Boom

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Distruggere questo pianeta sarebbe un grande spreco.

Ammetto che ho quasi preso in considerazione di porre qui la capitale del mio regno e restarci, e forse è proprio ciò che avverrà quando la mia armata sarà abbastanza corposa e non avrò più bisogno di seguire i miei uomini come una balia.

Netiko è uno splendore. Dal momento in cui l'ho intravisto dalla mia nave, mentre eravamo in avvicinamento, non ho saputo distogliere gli occhi un solo attimo. È un pianeta spaccato perfettamente a metà: da un lato ci sono i fitti nuclei cittadini formati da alti grattacieli, ampi palazzi rettangolari e piccole industrie; dall'altro c'è la natura incontaminata composta da colline, laghi e pianure. Non esistono montagne qui, forse è per questo motivo che gli abitanti hanno potuto colonizzare un'area così vasta del pianeta lasciandone libera altrettanta, ma la loro intelligenza deve essere incredibile se sono riusciti a restare nei confini e a non cedere all'ingordigia invadendo la natura che, probabilmente, permette loro di vivere. Ho modo di credere che l'elettricità sia fornita proprio dal vento, dallo scorrere dei fiumi e dalla luce, seppur tenue, del piccolo astro su cui affaccia.

Sono piacevolmente sorpreso e quasi mi dispiace creare un cratere nell'immensa pianura in cui faccio atterrare la mia nave. Dato che mi è piaciuto il sistema che ho utilizzato su Madoria e sullo scarto che mio padre mi aveva assegnato, anche questa volta sarò in prima linea per presentarmi.

Convoco la mia élite e scelgo Granium, Dalion e Kyui. Porto con me anche Dodoria. Potevamo attraccare molto più vicino al centro cittadino ma ho deciso di farlo in un luogo che mi permettesse di muovere due passi; del resto sgranchirmi le gambe ogni tanto non mi farà male.

Dato che le città sono un bel po' lontane ho modo di avanzare nella natura mentre mi dirigo verso i centri abitati: è tutto tranquillo, calmo, incontaminato. Un posto meraviglioso in cui potrei trascorrere molti pomeriggi a meditare, tra i suoni rilassanti dei boschi.

Per fortuna, nemmeno glielo avessi chiesto, gli abitanti ci raggiungono e ci incontriamo a metà strada. Quello che ci avvicina è un piccolo gruppo di esseri tarchiati, dai lunghi musi verdi da cui spuntano grandi baffi. Ricordo che questo pianeta è segnato sulla mappa come uno di quelli che mio padre non ha mai tentato di conquistare: non so se sia passato inosservato o sia stato popolato relativamente di recente. Comunque questi esseri mi sembrano abbastanza pacifici da essere preda facile.

«Salve, amici... neticiani? È così che posso chiamarvi?»

Uno di loro si fa avanti verso me e la mia piccola scorta con le mani conserte in grembo. Sembra particolarmente remissivo e accomodante. Ne sono felice: se si dimostrerà collaborativo non mi costringerà a distruggere il mio nuovo, rilassante giardino.

«Salve, straniero. Abbiamo visto una navicella atterrare sul nostro suolo. È la tua?»

«Esattamente la mia» confermo con un largo sorriso. «Sono qui per appropriarmi del vostro pianeta. Siete davvero fortunati: lo trovo delizioso, quindi ho deciso che lascerò tutto com'è se vi sottometterete senza oppormi resistenza.»

Il neticiano si impietrisce e si blocca lì dov'è. Suppongo che queste mie parole debbano averlo turbato... strano, eppure sono stato gentile.

Scambia qualche sguardo con i suoi simili, in cui leggo uno sbigottimento generale. Decido di aggiungere qualcosa, così che possano temere per un motivo valido.

«Vi vedo confusi. Permettetemi di presentarmi: avete davanti il Grande Freezer, figlio di Cold, da poco Lord e presto Imperatore dell'Universo. Ho già conquistato qualche civiltà prima di presentarmi qui da voi: qualcuna l'ho conservata, qualche altra l'ho rasa al suolo. Come vi ho detto ho deciso di risparmiare Netiko se collaborate. Credetemi, è un'offerta che non rifiuterei, fossi in voi.»

Freezer: Origins | DragonBallDove le storie prendono vita. Scoprilo ora