2 - I conquilini

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L'atterraggio non fu dei più piacevoli, quell'idiota del pilota chissà a cosa stava pensando.

Quando scese si diresse all'interno dell'aeroporto e, dopo i vari controlli, dovette aspettare per più di mezz'ora prima di vedere comparire i primi bagagli sul nastro. I suoi ci misero ancora un paio di minuti; quando li vide comparire si avvicinò al bordo del nastro trasportatore. Prese il primo bagaglio, posandolo a terra vicino a lei, poi prese il secondo e s'incammino verso l'uscita. La sorella la stava aspettando fuori, appoggiata contro una macchina azzurra.

«Hey!» la sorella sventolò un braccio per farsi notare.

«Ti ho notata» disse secca Mad «non c'è il caso che urli..» e così dicendo si avvicinò al bagagliaio della macchina «Apri?».

La sorella alzò gli occhi al cielo ed entrò nella macchina premendo la leva che aprì la parte posteriore dell'auto. Mad la raggiunse poco dopo, prendendo posto sul sedile del passeggero. I primi dieci minuti di viaggio furono silenziosi. Nessuna delle due parlava. Mad non voleva parlare, mentre Sara, questo il nome della sorella, non riusciva a formulare una frase di senso compiuto. Non si vedevano ormai da un paio d'anni e, da quando Sara era partita, non si erano più sentite neanche per telefono. Mad aveva preso male la partenza della sorella. Quest'ultima era partita per proseguire gli studi in un università di Berlino e quando abbandonò lei e la madre, Maddison la prese come una fuga.

Lo sguardo di Sara si posò su di lei per qualche secondo prima di tornare a fissare la strada.

«Non sei cambiata proprio per niente...» disse infine.

«Tu invece sei cambiata troppo.» rispose Mad in un tono acido.

Il viaggio proseguì nel silenzio. Nessuna delle due era intenzionata a parlare ed entrambe fissavano la strada. Sara ogni tanto spostava lo sguardo sulla sorella, ma lo riportava subito davanti a se non appena l'altra le lanciava uno sguardo fulmineo. La sua affermazione era vera, la sua sorellina non era cambiata di una virgola, sia fisicamente che caratterialmente. Era una bella ragazza in fondo: capelli scuri, lunghi fino alle spalle, la carnagione dorata e gli occhi chiari; se non fosse per il suo caratterino tutto pepe. Sara ricordava bene com'era la sorella. Tutto ciò che voleva lei lo faceva, tutto ciò che non era possibile fare lei lo faceva. Era una calamita per i guai, ma lei non si dispiaceva di ciò, non le importava di finire dentro per un paio di notti e ancor meno le fregava delle ramanzine che la madre puntualmente le faceva. Non le importava di nessuno, neanche di se stessa. Voleva solo divertirsi e se ciò avrebbe portato a una conseguenza non piacevole non ci dava peso.

Arrivarono davanti alla casa di Sara nel giro di venti minuti, scesero entrambe dall'auto e Mad si diresse subito a prendere i bagagli.

«Devo avvisarti» disse ad un tratto la sorella «Vivo con altri tre ragazzi, quindi vedi di non essere troppo antipatica con loro, rimani sempre un ospite...».

«Proprio perchè sono un ospite non dovrei essere trattata con i guanti?».

«Maddison, stai per condividere una casa con altre persone! Non sei più tu e mamma, non puoi fare ciò che vuoi! Hanno accettato di ospitarti, ma possono pur sempre cacciarti via!” ribadì Sara alzando un po' la voce «vedi di non fare la stronza!» concluse.

«Oh, che novità... “possono cacciarti” grazie per l'avvertimento, almeno hai avuto la decenza di dirlo, non come Carmen».

Now I'm here, No more fearsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora