33- Hotel.

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Maddison corse avanti indietro per tutto il giorno. Andava da una parte all'altra di Roma per riuscire far coincidere ogni cosa. Chiamava in continuazione mentre Lisbeth la seguiva senza dir nulla. I ragazzi erano all'intervista e sarebbero stati occupati per più di un paio d'ore, vista la durata del programma e le foto e autografi vari che susseguivano questi incontri. Mad chiamò Marta, l'amica di Roma di Lara, chiamò Clara per sapere come procedevano i preparativi per la festa e chiamò i manager dei ragazzi per avere informazioni che non poteva chiedere direttamente a loro. Tutto procedeva bene. Quella che li aspettava era una mega festa che organizzavano ogni anno i ragazzi più popolari della zona, in poche parole quelli cui i genitori permettevano ogni cosa e si potevano permettere di buttare via quintali di soldi come nulla. Erano parecchi a partecipare a questa festa, ma nonostante questo, all'ingresso, c'era un'accurata selezione e non tutti erano considerati abbastanza da poter partecipare.

Essendo considerata la ragazza più popolare, anche se non per i soldi, Maddison aveva preso parte alla maggior parte di quei party e sapeva esattamente come funzionavano e sapeva anche che sarebbe dovuta tornare quella di una volta, almeno per una sera, per poter entrare. Anche se era conosciuta e il suo telefono non smetteva di suonare per messaggi e chiamate da parte dei ragazzi della sua vecchia compagnia, era consapevole del fatto che se si fosse presentata com'era adesso non l'avrebbero accettata, l'avrebbero ritenuta noiosa e sfigata, come lei aveva considerato tutti gli altri in quei lunghi anni in cui aveva frequentato quei luoghi. Una volta entrata lei, avrebbe potuto far entrare chiunque, compresi i ragazzi e Lisbeth.

Le ragazze si fermarono in un bar a bere qualcosa di fresco. La temperatura era alta e il sole batteva impietoso sulla piazza. Mad aveva spento il cellulare non appena aveva finito di organizzare gli ultimi dettagli. La vecchia compagnia continuava a chiamare senza sosta, così aveva scritto a Bill di chiamare Lisbeth e aveva staccato il telefono. Erano poi andate a cenare in un ristorante poco distante e dopo mangiato si erano sedute su delle panche in una piazza non troppo distante dall'hotel. Avevano chiacchierato a lungo e quando il sole aveva deciso di cominciare a nascondersi erano rientrate in hotel, ognuna nella propria stanza, ma dopo poco Lisbeth andò in quella di Maddison.

«Che fine hanno fatto?» chiese con un filo di voce sedendosi accanto all'amica sul letto.

«Non ne ho idea, non si sono fatti sentire?» rispose domandando Mad.

«No, nulla...».

«Li avranno intrattenuti per qualche motivo..» disse Maddison buttandosi indietro e coricandosi sul letto. Lisbeth la imitò ed entrambe si ritrovarono a fissare il soffitto.

«A domani! Buonanotte!» disse Georg entrando nella propria stanza.

«Buonanotte!» risposero entrambi rientrando ognuno nella propria.

Il moro aprì la porta e se la richiuse alle spalle, ma quando si voltò non trovò esattamente ciò che si aspettava. Maddison e Lisbeth dormivano sfinite sulle coperte del letto matrimoniale. Sorrise alla dolcezza di quella scena, ma poco dopo un rumore continuo alla porta lo distrasse. Si girò velocemente per aprire e far finire quel rumore prima che svegliasse le due ragazze. Oltre la porta c'era Gustav con l'aria preoccupata.

«Maddison è in camera? Lisbeth non c'è...» disse non appena il moro gli comparve davanti. Bill sorrise e lo fece entrare.

«Devono averci aspettato fino a tardi...» disse poi.

«Ma gli abbiamo scritto...».

«Si, ma l'abbiamo fatto tardi, si saranno addormentate prima..» gli fece notare il moro.

Now I'm here, No more fearsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora