34- Crollo.

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Erano coricati sul letto, quand'erano rientrati in camera il biondo l'aveva appoggiata su quella superficie morbida con delicatezza, poi si era spogliato e sistemato accanto a lei, stringendola tra le sue braccia.

«Mi sono spaventato da morire!» disse ad un tratto Gustav.

«Mi spiace, ma anch'io ero preoccupata! Non vi siete fatti sentire per tutto il giorno...»

«Lo so, scusami.. te e Maddison vi siete divertite?».

«Sì, anche se lei era impegnata tra mille telefonate, ci tiene molto a questa festa...» notò Lisbeth.

«Ehm sì, dice di avere un piano per aiutare Tom con Lara, ma non vuole parlarne più del necessario, neanche Bill sa i dettagli...».

«Spero riesca in ciò che vuole, Tom sembra un corpo senza vita..».

Il ragazzo la strinse più forte e la baciò dolcemente.

«Ho paura di perderti...» disse il biondo in un sussurro fissando un punto fisso nella parete bianca della camera.

«Se non vuoi perdermi, non accadrà..» rispose dolcemente lei mettendosi a cavalcioni sul ragazzo.

Cominciò a baciare la sua pelle che ormai era completamente scoperta, Gustav indossava solo i boxer mentre Lisbeth era ancora completamente vestita e il biondo non lo trovò giusto. Cominciò a sbottonarle la camicetta e in poco tempo gliela sfilò accarezzando poi l'incavo dei seni ancora protetti dal reggiseno. La ragazza arrossì. Era davvero timida, nonostante non fosse la prima volta e come ogni volta arrossiva apparendo ancora più dolce e piccola agli occhi di Gustav.

Il biondo le sfiorò una guancia osservando i suoi occhi che continuavano a nascondersi.

«Non capisco il tuo imbarazzo con me, ma questa cosa ti rende estremamente dolce, più di quanto tu non sia già» sussurrò il biondo sorridendole.

Lisbeth sorrise ancora più imbarazzata e si avvicinò a lui per baciarlo. Le mani del ragazzo scesero lungo i fianchi e accarezzarono l'elastico della gonna morbida che indossava. Ribaltò la situazione ritrovandosi alla ragazza. Lei teneva le mani strette al proprio petto mentre osservava gli occhi di quel ragazzo. Erano occhi dolci e pieni di possessività e protezione. Lisbeth sollevò leggermente i fianchi seguendo i movimenti di Gustav che le tolse velocemente la gonna lasciandola in intimo, quell'intimo rosa pastello che addolciva quelle curve appena accennate.

Un rumore passò nelle loro orecchie, ma nessuno dei due volle interrompere quel momento. Proseguirono dolcemente, com'erano abituati a fare, finché il piacere non prese il sopravvento su entrambi e qualche minuti dopo si addormentarono abbracciati.

Ormai era da un paio di settimane che Georg ogni sera mandava la buonanotte a Rosine, sempre alla stessa ora, sempre lo stesso messaggio, sempre la stessa risposta.

Ora era lì, coricato su quel letto, il cellulare sul comodino e la mente che lavorava fin troppo per quell'ora. Non sapeva se scriverle o meno, era in ritardo rispetto al solito e l'avrebbe sicuramente disturbata. A cancellare i suoi dubbi fu proprio il cellulare che vibrò.

Da Rosine:

Hey, non ho ricevuto il messaggio della buonanotte e mi sono preoccupata!

Spero sia tutto a posto.

Buonanotte!

Now I'm here, No more fearsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora