Da quanto tempo conoscevo Hoseok? Forse tre giorni?
Praticamente non lo conoscevo nemmeno. Sapevo solo il suo nome e gli avevo parlato solo un paio di volte. Per certi versi conoscevo meglio Jungkook, ma solo perché ci eravamo sfidati in un incontro.
Eppure quel giorno, quando lo vidi davanti a me, sembrava che fosse il mio migliore amico.
O era per la notte passata con quel tipo oppure Hoseok mi stava davvero simpatico.
Si avvicinò alle sbarre e si poggiò.
-Come mai sei qui?- chiesi, facendo la stessa cosa qualche sbarra più avanti.
-Sono venuto a prenderti- mi rispose.
Stava fissando le parole sul muro.
Vederlo fissarle in quel modo mi fece vergognare.
Secondo me mi crede pazza.
-L'hai scritta tu?- chiese, indicandola.
Annuii e lui mi guardò.
-Perché lo hai fatto?-.
Vedi, pensa che sia pazza...
-Io... non lo so- risposi.
Davvero non mi ricordavo perché lo avessi fatto, sinceramente non mi ricordavo nemmeno quando esattamente lo avevo fatto, o se ero stata io a farlo.
-Fantastico- bisbigliò.
-No, non lo è- risi io.
Lui mi guardò senza capire.
-Non mi ricordo che cosa significa- continuai. -Non so perché l'ho scritto-.
Si avvicinò a me.
-Deve esserci un motivo?- mi chiese. -Io non credo. Quello che conta è che l'hai scritto-.
Mi girai e appoggiai la schiena alle sbarre. Potevo sentire il suo respiro sui capelli.
Mi mise una mano sulla spalla.
E diventai di nuovo rossa.
-Ma guarda: non ha senso- dissi.
Era davvero una frase scritta a caso, non sapevo nemmeno che cosa mi fosse passato per la testa.
-Ma ha senso per tutti quelli che dovranno passare del tempo qua dentro-.
Give me a chance... chi viene incarcerato spera sempre che gli sia data una opportunità, indipendentemente dal fatto che sia innocente o meno.
Non ci avevo pensato.
Ha ragione...
Mi girai verso di lui e lo abbracciai. Nemmeno se lo aspettava.
-Grazie- sussurrai, chiudendo gli occhi.
Lui ricambiò l'abbraccio.
Avevo bisogno di qualcuno che mi tirasse su di morale, anche di poco.
Ero in un paese nuovo e non conoscevo praticamente nessuno, sentire una persona sostenermi mi sembrava troppo bello.
Mi strinsi ancora di più a lui, ignorando il dolore che mi provocavano le sbarre.
-Ehm- tossì qualcuno.
Aprii gli occhi e vidi il finto psicologo che ci guardava.
Aveva la mia pistola in mano.
Mi staccai da Hoseok e lui si girò.
-Sei libera- disse avvicinandosi e infilando la chiave nella serratura, aprendo.
Non appena uscii me la piazzò nella mano.
-Non mentire la prossima volta- mi avvertì.
Guardando oltre la sua spalla mi sembrò di vedere qualcuno. Era un tipo incappucciato che si stava dirigendo verso la porta.
Taehyung?
Guardai meglio: sì era lui.
Non ci pensai due volte e cominciai a correre.
Dovevo parlargli.
-Taehyung!- lo chiamai.
Percorsi il lungo corridoio più in fretta che potei e non mi accorsi di un poliziotto che stava venendo contro di me. Gli andai addosso, facendolo cadere.
Mi scusai, ma andai avanti.Uscii dal commissariato e cercai la figura incappucciata. I miei occhi si persero nella moltitudine di pendolari che si stavano muovendo nelle varie direzioni.
Era come cercare un ago in un pagliaio, con l'unica differenza che il mio ago era vestito di bianco e camminava in mezzo a persone vestite esclusivamente di nero.
Non appena lo individuai ricominciai a correre, facendomi spazio tra la folla. Era come con il poliziotto: andavo a sbattere contro una persona, mi scusavo gentilmente e ricominciavo a correre, ripentendolo ogni volta che succedeva.
Quel giorno mi sarò scusata una cinquantina di volte.
Il ragazzo era veloce e si intrufolava tra la folla senza difficoltà. Più volte mi ero avvicinata e più volte ero stata bloccata da una nuova ondata di persone, ma alla fine lo vidi entrare in un vicolo.
Superai l'ultima ondata e lo seguii.
Era uno di quei vicoli stretti e compressi tra due edifici.
Che diamine ci è entrato a fare?
Continuai a seguirlo, cercando di stare il più lontano possibile da lui in modo che non mi vedesse.
Andò avanti per un centinaio di metri fino a quando non svoltò verso destra. Mi avvicinai al vicolo e continuai a stare attaccata al muro, sporgendomi per vedere cosa succedeva.
Vidi Taehyung avvicinarsi ad un gruppo di persone incappucciate: stavano sedute per terra e sembrava che stessero giocando a carte, fumando qualcosa.
Annusai l'aria.
Non promette bene...
Non ero tanto lontana da loro e potevo sentire chiaramente l'odore di erba che si sollevava dai loro spinelli.
-Ehi, guardate chi c'è!- fece uno di loro, alzandosi in piedi. Sembrava il capo del gruppo.
Gli altri guardarono Taehyung per un attimo e poi ripresero a giocare.
-Ignoralo- fece un'altro, buttando fuori il fumo e lanciandogli una carta addosso per infastidirlo. -Non fidarti- lo avvertì.
-Perché non dovrei?- chiese. -Il nostro Taehyung è un buon amico e poi fa un ottimo lavoro, vi ricordo che voi tutti non siete riusciti a vendere quanto ha venduto lui-.
Vendere? Ripetei. In che diavolo di faccende ti sei messo?
Il capo del gruppo aveva un braccio attorno al collo di Taehyung e sorrideva orgoglioso.
-Davvero?- fece l'altro, alzandosi e buttando lo spinello. -Hai mai provato a seguire il tuo spacciatore?- chiese.
Vidi il viso di Taehyung cambiare subito espressione.
Anche il capo del gruppo aveva fatto lo stesso: sembrava che non stesse capendo.
-Beh, io sì- continuò l'altro, arrabbiato. -E ti posso assicurare che non ti piacerà quello che ho scoperto-.
Il capo si staccò da Taehyung e lo guardò: non aveva ancora capito.
-Che cosa intende?- chiese.
-Non lo so- gli rispose Taehyung, sorridendo. Si vedeva che in realtà era preoccupato. -Dai, non gli crederai davvero? E poi che cosa dovrebbe aver visto?-.
-Che cosa dovrei aver visto?- ripetè lo spacciatore, quasi non credendo alle sue orecchie. Si girò verso i suoi compagni e fece loro segno di alzarsi. Non se lo fecero ripetere due volte.
Taehyung sembrava ancora più preoccupato di prima e lo vidi guardarsi intorno.
Stava cercando una via di fuga.
Volevo intervenire, ma sapevo che non era quello il momento. Tenni comunque pronta la pistola.
-Che cosa fate?- chiese il capo.
-Ti mostro una cosa- fece lo spacciatore, facendo segno ai suoi di circondare taehyung.
Quando si vide circondato cercò inutilmente di scappare, ma uno di loro lo bloccò, spingendolo contro il muro.
Sentii il suo corpo che sbatteva contro i mattoni e mi venne un brivido.
Facendo questo si era fatto male ad una spalla e ora la stava massaggiando con la mano sinistra.
Lo spacciatore si avvicinò a lui e cominciò ad abbassargli la zip della maglia. Taehyung cercò di opporsi, ma l'unica cosa che ottenne fu quella di essere immobilizzato dagli altri.
Tutto questo mentre il capo stava guardando la scena con un sorrisino.
Lo spacciatore tirò fuori un coltello e glielo puntò al collo.
-Hai ancora una chance di dirglielo tu. Cosa preferisci?- chiese.
In riposta ottenne uno sputo in faccia.
-Non devo dire nulla- disse, arrabbiato.
Lo spacciatore si passò la mano sul viso e rise.
Un secondo dopo lo vidi alzare l'arma e abbassarla vicino al collo di Taehyung.
Deglutii.
Non lo aveva ferito, gli aveva semplicemente tagliato la maglia, abbastanza da scoprire la clavicola sinistra.
Non riuscivo a capire perché lo avesse fatto.
Il capo si avvicinò subito, spingendo gli spacciatori.
-Cosa ti dicevo? È uno di loro. L'ho scoperto quando si è incontrato con quel tipo, mi sembra si chiami Namjoon, o qualcosa del genere-.
-Hai fatto un ottimo lavoro- disse il capo e alzò il braccio facendogli segno di consegnargli il coltello.
Taehyung si attaccò al muro, consapevole di quello che sarebbe successo.
Non aspettai un attimo in più e puntai la pistola contro il muro accanto alla testa del spacciatore: non volevo colpirlo, solo spaventarlo.
Sparai.
Il proiettile colpì esattamente nel punto prescelto, lasciando un buco nel muro.
Sia il capo che gli spacciatori si allontanarono subito, guardandosi intorno.
Mi mossi verso di loro, mostrandomi.
-Chi cazzo è questa?- chiese lo spacciatore.
Guardai Taehyung e lo vidi fissarmi con un espressione interrogativa.
"Ti spiego dopo" mimai con le labbra.
Intanto vidi un paio di spacciatori correre via e un'altro che cercava di tirare fuori il coltello.
Gli sparai alla mano.
-Non dovevi farlo- dissi.
Lo vidi alzarla e impallidire non appena vide il sangue. Non gli avevo provocato una ferita grave ma solo una superficiale. Non volevo fare del male a nessuno, volevo solo tirare Taehyung fuori dai casini.
Gli feci segno con la testa di muoversi e di andare via.
Il capo mi guardava con un'espressione mista di odio e ammirazione.
-Cazzo ti guardi?- gli chiesi.
Si fece una risata.
-Da dove esci bambolina, così decisa? Mi servirebbe una come te per la mia attività. Ti andrebbe?-.
Questa volta fui io a ridere.
-Ho già la mia di droga, grazie- risposi, lasciandolo spiazzato.
Cominciai ad indietreggiare non appena vidi che Taehyung era arrivato all'inizio del vicolo. Lo raggiunsi il prima possibile, continuando a tenere la pistola fissa sui due individui.
-Stai bene?- gli chiesi, non appena fui vicina a lui.
Annuì.
-Bella decisa la ragazza- fece il capo.
Lo guardai: aveva tirato fuori la pistola e la stava puntando addosso a Taehyung.
-Ma non attenta- finì e la alzò, sparando.
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Eighth/BTS ✔
Fanfic"Tutti temiamo qualcosa del passato. Le mie paure hanno la forma di un ragazzo con la testa coperta da un cappuccio. Lui è il filo oscuro che lega la mia anima ad altre sette" Jo è una guardia del corpo. Dopo aver perso il suo incarico per lei s...