20. Believe (not)

128 9 0
                                    

Dopo essere uscito di casa il più velocemente possibile, Jungkook cominciò a correre senza fermarsi.
Non sapeva da che parte cominciare: Jo poteva essere ovunque.
Non aveva nemmeno chiesto a Mei dovevo dovevano incontrarsi.
Quasi a leggergli nel pensiero la ragazza gli inviò un messaggio:

Al circo

La ringraziò mentalmente e cominciò a dirigersi verso il parco, là dove sapeva che veniva allestito tutti gli anni.
Quasi sicuramente doveva essere lì...
Sperava che fosse lì.
Ripercorse la strada che la ragazza aveva fatto ore prima.
Era preoccupato, lo si vedeva subito.
Continuò a correre ignorando tutto ciò che lo circondava, fino a quando non andò a sbattere contro una signora.
Si scusò rapidamente e continuò.
-Si fermi- lo pregò lei.
Lui fece come gli disse.
-Dove vai così velocemente?- chiese.
Jungkook fece una smorfia: perché dovevano trattenerlo proprio in quel momento?
-Cerco una ragazza- rispose, muovendosi.
La donna lo bloccò.
-Alta, capelli castani?- chiese.
A quelle parole il ragazzo fece un'espressione stupita.
-E lei come fa a saperlo?-.
-Un paio di ore fa mi ha chiesto dove si trovava il circo-.
Jungkook la ringraziò e ricominció a correre, senza che la donna potesse dargli altre spiegazioni.
-Non vuole sapere nient'altro?- urlò.
Jungkook sorrise.
-No, grazie!-.
Corse fino al parco e continuò fino a quando non intravide il tendone dietro gli alberi.

***

Non poteva essere di nuovo lui, se n'era appena andato. Ma qualcuno era dietro la porta, lo sentivo ansimare.
Dopo un momento di pausa vidi la porta aprirsi.
Non sapevo chi aspettarmi, anche se mi immaginavo che fosse uno dei ragazzi che era venuto a cercarmi.
Cominciai comunque ad indietreggiare per precauzione.
Non può essere lui, non avrebbe senso tornare.
Vidi un piede sbucare dietro la porta.
Va bene...
Sospirai e mi preparai al peggio.
Quando invece vidi entrare Jin non credetti ai miei occhi.
Mi venne da ridere, ero felice.
Ma sembrava che non mi avesse nemmeno vista: si guardò intorno con uno sguardo preoccupato. Poi, però, si avvicinò a me e mi abbracciò.
-Come stai?- chiese, guardandomi dalla testa ai piedi per vedere se ero tutta intera. Il suo sguardo si fermò sul mio braccio destro.
-Bene, più o meno- risposi. -Non preoccuparti. Come hai fatto a trovarmi?- chiesi.
Lui mi prese per il polso e mi portò verso la porta.
-Andiamo- disse, ignorandomi.
Non appena si affacciò alla porta, Jungkook apparve all'improvviso e lo bloccò.
I due si fermarono a pochi centimetri uno dall'altro.
Jungkook sembrò sorpreso di vederlo.
Jin cercò di passare, ma l'altro glielo impedì.
-Cosa fai? Lasciami passare-.
-Come fai ad essere qui?- chiese Jungkook.
Jin non gli rispose e lo spinse via, mi prese e mi portò fuori dalla stanza.
Cos'è successo fra questi due?
Jin da una parte mi tirava per il corridoio di specchi, Jungkook dall'altra ci seguiva fissandoci. Non stava fissando me ma piuttosto il suo compagno e sembrava anche arrabbiato.
Quando arrivammo fuori il sole mi accecò.
-Jin, fermati un attimo- lo pregai, ma lui non mi ascoltò. Allora mi fermai e strattonai la mano, liberandomi dalla presa.
Lui si girò.
-Perché ti sei fermata?-.
Intanto Jungkook ci aveva raggiunto e ora era accanto a me. Lo guardai e poi mi concentrai su Jin.
-Jungkook ha ragione: come facevi a sapere che ero qui?- chiesi.
Lui rise, ma gli salirono le lacrime agli occhi. -Stai scherzando, vero?-.
Non risposi.
Assomiglia troppo all'uomo incappucciato. L'altezza... l'età... la struttura fisica, sono le stesse.
E se fosse davvero lui?
Ma che senso avrebbe chiudermi in una stanza per poi fingere di trovarmi?
Penso davvero che sia lui?
-Rispondi- lo esortò Jungkook, ma Jin non lo ascoltò.
-Ti ho fatto anche io la stessa domanda- continuò. -Non potevi sapere che era qui, lo sapevamo solo io e Mei-.
-E se glielo avessi chiesto?-.
Ma non lo hai fatto, a quanto pare.
-Se fosse stato così, Mei me lo avrebbe detto, quindi rispondi-.
Jungkook continuava a fargli pressione. Lo vedevo sempre più arrabbiato.
Perché è così arrabbiato? Mi ha trovata, va bene, ora andiamocene e non pensiamoci più. Mi sembra quasi di essere meno preoccupata della situazione di loro due.
Jin fece per andarsene, ma Jungkook con due passi lo raggiunse e lo bloccò.
Non gli disse nulla, ma si capiva che voleva avere una risposta il più in fretta possibile solo dal modo in cui lo fissava. E Jin lo guardò con uno sguardo triste e rassegnato.
Non so che cosa mi abbia colpito così tanto quel giorno: se lo sguardo di Jin o quello che disse dopo, ma so che ci avrei pensato per molti giorni a seguire.
-Sarebbe inutile che ti risponda: qualunque cosa io dica, qualunque, tu non mi crederesti. È meglio che tu non sappia nulla, soffriresti soltanto- disse, liberandosi dalla presa.
Mi guardò facendomi un debole sorriso e poi se ne andò.

***

Soffriresti soltanto.
Quelle parole continuavano a girarmi per la mente.
Sempre. Senza sosta.
Ero stanca.
Non sapevo cosa avrei dato pur di arrivare a casa il più presto possibile e buttarmi nel letto, senza alzarmi più.
Era da mezz'ora che seguivo un Jungkook silenzioso che camminava ad un paio di metri davanti a me. Da quando Jin se n'era andato non mi aveva più detto nulla.
Non sono stata l'unica che è rimasta scossa...
Molto probabilmente in quel momento era pensieroso esattamente come me, allora rispettai le distanze e non cercai di parlargli. Anche se cercavo delle risposte, le cercavo da lui, che non poteva darmele. Ma non sapevo a chi altro chiedere: se Jin non aveva detto niente a Jungkook, sicuramente non avrebbe detto nulla neanche a me.
In quel momento mi venne in mente Jimin, seduto sul divano con quella candela in mano, con i capelli bagnati e gli occhi lucidi.
Mi si spense il cervello: non riuscivo più a pensare a nulla, oppure c'erano così tante cose che non sapevo scegliere. Fatto sta che arrivai a casa pensando a non so cosa, forse anche alla cosa più stupida e inutile che mi era venuta in mente.
Non appena entrai, li vidi tutti seduti per terra. Mei si alzò e mi sorrise. Fece anche per abbracciarmi, ma alzai la mano destra e gli feci segno di fermarsi.
Mi diressi in camera fissando un punto ignoto davanti a me: vedevo il corridoio ma mi sembrava di non vederlo affatto.
Mi chiusi la porta alle spalle proprio nel momento in cui Jungkook fece la stessa cosa con quella di camera sua.

Eighth/BTS ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora