, ora possiamo proseguire il gioco» gli sussurrò nell'orecchio prima di passargli una mano sul cavallo dei pantaloni.

Il ragazzo sorrise incapace di muoversi, sembrava paralizzato. Mad allungò la mano sulla maniglia della portiera posteriore e l'aprì facendo scivolare dentro il ragazzo. Cercò di mettersi a cavalcioni su di lui, faticando un po', ma senza darlo a vedere e richiuse la portiera.

Now I'm here, No more fearsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora