13. Black ink

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-Ditemi tutto- chiesi. -Fatemi capire-.
Li guardavo uno per uno.
Non volevo crederci.
Avrei preferito che quei incontri fossero stati casuali.
Di tutto quello che riuscivo a vedere era solo che mi avevano mentito, nessuno escluso. E io non me n'ero accorta o almeno non avevo fatto nulla per accorgermene. Avevo preferito ignorare i miei presentimenti, per una volta. Troppe volte avevo incontrato persone che non avevano fatto altro che mentirmi... Per questo per una volta non avrei voluto soffrire. Ma a quanto pare le cose non erano cambiate.

Jimin si sforzò di mettermi una mano sulla spalla per consolarmi, ma vedeva bene che nulla mi avrebbe resa felice.
Lo ignorai.
Il finto psicologo, di cui non sapevo ancora il nome, mi guardò e cominciò a parlare.
-Direi di cominciare dal principio- fece, alzandosi.
-Ti prego, dimmi il suo nome- chiesi a Jimin.
-Namjoon- mi rispose.
Registrai e ritornai a concentrarmi sul tipo.
-Noi tutti facciamo parte di un gruppo- cominciò. -Questo gruppo è stato creato per essere segreto-.
-Affari di Stato quindi...- mormorai.
Cos'altro poteva essere? Quando mai mi imbatto in qualcosa di semplice?
-Purtroppo sì-.
-Quale Stato?- chiesi.
Lo vidi indugiare.
-Non lo sapete, vero? Non vi hanno nemmeno informato. Ho capito, affari troppo importanti. In sintesi non sapete chi vi finanzia-.
-Non dobbiamo saperlo, non ci interessa. Svolgiamo il nostro lavoro e basta. I nostri finanziatori cambiano ogni volta, non sono mai gli stessi-.
-E cosa dovreste essere? Sicari? Perché se è così, mi rifiuto-.
-Nulla del genere- intervenne Taehyung.
-Siamo delle guardie del corpo- spiegò Jungkook. -Come te-.
Risi amaramente.
-Sarò perseguitata per tutta la vita, a quanto pare. Ora capisco perché sono un opzione valida: lo faccio praticamente da sempre-.
Namjoon sorrise. -Non è stato così facile. Non siamo riusciti a prevedere tutte le tue mosse e abbiamo dovuto modificare molte volte i piani-.
-Vi riferite a quando ho seguito Taehyung al commissariato?-.
Lo vidi ringraziarmi con gli occhi.
-Non solo- ripose Namjoon. -Forse l'unica parte andata bene è stata quella con Jimin-.
-Direi che poteva andare meglio- si intromise, facendo riferimento al fatto che gli avevo puntato la pistola alla testa.
Questa volta fui io a mettergli una mano sulla spalla.
-Il resto è stato più complicato- continuò Namjoon. -Per esempio non avresti dovuto incontrare Hoseok il secondo giorno, ma Jungkook-.
-Non capisco, credevo che fosse andato per il verso giusto: lui si poggia alla porta, io apro... no?-.
Vidi che negava con la testa.
-Quello che sarebbe dovuto entrare era Jungkook, ma a quanto pare il tuo udito non ti tradisce, dato che hai sentito Hoseok poggiarsi alla porta-.
-Errore mio- fece Hoseok.
-Quindi tu stavi davvero origliando- dissi.
-A parte che non mi sono nemmeno poggiato- si scusò lui. -Mi ha tradito la segretaria che stava passando in quel momento-.
Alzai un sopracciglio.
-Tutte scuse- dissi. -Vabbè. Quale altro piano vi ho fatto saltare?-.
-Abbiamo dovuto invertire i loro ruoli. Era Hoseok a dover essere barista quella sera-.
-Sarebbe stato meglio- fece Jungkook.
-Non ci aspettavamo un incontro, ma almeno il giorno dopo sei potuta andare a casa del signor Harada-.
-Che, fammi indovinare, non esiste, vero? Ma allora la bambina?-.
-Un'attrice-.
-Fantastico... ho nascosto un'attrice in un buco nel pavimento, da un ladro immaginario-.
-Il ladro c'era davvero- disse Namjoon, facendomi scattare sulla sedia. -Quella era una prova-.
Sorrisi: non ero pazza, l'avevo visto perché c'era davvero!
-In base a quello che avresti fatto, ti avremmo scelta o meno-.
Spalancai gli occhi e poi mi nascosi il viso fra le mani.
-Ditemi che non avete visto...- feci, imbarazzata.
-Tutto- fece Yoongi con un sorrisino.
Namjoon tossì.
-Abbiamo visto quello che dovevamo vedere- disse. Era l'unico che non si era messo a ridere.
-Allora non mi avete scelto quella sera- feci, con le guance che mi andavano a fuoco.
Adesso avranno di cosa parlare. O prendermi in giro.
-Ti avevamo scartata quella sera- ammise.
Sollevai la testa, cercando di non guardare nessuno negli occhi.
-Ma allora...-.
Taehyung si alzò.
-Questa volta parlo io-.
Si avvicinò a me e si accovacciò.
-Non avresti dovuto seguirmi ieri. Ero lì per caso, non avresti nemmeno dovuto vedermi. Tutti si aspettavano che saresti andata con Hoseok, invece hai fatto il contrario-.
-Ma se lo avessi fatto, quelli avrebbero potuto ucciderti-.
-Mi hai salvato la vita, lo so bene. Sono stato io a riproporti come opzione. Sono io il motivo per cui sei qui-.
-Potevi scegliere di non farlo- dissi. -Ma lo hai fatto. Perché?-.
-Sapevo che era meglio che non fossi scelta, ma quando quel tipo ha sparato e mi hai spinto, facendoti colpire... non so, credo di aver fatto uno sbaglio-.
Era mortificato. Aveva gli occhi lucidi.
Aveva scelto se togliermi la libertà di avere una vita normale, facendomi entrare in quella squadra.
E non sapeva se aveva fatto la scelta giusta.
In quel momento non riuscivo a pensare a nulla, mi andava solo di consolarlo.
Anche lui non è più libero di vivere una vita normale, ha solo cercato di condividere le sue sofferenze. Non posso essere arrabbiata, non posso.
Gli misi una mano sulla spalla e lui si alzò per abbracciarmi.
-Quindi faccio ufficialmente parte di questo gruppo. Ma non so praticamente nulla-.
-Con il tempo ti diremo tutto- fece Namjoon.

***

Qualche ora più tardi stavo ancora fissando il panorama su Tokyo.
Non mi ero staccata da lì nemmeno quando mi avevano chiamata a mangiare. Non avevo fame, era l'ultima cosa a cui volevo pensare.
Proteggere le persone è il tuo destino, non rinnegarlo. Opporti sarebbe inutile, ti causerebbe solo dolore.
Mi venne in mente l'espressione di Taehyung quando mi aveva detto che era stata una sua scelta.
È stata dettata dal cuore, lo sai benissimo. Ci sei passata anche tu. Avresti fatto qualsiasi cosa pur di avere qualcuno che condividesse i tuoi sentimenti, anche a costo di introdurlo nel tuo mondo...

Mi guardai il polso.
Presi un lembo dello scotch e lo tirai lentamente.
Era inutile aspettare.
Non appena lo tolsi vidi delle lettere.
Mi avevano tatuato una parola a caratteri romani sottili.
Mi occupava tutto il lato del polso.
La lessi.
-Defender-.

Eighth/BTS ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora